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Recensione HomePod 2, la grande musica di Apple

C’è un detto: se i giorni della Merla sono freddi la primavera sarà bella, se sono caldi la primavera arriverà tardi. Per i nuovi HomePod il meteo è freddissimo, perché la primavera musicale che Apple ci offre con la nuova generazione di speaker è semplicemente strepitosa.

Abbiamo avuto la possibilità di provare non uno ma due dei nuovi smart speaker HomePod di seconda generazione di Apple e siamo rimasti estasiati dalla potenza sonora (impressionante) e facilità di utilizzo. E lo diciamo venendo da una casa in cui sono già presenti due HomePod mini, che ora si sono “trasferiti” in altre stanze per lasciare spazio in soggiorno ai due grandi HomePod (che però hanno un prezzo contenuto).

Il nuovo HomePod è il miglior smart speaker su piazza e sicuramente una delle migliori se non la migliore coppie di casse che abbiamo mai ascoltato. Siamo d’accordo con chi lo ha già detto. È uno speaker molto potente e, in un ambiente domestico, grazie all’audio computazionale che si adatta alla “forma” della stanza in cui si trova, permette una esperienza audio notevolissima. Il migliore di sempre, a nostro avviso.

Anteprima Macitynet, ecco HomePod 2, la grande musica di Apple

La confezione

Una scatola cilindrica con il logo di Apple e la scritta HomePod. Nera per il nero, grigia per il bianco. La confezione, bella pesante va detto, al suo interno contiene l’HomePod sostenuto dal cartoncino e il cavo avvolto di tessuto mesh per collegarlo alla presa. È una normale spina a due poli, e non richiede un trasformatore esterno. Inoltre, a differenza dell’HomePod mini (che usa invece un cavetto Usb-C) il cavo è staccato anche dall’HomePod e ha un attacco standard sul suo lato, consentendo quindi di essere sostituito con cavi più lungi all’occorrenza. Il cavo è lungo un metro e mezzo.

Caratteristiche fisiche

HomePod 2 ha dimensioni compatte ma è “sodo”: pesa 2,3 Kg ed è un cilindro alto 16,8 cm e con una base di 14,2. Si poggia ed è stabilissimo, grazie anche alla base gommata: è una cosa ovviamente importante per il suo utilizzo come speaker.

La mesh della superficie in tessuto a rete, fatto al 100% con plastica riciclata nella versione nera e al 30% in quella bianca, è molto gradevole al tatto. Avendoli entrambi preferiamo nettamente il nero o Mezzanotte, come lo chiama Apple, sia per la bellezza del colore sia perché dà l’idea di non sporcarsi facilmente con la polvere e soprattutto non lascia intravedere gli speaker interni. Fa inoltre un effetto più “compatto”.

HomePod ha un woofer ad alta escursione da 4 pollici e cinque tweeter a tromba in array, ciascuno con magnete al neodimio, un microfono interno con calibrazione a bassa frequenza per la correzione automatica dei bassi, audio computazionale evoluto con rilevamento del sistema per la regolazione del suono in tempo reale, rilevamento dello spazio, audio spaziale con Dolby Atmos per musica e video e infine quattro microfoni per interagire con Siri a distanza.

Inoltre, ha i sensori per temperatura e umidità che sono presenti (e adesso anche attivati) negli HomePod mini.

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Facilità di installazione

Abbiamo avvicinato l’iPhone (dopo aver effettuato l’ultimo aggiornamento di iOS) e la procedura ha richiesto poco più di due minuti. Basta inquadrare il colore che si muove sulla base dell’HomePod e poi lasciare vicino l’iPhone. Tutto avviene rapidamente e, se ci sono nei pressi altri HomePod della stessa generazione e una Apple Tv viene proposta l’integrazione. Facilissimo e veloce.

Attenzione però perché è solo Musica di Apple che permette di godere appieno dell’audio loseless e dell’Audio spaziale con Dolby Atmos. per Apple Tv. Inoltre, per configurare HomePod è necessario un iPhone o un iPad (o un iPod Touch recente, se per caso lo avete). Ciò significa che non è possibile utilizzare un dispositivo Android o un computer, il che rappresenta una vera e propria limitazione rispetto agli altoparlanti compatibili con Alexa (tra cui il Sonos One) e il Google Home, che funzionano tutti con dispositivi Android e iOS (e computer).

