Addio agli aggiornamenti gratuiti per Windows: quanto bisognerà spendere fino a ottobre 2026 e cosa c’è da sapere.
Microsoft ha recentemente annunciato un’importante estensione del supporto per l’ultima versione consumer di Windows 10, una mossa che interessa milioni di utenti ancora legati al sistema operativo lanciato nel 2015.
Questa proroga, che garantisce aggiornamenti di sicurezza fino a ottobre 2026, arriva con alcune condizioni che cambiano significativamente l’esperienza d’uso e i costi per gli utenti.
Estensione del supporto gratuito con condizioni specifiche
In una svolta inaspettata, Microsoft ha deciso di prolungare di un anno il supporto ufficiale per Windows 10, andando ben oltre la scadenza prevista inizialmente. Tuttavia, l’estensione gratuita degli aggiornamenti di sicurezza non è automatica per tutti gli utenti. Per beneficiare di questo anno aggiuntivo senza costi, è indispensabile sincronizzare il sistema operativo tramite un account Microsoft online e utilizzare l’app integrata Windows Backup. Quest’ultima consente di salvare e sincronizzare impostazioni di sistema, credenziali, applicazioni e dati personali sfruttando lo spazio cloud gratuito di OneDrive, che ammonta a 5 GB.
Chi preferisse mantenere un account locale senza collegamenti online, invece, potrà comunque accedere agli aggiornamenti di sicurezza fino a ottobre 2026, ma a un prezzo: si parla di 30 dollari a dispositivo oppure 1.000 punti Microsoft Rewards. È importante sottolineare che un semplice login con account Microsoft non basta; la sincronizzazione tramite Windows Backup è la chiave per ottenere l’estensione gratuita.
L’estensione del supporto riguarda esclusivamente il mercato consumer. Per le aziende, invece, Microsoft ha stabilito regole diverse: il supporto esteso per il mondo business dura 3 anni e comporta costi maggiori, partendo da 61 dollari a dispositivo per il primo anno, con incrementi successivi. Inoltre, per le licenze aziendali non è previsto alcun anno gratuito tramite Windows Backup. Per quanto riguarda le istanze cloud e le macchine virtuali con Windows 10, invece, l’anno extra di supporto software è garantito automaticamente senza costi aggiuntivi.

Nonostante la crescita costante di Windows 11, l’adozione del nuovo sistema operativo di Microsoft procede più lentamente del previsto. Secondo le statistiche aggiornate, circa metà dei circa 500 milioni di PC attivi nel mondo utilizza ancora Windows 10. Questo dato evidenzia una situazione complessa per Microsoft, che si trova a dover gestire un vastissimo parco macchine potenzialmente vulnerabile a problemi di sicurezza, dato il progressivo abbandono degli aggiornamenti futuri.
La ragione principale di questa lenta migrazione risiede nei requisiti hardware stringenti imposti da Windows 11, in particolare l’obbligo del chip TPM 2.0 per motivi di sicurezza. Nonostante il sistema operativo sia stato rilasciato ormai da diversi anni, molti computer relativamente recenti non dispongono di questa tecnologia, rendendo impossibile l’aggiornamento senza sostituzioni hardware o interventi tecnici significativi.
Questa situazione fa sì che una parte consistente degli utenti sia costretta a rimanere su Windows 10 almeno fino al 2026, anche se Microsoft spinge chiaramente verso una transizione completa a Windows 11. L’estensione del supporto e il modello di pagamento proposto rappresentano quindi un tentativo di bilanciare la sicurezza degli utenti con le esigenze di mercato e la spinta verso il nuovo sistema operativo.

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