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Apple e Google sono un duopolio nelle App, rischiano indagine della Giustizia USA

Grazie al controllo su sistemi operativi mobile, piattaforme e negozi digitali Apple e Google sono un duopolio che domina il mercato mondiale delle app, una situazione sulla quale sembra sempre più probabile l’avvio di una imminente indagine antitrust da parte del Dipartimento di Giustizia USA.

Il recente passaggio di consegne dalla Federal Trade Commission (FTC) al Dipartimento di Giustizia USA (DOJ) per il monitoraggio dei colossi hi-tech è solamente uno degli indizi in questo senso. Ora sembra che la divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia stia focalizzando la sua attenzione esclusivamente su Apple e Google, un altro indizio che sembra confermare l’obiettivo delle indagini, incrementando ulteriormente i timori degli analisti.

Per il momento non ci sono ancora annunci ufficiali, ma nessuno sembra avere dubbi al riguardo. La situazione attuale del mercato in esame emerge dai dati delle società di analisi e ricerche.

La senatrice Elizabeth Warren mette Apple nel mirino: auspica lo stop al monopolio dei giganti dell’hi-techSecondo i dati di Sensor Tower nel 2018 nel mondo sono stati spesi oltre 100 miliardi di dollari negli app store di Apple e Google. Di questo totale il 45% fluisce nelle casse di Cupertino, mentre a Mountain View arriva il 25% di questo business. Negli USA la situazione di duopolio Apple e Google che potrebbe far scattare una indagine antitrust è ancora più marcata, infatti i due colossi insieme controllano oltre il 95% della spesa totale nelle app degli utenti.

Sempre negli USA la Corte Suprema ha dato il via libera alla possibilità per utenti e sviluppatori di avviare azioni legali collettive per presunte pratiche monopolistiche di Apple App Store. Negli scorsi giorni Cupertino ha pubblicato un nuovo sito web in cui illustra i vantaggi di App Store per utenti e sviluppatori, descrivendo il costante impegno per revisionare e filtrare migliaia di app ogni settimana, per garantire la sicurezza della piattaforma e la bontà dei contenuti, soffermandosi a spiegare perché Cupertino ritiene che App Store non è un monopolio.

Apple risponde alle critiche sul monopolio di App Store con una pagina dedicataMa numerosi sviluppatori e non solo loro, vedono la situazione in modo completamente diverso. Bloomberg riporta diverse interviste in cui i programmatori dichiarano che quota di registrazione e soprattutto la percentuale del 30% sul fatturato richiesta da Apple risulta eccessiva, rende impossibile pubblicare determinati tipi di app e in definitiva penalizza la concorrenza e anche gli utenti finali. La situazione è considerata sostanzialmente identica su Google Play Store: anche se qui gli store alternativi sono possibili, i contratti di Google con i costruttori concedono il primo piano sempre allo store di Google.

Come esempio contrario, cioè di un mercato software libero, viene riportato l’esempio di Valve Steam che da anni è il principale negozio digitale per i videogiochi su PC, Mac e Linux. Anche Valve chiede il 30% del fatturato agli sviluppatori, ma fin dalla sua introduzione il negozio concorrende Epic Games chiede una percentuale inferiore del 12%. Una alternativa e una riduzione che ora sembrano impossibili sugli store digitali di Apple e Google.

Apple è già sotto indagine antitrust della Commissione europea per le accuse sollevate da Spotify per pratiche anticompetitive e monopolistiche. Le divisioni legali di Apple e Google sembra siano in allarme da tempo e a pieno regime per preparare tutte le linee di difesa possibili contro ogni possibile evenienza.

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