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Elogio di Apple MacBook Air M1

La redazione di Macitynet.it “funziona”, come potete ben immaginare, al 99% su Mac, fatti salvi gli altri apparecchi di Apple e le eventuali prove di telefoni, tablet e computer di altri produttori. Ognuno di noi, a seconda dei ruoli e delle responsabilità, lavora in maniera differente e ha uno o più computer “preferiti” a cui fare riferimento. Alcuni di noi da qualche tempo hanno trovato la pace zen con il computer più semplice ed “entry level” di Apple: il MacBook Air M1. Vediamo perché.

Lo scenario attuale

Con l’arrivo dei nuovi processori M1 Pro e M1 Max abbiamo un termine di paragone. Perché la prima ondata composta da soli processori M1 “semplici”, con casomai la differenza tra GPU a 7 oppure a 8 core, rendeva molto difficile capire quale fosse l’ambito naturale di utilizzo del nuovo Apple Silicon. Intendiamoci: fin da subito come abbiamo raccontato in questo articolo, e in questo, in questo e in questo, la vicenda dell’Apple Silicon incarnato come M1 è stata molto chiara. Si tratta di processori fenomenali. Che sono stati declinati su due computer portatili (MacBook Air e MacBook Pro 13 con due Usb-C) e due da scrivania (Mac mini M1 e iMac 24 M1).

Abbiamo avuto così una linea di prodotti molto ampia che abbraccia fasce di prezzo e di utilizzo sostanzialmente diverse ma sempre utilizzando il medesimo SoC, cioè qualcosa di più che non un semplice processore. Perché i SoC, come abbiamo avuto modo di dire più volte, sono in realtà dei computer-quasi-tutto-incluso che fanno la maggior parte di quel che serve a un computer, portatile o fisso che sia. Quindi, la diversificazione è stata più che altro quantitativa (memoria) e di thermal envelope, cioè la resa termica e le sue limitazioni a seconda che la macchina abbia o no una ventola e l’uso dell’energia sia maggiore o minore. Per il resto, e prescindendo ovviamente dal fattore di forma, sono tutti computer sostanzialmente identici come sappiamo.

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Arrivano i Pro e i Max

Poi sono arrivati i processori M1 Pro e M1 Max, presenti nei nuovi MacBook Pro 14 e 16 (ma che probabilmente all’inizio dell’anno prossimo verranno utilizzati anche su computer desktop) e abbiamo finalmente potuto fare una comparazione. Abbiamo potuto cioè capire cosa si compra se si prende un computer con la generazione Pro e Max degli M1. La risposta? Una bomba di potenza in più, molto di più. Praticamente una potenza che non serve al 90% delle persone che comprano un computer soprattutto se portatile.

La differenza nel cartellino del prezzo tra un computer e l’altro è data da vari fattori e indica quel che si sta comprando. Certamente con i MacBook Pro M1 Pro e Max si compra un computer più nuovo, con schermo più grande, caratteristiche in generale più moderne incluso il ritorno delle porte di connessione, ma anche la batteria e la webcam e via dicendo. Però si paga anche un processore, una memoria di lavoro e una memoria di archiviazione estremamente più potenti, legati a un’idea di “pro” che è piuttosto chiara e definita.

L’utente di quei computer è un pilota di Formula Uno, perché quei due computer sono due Formule Uno. Certo, se si hanno abbastanza soldi si può comprare anche una Ferrari e usarla per andare a fare la spesa e portare i bambini a scuola (e non dubitiamo che ci sia tanta gente che lo fa) però non possiamo definirla una scelta razionale. Ovvero, la razionalità c’è ma non è di tipo pragmatico-utilitarista, non è “logica”, ma segue magari il bisogno di auto-gratificazione, di immagine (far vedere che ci si può permettere il computer migliore di Apple), semplicemente di passione senza utilizzi pratici diretti. Perfettamente comprensibile e giustificabile, intendiamoci. Però se facciamo un’analisi più pragmatica e utilitaristica, non è quella la risposta che molti di noi si danno per comprare un computer.

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L’ingiustizia delle comparazioni

Certo, non è corretto fare i paragoni tra un computer portatile uscito a novembre 2020 e uno uscito a ottobre 2021. I Mac e MacBook di novembre 2020 (Mac mini, MacBook Air e MacBook Pro due Usb-C) sono computer di impostazione “vecchia”, cioè identici ai predecessori, ai quali è stato “semplicemente” cambiato il cuore, cioè il processore. È ovviamente più complicato di così ma intendiamo semplicemente dire che sono identici alle generazioni precedenti di Air e di Pro e di mini. L’unico segnale di novità nel fattore di forma – che poi è un elemento molto importante nella definizione non solo nell’uso ma anche nella funzione di un apparecchio – è l’iMac 24, che infatti presenta una serie di innovazioni strutturali.

