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Il CEO di Disney ricorda il suo rapporto con Jobs

All’Hollywood Radio & Television Society il presidente, CEO di Disney e membro del consiglio di amministrazione di Apple, Robert A. Iger, ha ricordato il suo rapporto con il co-fondatore della casa di Cupertino, Steve Jobs. Il defunto amministratore delegato di Apple divenne il più grande azionista della Disney in seguito all’acquisizione da parte di quest’ultima della Pixar, atto che permise in seguito anche l’acquisizione della casa editrice Marvel e della casa di produzione cinematografica Lucasfilm. Iger ricorda che l’affare era probabilmente destinato a sfumare per via di disaccordi con il CEO Disney di allora, Michael Eisner. Una delle prime mosse che fece Iger con l’incarico di nuovo amministratore delegato della Disney fu chiamare Apple: “Non ricordo se fu una cosa premeditata”, afferma, “avevo deciso di chiamare i miei genitori, le mie figlie cresciute a New York, un paio di buoni amici e Steve”. 

Iger domandò se il rapporto potesse essere salvato, Jobs rispose che non cambiava niente ma accettò lo stesso di parlare. Il resto è storia: Pixar fu venduta alla Disney e i rapporti tra Iger e Jobs (e per estensione tra Apple e Disney) migliorarono decisamente. Come racconta bene Walter Isaacson nella biografia dedicata a Jobs, Iger “era ragionevole e solido quanto coloro che lo circondavano erano volubili”; aveva lavorato in televisione (era stato presidente della ABC, acquisita nel 1996 dalla Disney), “si era fatto una reputazione come manager aziendale ed era particolarmente bravo e abile nell’amministrazione, ma sapeva anche individuare il talento, aveva un acume psicologico che gli permetteva di capire le persone, e possedeva una natura pacata che, essendo sicuro di sé, non sentiva il bisogno di ostentare”. Diversamente da Eisner e Jobs, ricorda Isaacson, aveva una calma e un controllo che lo aiutavano a trattare con persone dall’ego ipertrofico. “Steve diede ancora sfogo all’esibizionismo annunciando che stava rompendo le trattative con noi” avrebbe ricordato in seguito. “Andammo in crisi ed io definii alcuni argomenti da discutere per sistemare le cose”. 

Il rapporto tra Iger e Jobs era “assiduamente” onesto, tanto che il primo chiamava Jobs il sabato sera per scoprire se gli ultimi film Disney “facessero schifo”. Iger dice che la naturalezza di Jobs era contagiosa ma a lui confidò di aver capito che a Disney aveva un gran bisogno della Pixar per migliorare la sua offerta nel campo dell’animazione. Iger apprese in seguito dalla biografia di Isaacson che Jobs era rimasto impressionato dalla sua onestà. “Adoravo Bob Iger”, ricordava Jobs, “Aveva detto sinceramente quello che pensava e questa di solito, secondo le regole tradizionali, è la cosa più stupida che si possa fare quando si affronta una trattativa. Mise semplicemente le carte in tavola e disse: stiamo stati noi a mandare tutto a puttane. Provai immediata simpatia per quell’uomo, perché anch’io ero solito agire così”.

[A cura di Mauro Notarianni]

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