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La guerra sui codec HEVC minaccia lo streaming 4K

Un gruppo industriale denominato HEVC Advance minaccia la richiesta di royalty per il nuovo video codec HEVC in grado di dimezzare la larghezza di banda richiesta per lo streaming online di video o offrire alte risoluzioni a parità di utilizzo di banda. Ne parla Ars Technica spiegando che l’organizzazione in questione promette di chiedere royalty pari allo 0.5% delle entrate dei broadcaster che sfruttano il codec, una mossa che potrebbe riaccendere le divergenze attorno ai video codec sul web e compromettere servizi quali lo streaming 4K offerto da Netxflix.

Sull’H.264, standard di fatto per la compressione video, c’è l’ombra di alcuni limiti dovuti a brevetti e royalties. Un consorzio denominato MPEG LA, rappresenta i molti titolari di brevetti che vantano proprietà intellettuali sulla tecnologia in questione, incluse Apple, Samsung e Fujitsu, che riscuotono royalties su encoder e decoder hardware e software. Affinché l’H.264 resti appetibile e sfruttabile dai servizi di streaming quali YouTube e Netflix, l’MPEG LA si è impegnato a non chiedere nessun tipo di royalty sui contenuti.

La situazione è complessa e ha creato problemi con i decoder software open source. Mozilla per molto tempo non ha voluto usare l’H.264 evitando di pagare le royalties per il quale un decoder integrato sarebbe soggetto a un’obbligazione, spiegando di ritenere che sul web non dovrebbero gravare brevetti. Dopo un lungo periodo di riflessione e dopo avere costatato che l’H.264 era di gran lunga il riferimento del mercato, Mozilla ha infine ceduto, integrando prima il supporto a meccanismi di riproduzione che sfruttavano l’hardware sottostante (un espediente per sfruttare i l’hardware dei produttori che già pagavano le necessarie licenze per la riproduzione) e poi integrando un decoder software donato da Cisco, con quest’ultima che si occupa di farsi carico delle spese quando richiesto.

L’MPEG LA ha promesso un accordo analogo per l’HEVC (noto anche come H.265), sviluppato per essere più efficiente e migliore dal punto di vista della qualità, dell’H.264. Benché encoder e decoder continuino a essere soggetti al pagamento di una tassa, il meccanismo di licenza ideato dal gruppo renderebbe possibile lo sfruttamento a costo zero dell’HEVC per lo streaming, broadcasting e l’uso con dischi Blu-Ray. Tutto queste avrebbe permesso di ottenere una situazione simile a quella esistente con l’H.264: produttori hardware e di software proprietari pagherebbero a pagare le commissioni, ma i servizi di streaming e altri produttori di contenuti non devono pagare. La situazione è ora messa in pericolo da HEVC Advance. L’ MPEG LA ha alcuna autorità sui brevetti, questi non sono di sua proprietà ma ha semplicemente un diritto non esclusivo di vendere licenze e le società che vantano brevetti sull’HEVC non hanno alcun obbligo d partecipare a quanto fa MPEG LA. Per il momento, sembra che almeno cinque diverse società si sono accordate con HEVC Advance: General Electric, Technicolor, Dolby, Philips e Mitsubishi Electric. Altri gruppi, inclusi Google e Mozilla, stanno da tempo lavorando su codec concorrenti con l’obiettivo di offrire una valida alternativa all’HEVC; ma con quest’ultima che controlla alcuni produttori dei dispositivi, inclusi quelli che sviluppano tecnologie di accelerazione hardware, i potenziali concorrenti hanno davanti un percorso tutto in salita.

Hevc

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