La rimozione di AppGratis non è dovuta a un errore o all’interpretazione fantasiosa delle clausole degli sviluppatori da parte di un membro del team di App Store, ma rappresenta solo il primo passo di un’azione più coordinata e complessa che porterà Cupertino a rimuovere da App Store tutte le app simili che forniscono servizi di scoperta e segnalazione per altre app e la disposizione arriva da molto in alto. A dirlo è il sempre informato John Paczkowski in un articolo di All Things D che cita «fonti che sono vicine alle decisioni di Apple».
Che fosse logicamente impossibile che un solo membro del team di App Store potesse assumersi la responsabilità di rimuovere da App Store un’app e un servizio utilizzati da milioni di utenti in tutto il mondo e dietro la quale stanno milioni di euro, come quello di AppGratis appunto, senza una precisa indicazione o intervento delle sfere più alte delle gerarchie di Cupertino ci era apparso chiaro fin dall’inizio come abbiamo detto qui, ma ora c’è la conferma che dietro esiste una strategia ben precisa.
Il principio sottostante è chiaro e univoco: Apple non tollera servizi e app che forniscono una scorciatoia agli sviluppatori per guadagnare le prime e più ambite posizioni nelle classifiche di App Store, di fatto servizi che delegittimano il meccanismo delle classifiche di Cupertino e non vuole che si formi, con le app, una sorta di “negozio nel negozio” che devia traffico dalla sua prima pagina i cui contenuti sono decisi dal team editoriale. Di qui la stretta sulle clausole 2.25 (veto per le app che riproducono l’esperienza di App Store) e articolo 5.6 (limite all’uso delle notifiche push per scopi puramente di marketing) e di qui l’anticipazione: lo stesso trattamento verrà riservato per le app di ricerca, raccolta e segnalazione di altre app, in una manovra di pulizia che promette di trasformarsi in un giro di vite ad ampio raggio visto il numero di applicazioni di questo tipo.
Per tutte queste ragioni la promessa di ulteriori chiarimenti e sviluppi invocata ieri da Simon Dawlat Ceo di AppGratis, non sortirà alcun effetto tangibile prevede John Paczkowski; per mettere a frutto i 13,5 milioni di euro in investimenti e conservare il posto ai 45 dipendenti dell’azienda, l’intraprendente parigino dovrà probabilmente trovare qualche altra strada, come una web app per esempio ma AppGratis non esisterà più nella forma e nei modi in cui è stata utilizzata e conosciuta fino a oggi e la stessa sentenza capitale sta per essere pronunciata anche per tutte le altre app simili.