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È iniziata l’era dei digital paparazzi, i creator di pettegolezzi tech

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Una volta era la “One More Thing”: arrivava la sorpresa a fine keynote, e neanche tutte le volte. Ma quando c’era, andava dritta nella storia. Oggi? Be’, è suona un’altra musica. Detto in altre parole: il rumors Apple batte l’innovazione.

Benvenuti nell’era post-Jobs, dove l’Apple Watch non è l’orologio che ci aspettavamo, ma il cronometro che misura l’attesa del prossimo grande nulla. Qui, nel meraviglioso mondo di Cupertino 2.0, l’anticipazione è tutto e la realtà è solo un fastidioso dettaglio che si frappone tra noi e il nostro prossimo sogno tecnologico. Chi ha bisogno di prodotti rivoluzionari quando possiamo avere rumor sensazionali?

I profeti del silicio

Inchiniamoci davanti ai nuovi messia della tecnologia: i leaker. Questi intrepidi esploratori del futuro Apple hanno sostituito rockstar e influencer nel pantheon delle celebrità moderne. Con un tweet possono far tremare Wall Street, con un post su un forum oscuro possono scatenare l’isteria collettiva.

Apple AirPower, un prototipo funziona (quasi) in video

La loro arte è sublime: trasformare un “forse” in una certezza assoluta, un’ombra in una foto ad alta risoluzione del prossimo iPhone. Chi ha bisogno di fatti quando l’immaginazione corre così veloce? Perché che si tratti di “giornalisti” assunti proprio perché capaci di rovistare tra i bidoni della spazzatura di Cupertino e trovare gli scoop, oppure di analisi asiatici che nessuno ha mai incontrato ma spostano miliardi in Borsa, oppure di creator russi che mostrano MacBook Pro con il chip A4 prima ancora che siano arrivati sul tavolo di Tim Cook, questa è la realtà

L’economia dell’assurdo

Nel nuovo ordine mondiale del tech, speculare sul colore del prossimo iPad è diventato più redditizio che investire in azioni blue-chip. Il mercato nero dei prototipi Apple fiorisce come mai prima: rubare un iPhone del 2025 vale più di una rapina in banca. Dopotutto, chi non pagherebbe una fortuna per un dispositivo che probabilmente sarà obsoleto prima ancora di essere annunciato?

Praticamente la Borsa si è innamorata dei biscotti della fortuna. Gli analisti finanziari hanno trovato la loro nuova vocazione: diventare lettori di foglie di tè tecnologiche. Un tweet di un leaker sconosciuto può far oscillare il NASDAQ più di un rapporto trimestrale. Chi ha bisogno di dati concreti quando si può predire il futuro di Apple guardando i fondi delle tazze nella caffetteria di Cupertino?

In filmato inedito del 1983 Steve Jobs parla del futuro dei computer
Fotogramma da filmato pubblicato sul sito Steve Jobs Archive

I media e la fame di click

La verità è molto semplice: sono i media ad avere fame di click. “Apple potrebbe lanciare un tostapane quantistico“: non è neanche una frase che ha senso ma sarebbe un titolo di quelli che fanno impazzire il web. I giornalisti tech si sono trasformati in abili narratori di racconti di fantascienza, dove ogni condizionale è un fatto e ogni supposizione una verità rivelata. A forza di ripetere una bugia, non diventa forse una caratteristica confermata del prossimo MacBook?

La psicologia del fan Apple nell’era post-Jobs è l’altra metà di questo matrimonio dissoluto a suon di fake news. Il fan Apple moderno vive in uno stato di perenne attesa messianica. L’emozione di aspettare il nuovo prodotto ha superato di gran lunga il piacere di usarlo. Il trauma esistenziale non è più “il mio iPhone è caduto nel water”, ma “il mio iPhone è diventato obsoleto mentre lo tiravo fuori dalla scatola”. Alle volte basta che sia ancora in transito con il corriere e già si è deprezzato in termini di “utilità percepita” da parte dell’acquirente. Mille e passa euro giù per lo sciaquone.

Apple e il gioco del gatto col mouse

Tim Cook ha perfezionato l’arte di smentire senza smentire, alimentando il circo dei rumors con la precisione di un direttore d’orchestra. La realtà, povera illusa, cerca di tenere il passo con l’immaginazione, ma come può un semplice smartphone competere con il dispositivo dei sogni che abbiamo immaginato per mesi?

Ogni evento di Apple è “il migliore di sempre”, ogni portafoglio prodotti “non è mai stata migliore”, qualsiasi prodotto “è straordinario”. L’inflazione del wow ci cattura e ammazza la libidine sana e consapevole di un prodotto organicamente bello. Infatti, mentre l’innovazione reale arranca, il mercato dei rumors galoppa. Meno c’è da stupirsi nei keynote, più cresce la frenesia nelle anticipazioni. È un circolo vizioso perfetto: la mancanza di novità alimenta i sogni, i sogni alimentano le aspettative, le aspettative si schiantano contro la realtà. E il ciclo ricomincia.

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Verso un futuro luminoso (ma solo nei rumors)

Forse stiamo andando verso un futuro in cui Apple smetterà di produrre dispositivi e si limiterà a lanciare rumors. Dopotutto, perché accontentarsi di un prodotto mediocre quando puoi sognarne uno perfetto? L’immaginazione non ha limiti, non richiede chip e non soffre di problemi di batteria.

Forse Tim Cook ha trovato la formula magica: invece di stupire con i prodotti, lascia che sia l’immaginazione dei fan a farlo. Dopotutto, chi ha bisogno di un “one more thing” quando hai un esercito di leaker pronti a inventarselo?

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