Forse solo entro la fine del decennio vedremo una massiccia migrazione dei computer desktop PC verso la tecnologia a 64 bit.
A sostegno di questa tesi, che significa che quella ce viene ritenuta la strada più facile per incrementare le prestazioni e l’efficienza dei processori, alcune testimonianze ddi manager Intel che hanno confermato, anche nel contesto dell’Intel Developer Forum che si sta tenendo in questi giorni in California, che la loro società non ha piani concreti per lanciare processori a 64 bit per deskstop prima del 2008 o del 2009.
Un processore a 64 bit è, di fatto, in grado di processore blocchi di dati doppi rispetto a quello che è possibile agli attuali chip a 32 bit. Una macchina con processore a 64 bit sarebbe anche in grado di gestire fino a 4 GB di memoria Ram, permettendo la scrittura di applicazioni molto più complesse di quelle attuali.
Secondo Intel al momento non esiste l’esigenza per simili applicazioni ma non esistono neppure le condizioni economiche e tecnologiche per costruire computer con simili specifiche.
In aggiunta a questo anche le case di software appaiono restie a compilare applicazioni compatibili con processori a 64 bit. Tra questi la stessa Microsoft, dopo averlo promesso, deve ancora rilasciare un Windows in grado di supportarle.
Ricordiamo che, invece, società come AMD ma anche la stessa Apple paiono indirizzate in maniera diversa.
La società di Sunnyvale, maggiore concorrente di Intel nel mercato informatico PC, lancerà entro la fine dell’anno un processore per desktop a 64 bit. A sua volta Apple potrebbe entrare in questo mercato con la presentazione di macchine dotate del PPC 970 di IBM che, derivato dai Power4, sarà proprio un processore a 64 bit.
Sia Intel che IBM hanno fatto anche la scelta di rendere i loro chip compatibili anche con le istruzioni a 32 bit, il che renderebbe la transizione più facile e fluida.
