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Per la Commissione UE l’acquisizione Adobe Figma può ridurre la concorrenza

La Commissione UE ha emesso un’istanza formale per pratiche anticoncorrenziali nei confronti di Adobe riguardo alla sua offerta da 20 miliardi di dollari per l’acqusizione di Figma, piattaforma di progettazione di prodotti basata su cloud.

In seguito a un’indagine approfondita avviata il 7 agosto scorso, la Commissione europea ha tratto le sue conclusioni: se l’accordo andrà avanti, potrebbe “ridurre significativamente la concorrenza nei mercati globali” per la fornitura di strumenti interattivi di progettazione di prodotti, strumenti di editing vettoriale e strumenti di editing raster.

La Commissione ha emesso una dichiarazione di obiezione in cui evidenzia le sue preoccupazioni in materia di concorrenza. Questo sottolinea che gli ufficiali UE ritengono che Figma eserciti già una “significativa influenza restrittiva” sugli strumenti di editing Illustrator e Photoshop di Adobe, ed è “significativamente probabile” che si sviluppi come una forza competitiva nel mercato degli strumenti di editing vettoriali e raster anche senza la fusione.Per la Commissione UE l’acquisizione Adobe Figma può ridurre la concorrenza

La dichiarazione di obiezioni non pregiudica l’esito dell’indagine dell’UE, che ha ancora una scadenza fissata al 5 febbraio. Adobe e Figma possono ora rispondere per iscritto alle obiezioni offrendo concessioni che risolvano le preoccupazioni regolamentari della Commissione e richiedere un’audizione, dopo la quale la Commissione deciderà se l’acquisizione viola o meno le leggi antitrust.

Fino ad oggi, sia Adobe che Figma non hanno fornito rimedi per affrontare le preoccupazioni antitrust sollevate dall’indagine. Adobe ha già iniziato a eliminare gradualmente la disponibilità di Adobe XD, un’app di progettazione di prodotti UX/UI simile a Figma, all’inizio di quest’anno, dopo l’annuncio dell’accordo.

La Commissione sostiene ora che la discontinuità di Adobe XD, insieme a qualsiasi potenziale prodotto successore, costituirebbe un “acquisto killer inverso”: una situazione in cui le aziende eliminano i prodotti interni per eliminare potenziali rischi di concorrenza per i prodotti o i servizi appena acquisiti.

Altrove nel mondo, i problemi regolatori di Adobe sono lontani dall’essere risolti. L’Autorità britannica della concorrenza e dei mercati sta conducendo un’indagine approfondita simile e si vocifera che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti stia preparando una propria causa antitrust per bloccare l’accordo.

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