Gli HomePod possono essere usati autonomamente con i comandi vocali o dalle app Musica e Podcast o di terze parti (TuneIn, Spotify, Amazon Music e varie altre tra cui le ottime PoolSuite FM, Radio Classica, RaiPlaySound e le decine di app delle radio o di gestione dei podcast grazie ad AirPlay) con le limitazioni di cui sopra.

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Aggiornamenti di rigore

Apple ha aggiornato il software di tutti i suoi HomePod per supportare l’ultimo modello, e ha aggiornato anche quello di iPhone e iPad per dare accesso alle varie novità.

Il software HomePod 16.3 include il supporto per l’HomePod di seconda generazione appena rilasciato con Audio spaziale, monitoraggio temperatura e umidità (anche per HomePod mini ma non per HomePod 1) e riconoscimento dei suoni. Ma ci sono anche miglioramenti che i proprietari dell’HomePod di prima generazione o dell’HomePod mini apprezzeranno.

Ad esempio, Apple ha aggiornato i controlli del volume dell’HomePod di prima generazione per offrire regolazioni più granulari a volumi più bassi. Entrambi gli HomePod full-size beneficiano di una nuova sintonizzazione audio che ottimizza i contenuti parlati, come i podcast, per una maggiore chiarezza.

Le altre modifiche riguardano le interazioni con la casa intelligente e Siri: si può usare il rilevamento della temperatura e dell’umidità nell’HomePod mini e nell’HomePod di seconda generazione per attivare le automazioni della casa. Ci sono dei nuovi suoni ambientali rimasterizzati sostanzialmente fatti meglio che si possono aggiungere a scene, automazioni e allarmi nell’app Casa. La funzione Dov’è su HomePod consente di chiedere a Siri la posizione di amici e familiari (ovviamente se la stanno condividendo con voi). Si possono impostare automazioni ricorrenti di Casa usando solo la voce (meglio però controllare il risultato nell’app Casa). C’è il nuovo suono di conferma di Siri quando le richieste per accessori senza feedback o per oggetti smart in altre stanze della casa hanno fatto quel che si è richiesto.

Ci sono vari modi per installare gli aggiornamenti, incluso lasciar fare al sistema che lo fa automaticamente. Se avete fretta il pulsante in alto a destra dell’app Casa permette di selezionare le Impostazioni Casa e da qui Aggiornamento Software. Anche in Dettagli Accessori di ogni HomePod, verso il basso compaiono i controlli con la scritta Aggiorna da attivare.

Vedremo in un altro articolo più approfondito e centrato sulle attività di domotica le enormi potenzialità di automazione e gestione di scene che gli HomePod di Apple offrono.

Come suona HomePod 2

La parte musicale e di audio per Apple Tv è forse al cosa che tutti cercano in questi dispositivi. L’accoppiamento e gestione dell’audio di Apple Tv non potrebbe essere più semplice: un HomePod può essere usato come speaker e due possono essere messi in coppia (l’opzione viene proposta quando si attiva il primo e poi il secondo HomePod con il telefono), diventando di fatto un unico diffusore stereo. In questo caso (come vedremo tra un attimo) cambia molto la percezione del suono.

Per gli accoppiamenti, Apple li permette solo tra coppie di HomePod della stessa generazione: prima, seconda e mini. Non si possono fare ibridi o usare un HomePod come sub-woofer di una coppia di HomePod mini.

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Ma parliamo di come suonano. Con il nostro abbonamento annuale a Musica, che di solito sfruttiamo con iPhone 14 e AirPods Pro o con gli HomePod mini, abbiamo passato una settimana sonora tra le più belle della nostra vita grazie ai nuovi HomePod.

