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Report di Apple sulla responsabilità dei fornitori: verifiche sulla provenienza dei metalli

Apple ha pubblicato il nuovo report sulla responsabilità dei fornitori, con informazioni dettagliate sugli stabilimenti e su chi lavora per conto di Apple.  “Chi lavora, ovunque nel mondo, ha diritto a farlo in condizioni etiche e in sicurezza, e deve poter migliorare la sua vita grazie alla formazione. Attraverso un ciclo continuo di ispezioni, piani di miglioramento e verifiche, collaboriamo con i nostri fornitori per assicurarci che siano all’altezza del nostro Codice di condotta e dei nostri standard ideali” dichiara la casa di Cupertino.

In concomitanza del nuovo rapporto, il Financial Times ha parlato con Jeff Williams, responsabile della divisione che si occupa della distribuzione e della manifattura, ruolo che era prima di Tim Cook. Nel rapporto si parla di quelli che vengono chiamate “materie prima della vergogna” e Williams afferma che per la prima volta Apple è in grado di garantire che la tantalite, da cui è estratto il tantalio impiegato nei condensatori e nelle resistenze, non proviene da zone in cui lo sfruttamento delle materie prime è causa di conflitti mortali, in particolare la Repubblica Democratica del Congo.

È un problema che riguarda tutta l’industria del settore. Anche Intel a gennaio di quest’anno ha fatto sapere di aver raggiunto un traguardo importante, e che i minerali utilizzati nel silicio dei microprocessori e nei package dei prodotti delle sue fabbriche provengono da zone esenti da conflitti, come comprovato da verifiche di terze parti o da validazione diretta da parte dell’organizzazione della catena di approvvigionamento.

Nel 2010 un lettore di Wired mandò a Steve Jobs un’e-mail per chiedergli se per la costruzione dell’Phone i fornitori di Apple utilizzavano materie prime provenienti da aree nelle quali sono in corso sanguinosi conflitti. La risposta non si fece attendere e Jobs replicò che Apple richiede ai fornitori una certificazione scritta che attesti l’utilizzo di materiali “conflict free”. “A essere sinceri” disse Jobs, “non c’è modo di esserne sicuri e fino a quando qualcuno non inventerà un metodo per tracciare chimicamente i minerali dalla sorgente mineraria è un problema di difficile soluzione”.

Apple ora fa sapere di aver chiesto alle fonderie che sfruttano questi minerali di garantire la tracciabilità, la provenienza dalle miniere originali. Verifiche specifiche sono eseguite su oro, stagno e tungsteno. “A gennaio del 2014” si legge nel rapporto “confermiamo che tutte le fonderie di tantalio coinvolte nella catena dei fornitori Apple sono convalidate come conflict-free da revisori di terze parti, e continueremo a richiedere ai fornitori di usare solo tantalio proveniente da fonti verificate”. “Sappiamo che la catena di approvvigionamento è fluttuante ma manterremo costante il monitoraggio delle fonderie dei nostri fornitori”.

Altri dettagli interessanti che emergono dal report responsabilità dei fornitori riguardano il problema delle ore lavorative in eccesso, diffuso in tutto il settore: Apple afferma di aver raggiunto una conformità media del 95% al tetto di 60 ore settimanali. Lo scorso anno sono stati scoperti dagli audit 74 casi di lavoratori sotto i 16 anni, una violazione delle regole del codice di condotta imposto da Apple che come risultato ha immediatamente terminato ogni rapporto commerciale con i fornitori coinvolti.

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