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Bitcoin tocca il record di 85mila dollari e rivoluziona le crypto

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Il Bitcoin ha toccato gli 85mila dollari, un record assoluto nella sua storia quindicennale, segnando un balzo di quasi ventimila dollari in una sola settimana dopo le elezioni americane. Non si tratta di un semplice rimbalzo tecnico né di una bolla speculativa passeggera, ma del risultato di un cambio di paradigma che potrebbe ridisegnare gli equilibri finanziari globali.

È la vittoria di Donald Trump che cambia lo scenario. L’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha innescato un terremoto nel mondo delle criptovalute. La promessa del neo eletto presidente di trasformare gli USA nella “capitale mondiale delle criptovalute” rappresenta una svolta epocale rispetto alle posizioni precedenti dell’amministrazione Biden, orientata a una stretta regolamentazione del settore. Il mercato ha reagito con entusiasmo alla prospettiva di un quadro normativo più favorevole e di un possibile ruolo strategico del Bitcoin nelle riserve federali americane.

Una lobby da 200 milioni di dollari

Dietro questa svolta si nasconde una strategia orchestrata con cura dall’industria delle criptovalute. Un investimento senza precedenti in attività di lobbying e campagne elettorali, superiore ai 200 milioni di dollari, come riportano i giornali americani, che ha superato persino il tradizionale peso politico dell’industria petrolifera. Coinbase, il più grande exchange americano, ha guidato questa offensiva con un contributo di 75 milioni di dollari, seguito da altri attori del settore determinati a influenzare il quadro normativo.

La metamorfosi della posizione di Trump sulle criptovalute è emblematica: nel 2021 aveva definito il Bitcoin una “truffa”, oggi ne propone l’accumulo come risorsa strategica nazionale. Questo cambiamento non riflette solo un’opportunità politica, ma segnala una nuova comprensione del ruolo che le valute digitali potrebbero giocare negli equilibri geopolitici globali.

L’effetto domino sul mercato: l’entusiasmo non si è limitato al Bitcoin. L’intero settore delle criptovalute sta vivendo una fase di espansione senza precedenti. Token minori hanno registrato aumenti fino al 40%, mentre Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione, ha superato i 3.000 dollari. Questo movimento generalizzato suggerisce agli osservatori la nascita di una rinnovata fiducia nell’intero ecosistema crypto.

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Foto di Kanchanara Unsplash

Il ruolo chiave degli ETF

Gli Exchange Traded Fund basati sul Bitcoin stanno catalizzando l’interesse degli investitori istituzionali. L’iShares Bitcoin Trust ETF ha registrato volumi di scambio per un miliardo di dollari in soli 35 minuti di contrattazione, segnalando un’accelerazione nell’adozione mainstream delle criptovalute attraverso strumenti finanziari tradizionali.

Dietro c’è anche quella che potremmo chiamare “la grande rotazione degli investimenti”. Un fenomeno particolarmente significativo è infatti lo spostamento di capitali dalle azioni tecnologiche tradizionali e dall’oro verso le criptovalute. Le cosiddette “magnificent seven” – le sette maggiori aziende tecnologiche americane – hanno registrato performance negative mentre il Bitcoin saliva, suggerendo una riallocazione strategica dei portafogli degli investitori.

Tutto questo alla luce anche della probabile sostituzione dei vertici della Securities and Exchange Commission con figure più favorevoli al settore crypto che promettono di sbloccare anni di stallo normativo. Il passaggio da un approccio basato sulla “regulation by enforcement” a un quadro normativo chiaro e favorevole all’innovazione potrebbe liberare il potenziale dell’industria mantenendo le necessarie tutele per gli investitori. È una ipotesi, le valutazioni di politica finanziaria sono enormi (il ruolo delle Banche centrali, ad esempio) e le possibili resistenze a una legislazione troppo favorevole sono certe. Però potrebbe essere l’inizio di un cambiamento epocale che è stato finora tenuto artificialmente fermo.

Ma ci sono anche dei rischi, ovviamente

Nonostante l’ottimismo, permangono elementi di preoccupazione. La speculazione selvaggia su token minori, come dimostrato dal successo di progetti privi di reale utilità, evidenzia che il settore mantiene caratteristiche da “far west” finanziario. La sfida sarà bilanciare l’innovazione con la necessità di proteggere gli investitori meno esperti.

Potrebbe comunque essere una nuova corsa all’oro digitale. Infatti, lo scenario che si sta delineando potrebbe innescare una competizione internazionale per l’accumulo di Bitcoin, paragonabile alla corsa allo spazio degli anni Sessanta. Con gli Stati Uniti in prima linea nell’adozione istituzionale delle criptovalute, altri paesi potrebbero essere costretti a seguire per non perdere rilevanza nel nuovo ordine finanziario digitale.

Il record del Bitcoin segna quindi molto più di un nuovo massimo di prezzo: rappresenta secondo alcune analisi l’inizio di una nuova fase per le criptovalute, con gli Stati Uniti pronti a guidare questa rivoluzione finanziaria. La convergenza tra il supporto politico, gli investimenti istituzionali e un quadro regolatorio più chiaro sta creando le condizioni per una trasformazione profonda del sistema finanziario globale.

La vera sfida sarà gestire questa transizione mantenendo un equilibrio tra innovazione e stabilità, tra opportunità di crescita e necessità di protezione degli investitori. Gli Stati Uniti sembrano determinati a giocare un ruolo di primo piano in questa trasformazione, con implicazioni che si estenderanno ben oltre i confini del mercato delle criptovalute.

La strada verso la maturità del settore è ancora lunga, ma il cambio di rotta della più grande economia mondiale segna un punto di svolta difficilmente reversibile. Il futuro delle criptovalute non è più una questione di se, ma di come e quando trasformeranno definitivamente il panorama finanziario globale.

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