La coppia ha una presenza fenomenale, probabilmente dovuta anche all’adattamento dinamico reso possibile dal microfono, e dalla resa dei woofer da quattro pollici motorizzato con due centimetri di escursione e dai quattro tweeter. Il microfono interno “ascolta” e aggiusta dinamicamente l’audio a seconda dell’ambiente in cui viene emesso, senza contare che gli algoritmi di AirPlay consentono l’audio con accoppiamento stereo per cui i due dispositivi quando presenti nella stessa stanza si “ascoltano” per capire come modulare il suono stereo.

I nostri vicini fortunatamente non ci hanno fatto (ancora) causa. La resa dei bassi è enorme, siamo colpiti perché sono davvero un’esperienza notevole di primo acchito. Ma dopo un po’, quando l’orecchio si è abituato a questa nuova realtà audio, emergono tutte le sorprese più raffinate e i suoni maggiormente delicati. E qui comincia veramente la goduria di questo impianto, che ha più colore di un pittore espressionista e più profondità di un batiscafo oceanico.

Dopo il primo giorno di ascolto, mentre l’emozione comincia a lasciar spazio alla curiosità, emergono i medi, che sono chiarissimi, ben definiti e ricchissimi di sfumature. Già si capiva comunque visto che le frequenze più acute si sono fatte avanti quasi subito, soprattuto ai volumi più bassi. Gli alti sono infatti trillanti, separati chiaramente dai medi e ben presenti. La scena musicale viene rappresentata, con la musica loseless che abbiamo ascoltato in generi diversi, come un palco di sorprendente ampiezza, pieno di sonorità ben distribuite e dai colori cangianti in maniera molto espressiva.

La gamma dinamica è molto ampia, la resa in ambiente casalingo al nostro orecchio è straordinaria perché vengono gestite con maestria tutte le riflessioni sonore e la distribuzione dell’audio nella stanza, corta e larga rispetto alla posizione degli HomePod 2, è uniforme in tutti i punti. Infine, il volume cresce in maniera non lineare rispettando la gamma dinamica. Ad accelerare la loro presenza sono prima i suoni più acuti ma nella parte più alta esplodono i bassi che tuttavia rispettano la presenza delle medie frequenze sonore.

Cosa va più che bene

L’esperienza di configurazione degli HomePod 2, avendo un dispositivo Apple ovviamente, è facilissima. Sono dispositivi perfetti per l’ecosistema Apple, hanno però anche buone funzioni da smart speaker anche se limitate per le app di terze parti (che non si integrano allo stello livello con i comandi vocali di Siri) e compensano la limitata propensione ad essere un assistente digitale a tutto campo come Alexa con una notevolissima predisposizione per la domotica e per l’audio.

Secondo noi chi utilizza almeno un iPhone, ama la musica e sta valutando di usare Musica, dovrebbe usare HomePod 2 senza alcun dubbio. Meglio se in coppia. E per la domotica si tratta probabilmente del miglior investimento per il medio periodo, grazie alla sicurezza e allo standard Matter che sta finalmente decollando.

E alcune cose da migliorare

Gli HomePod 2 vanno benissimo così come sono. Ci sono cose che potrebbero migliorare lato software, però. L’interfaccia di Casa è molto migliorata ma diciamo che ci sono ancora margini di miglioramento. Soprattutto manca a nostro avviso un cruscotto che raccolga i dati degli HomePod: il fuoco è sulla automazione e la presenza degli oggetti smart e non tanto sulle informazioni che raccolgono (ad esempio, il grafico degli andamenti dell’umidità e temperatura in casa) oltre che un po’ confuso per quanto riguarda la gestione degli apparecchi, le loro funzioni, le impostazioni, la gestione delle stanze, e tutto il resto.

L’esercizio della domotica di cui Casa è la regina e gli HomePod sono gli alfieri (assieme ad Apple Tv) è ancora relativamente poco intuitiva e comunque diversa dall’esperienza degli altri software di Apple. Aggiungiamo che anche la gestione di Musica tra dispositivi diversi(iPhone, iPad, Mac, Apple Tv e i tre tipi di HomePod) è meno intuitiva di quanto sarebbe immaginabile.

Però, i miglioramenti ci sono e vengono portati avanti costantemente da Apple. La speranza è che presto ci sia un ulteriore salto in avanti. L’hardware è di eccellenza, serve un software altrettanto buono.

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