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iPhone è scelto dai terroristi, YotaPhone 2 no grazie alla backdoor del KGB

«iPhone è la scelta dei terroristi» ha dichiarato senza giri di parole Sergey Chemezov, dirigente della società russa Rostech che produce YotaPhone 2, lo smartphone famoso per essere l’unico in commercio dotato di due schermi, uno AMOLED a colori frontale e sul retro un display e-ink che riduce i consumi di energia per la lettura e le notifiche. Ma che iPhone sia il terminale preferito dai terroristi non è l’unica dichiarazione shock proveniente dal dirigente russo che, con tutto il candore del mondo, ha pubblicamente dichiarato che YotaPhone 2 include di serie una backdoor voluta dal FSB, sigla di Federal Security Service, nuovo nome di quello che nei lunghi anni della Guerra Fredda era noto nel mondo come KGB, i servizi segreti noti per la presenza capillare nel mondo e per le pratiche non sempre convenzionali.

La spiegazione di Sergey Chemezov è chiara: “Il Federal Security Service avrà accesso alle informazioni dell’utente. Non abbiamo il diritto di vendere telefoni sul mercato in qualsiasi altro modo, in caso contrario i dispositivi potrebbero essere utilizzati da terroristi e criminali”. È proprio partendo da questa ragionamento che il dirigente si spinge, forse troppo in là, affermando che “iPhone è la scelta dei terroristi”, in considerazione del fatto che da sempre Cupertino non solo nega la presenza di qualsiasi backdoor, ma che le informazioni crittografate conservate su iPhone risultano inaccessibili per chiunque, inclusa Apple stessa.

In un aggiornamento di PhoneArena, il costruttore di YotaPhone precisa che il Federal Security Service può accedere ai dati dell’utente solo nel caso in cui ottenga regolari permessi da un tribunale preposto, operazione che può avvenire esclusivamente per indagini importanti e minacce di sicurezza nazionale. Insomma si tratta ancora dell’infiammato dibattito tra questione di sicurezza e privacy degli utenti emerso fin dai giorni di lancio di iOS 8 e anche di Android Lollipop, entrambi dichiarati dalle rispettive società completamente blindati e privi di backdoor. Certo è che prima di rilasciare dichiarazioni di questa portata, inclusa la presenza di una backdoor, YotaPhone avrebbe fatto meglio consultarsi con esperti di marketing e comunicazione, forse in questo modo avrebbero potuto evitare di diramare un annuncio poco digeribile per gli utenti occidentali associandolo oltretutto a una dichiarazione che non solo discredita lo smarpthone attualmente più venduto sul mercato, ma che potrebbe suscitare l’attenzione dei legali di Cupertino.

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