Abbiamo provato l’iMac 24 e ovviamente il suo nuovo fattore di forma non è solo una questione di estetica. C’è un cambiamento profondo nell’ergonomia, nella sua usabilità, nel tipo di uso che se ne può fare vista la sua estrema leggerezza, la sua nuova webcam, il profilo così sottile (il minijack è di lato perché sarebbe troppo profondo per stare dietro) e l’uso di nuovi materiali e colorazioni, sino ad arrivare al nuovo meccanismo di alimentazione che può integrare anche una connessione Ethernet cablata. Nuovo e diverso.

Il buongiorno che si vede dal mattino

Il nuovo iMac lascia chiaramente capire che nei prossimi mesi, forse quattro, forse sei, forse un anno, arriveranno dei Mac mini e dei MacBook Air differenti da quelli attuali. Se il buongiorno si vede dal mattino, saranno diversi perché seguiranno il “family feeling” che il muovo stile dei prodotti consumer e pro di Apple sta impostando con gli iMac 24 e i MacBook Pro. Ci sono vari prodotti nuovi (altri iMac con schermo più grande, Mac Pro) e prodotti già “Apple Siliconizzati” (Mac mini, MacBook Air), che devono essere rivisti. E quindi c’è da valutare anche questo se uno vuole davvero rivolgersi adesso, a un anno dall’uscita, verso il MacBook Air 2020 anziché aspettare quello 2022. Però ne vale la pena, decisamente.

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Quindi diciamolo: i computer si aggiornano, dietro l’angolo ci sono non solo processori più potenti e risparmiosi allo stesso tempo (gli M2?) ma anche fattori di forma diversi, materiali differenti, colorati, magari con qualche porta in più. Chi può dirlo: le prime indiscrezioni convergono come sappiamo solo su tre punti. I futuri MacBook Pro arriveranno dopo l’estate, saranno colorati e perderanno il tradizionale profilo affusolato, a triangolo, per passare a un fattore di forma più squadrato e regolare. Come gli attuali MacBook Pro ma solo più sottili e magari con lo stesso notch sullo schermo. Ci sta, potrebbe essere questo lo sviluppo.

Allora perché non aspettare e comprare un MacBook Air adesso? Beh, prima di tutto perché magari serve adesso. È una macchina straordinariamente valida e le testimonianze di chi lo usa dopo averlo comprato all’esordio, cioè esattamente dodici mesi fa, non fanno che confermarlo: nell’uso quotidiano e normale il MacBook Air 13 M1 è un computer straordinario in qualsiasi configurazione, anche quella base con processore 8/7, 8 GB di Ram e 256 GB di SSD. Fa tutto quello che gli si chiede, perché quello che gli chiediamo non è la conversione di video 8K dalla mattina alla sera. E se per caso quello è il nostro lavoro, possiamo anche tranquillamente guardare agli altri computer.

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L’eccezionalità del MacBook Air M1

Invece, ha una resa straordinaria della batteria, temperature d’esercizio ridicolmente basse, prestazioni estremamente flessibili, un fattore di forma moderno e iconico al tempo stesso, che permette di utilizzarlo ad esempio con moltissimi accessori (ci sono tantissime cover e borse su misura per l’Air), ha due porte Usb-C Thunderbolt 4, cioè non solo risolve il problema annoso del MacBook con schermo Retina da 12 pollici (avere una sola Usb-C non Thunderbolt che serve sia per connessioni che per alimentazione) ma permette anche trasferimenti dati “cablati” molto più performanti.

Non c’è una situazione nella vita di un utente “normale”, dallo studente alla persona che vuole un computer in casa passando per professionisti, impiegati, creativi, autonomi, che non possa trovare soddisfazione nell’uso del MacBook Air M1. È quasi imbarazzante come un computer che in questi giorni viene venduto a circa mille euro nella versione base possa avere una resa così strabiliante. E pensare che, come gli iPad (perché questo è il paragone che viene da fare vista la comune matrice del processore), avrà una vita decisamente lunga lo rende ancora più interessante.

Vale la pena comprarlo, magari scontato? Certo, chi scrive l’ha fatto e consiglia vivamente gli altri. È la pace della mente e la gioia di un computer che semplicemente funziona, pensato per il resto di noi.


Mac Book Air M1 è attualmente in vendita al prezzo ufficiale di 1.159 € per la versione con 256 GB SSD e 8 GB Ram e a 1.429 € con 512 GB SSD e 8 GB. Sono possibili configurazioni personalizzate presso Apple Store e presso gli Apple Premium reseller. Su Amazon sono disponibili, spesso molto scontate, le due colorazioni con le versioni base citate sopra.

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