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Dentro alla beta di iOS 18.6 un indizio che HomePad esiste

Si torna a parlare del lancio del primo smart display e, come già accaduto in passato, se ne parla per una traccia nascosta nel codice di una beta: quella di iOS 18.6, dove è stata scoperta una nuova immagine denominata apple-logo-1088@2x~home.png, destinata alla piattaforma homeOS.

Cosa significa questo file nascosto

L’elemento trovato è un semplice file immagine: un logo Apple che viene mostrato durante l’avvio di un dispositivo. Apple usa da anni questo meccanismo per adattare graficamente l’accensione di ogni prodotto: per ogni modello di iPhone, iPad o altro dispositivo, viene inserita una versione del logo proporzionata alla risoluzione dello schermo.

Il file si chiama apple-logo-1088@2x~home.png. Il numero 1088 si riferisce alla metà della risoluzione orizzontale in pixel, quindi moltiplicandolo per 2 (dato che si tratta di una risorsa in scala Retina @2x), otteniamo 2176 pixel di larghezza. Il suffisso ~home indica che questo asset è pensato non per iOS, tvOS o watchOS, ma per una piattaforma ancora non pubblica chiamata homeOS.

Apple organizza questi asset con estrema precisione. Esiste, per esempio, un apple-logo-2532 usato per iPhone 13 e 14, che hanno una risoluzione di 2532×1170. Il fatto che esista ora un file “1088@2x~home” dimostra che Apple sta testando un nuovo dispositivo con un display specifico, che gira su homeOS.

Un display tra 7 e 8 pollici

homeOS 1200

La risoluzione di 2176 pixel in larghezza ricorda quella dell’iPad mini (2266×1488 su uno schermo da 8,3 pollici). Ma secondo le indiscrezioni di Bloomberg, lo smart display Apple sarà più compatto, con uno schermo da circa 7 pollici. Questo implicherebbe una densità di pixel leggermente inferiore rispetto a quella di un iPad, ma più che sufficiente per un dispositivo pensato per essere guardato a distanza.

Una densità minore, peraltro, aiuta anche a contenere i costi. Se Apple dovesse posizionare questo prodotto al di sotto dell’iPad mini da 499 dollari, sarebbe una scelta coerente anche sul piano produttivo.

Un progetto di lunga data

I primi indizi su homeOS risalgono al 2021, con un annuncio di lavoro Apple che lo citava accanto a iOS e watchOS. Da allora il nome è riemerso più volte, fino alla recente registrazione del marchio HOMEOS in varie giurisdizioni mondiali tramite una società di copertura — lo stesso schema usato da Apple per xrOS prima del lancio di Vision Pro.

Secondo quanto riportato anche qui a Macitynet nei mesi scorsi, Apple avrebbe in cantiere due dispositivi basati su homeOS, convenzionalmente chiamati HomePad: un modello più accessibile con chip A18, display squadrato e riconoscimento gestuale, e un modello più avanzato con braccio robotico motorizzato e prezzo superiore ai 1.000 dollari. Entrambi sarebbero compatibili con Apple Intelligence, compresa la gestione vocale offline e, in futuro, anche la comprensione del contesto visivo su schermo.

Apple ha registrato il marchio homeOS tramite una società di copertura - macitynet.it

Apple punta alla casa digitale

Con questo progetto, Apple punta ad andare oltre l’attuale offerta composta da HomePod e Apple TV. L’obiettivo è realizzare un hub domestico unificato, in grado di gestire audio, video, FaceTime, widget e app per la domotica, con un’interfaccia semplice e un motore AI sempre attivo in locale.

La piattaforma homeOS dovrebbe nascere proprio per questo: unificare l’attuale audioOS (HomePod) e tvOS (Apple TV), offrendo qualcosa di nuovo per entrare in competizione con dispositivi già consolidati come Echo Show e Nest Hub.

La scoperta del file in iOS 18.6 non rivela quando il dispositivo sarà lanciato, ma lascia intendere che Apple stia già testando prototipi avanzati. Senza una vera piattaforma di intelligenza artificiale, che oggi Apple non possiede ancora del tutto, l’HomePad rischierebbe di arrivare sul mercato privo della componente chiave che gli darebbe senso.

L’annuncio potrebbe quindi arrivare entro l’anno o alla WWDC 2026, magari con un Developer Kit pensato per aprire la piattaforma agli sviluppatori, come già accadde con i primi Mac ARM nel 2020.

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