Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » Hi-Tech » Futuroscopio » Mac mini, la punta dell’iceberg

Mac mini, la punta dell’iceberg

Non sempre Apple ci ha azzeccato. Anzi, sarebbe meglio dire che non sempre Steve Jobs ci ha azzeccato. Il co-fondatore della casa di Cupertino ha avuto sicuramente una serie di buone idee. Non ha concepito lui né l’Apple I né l’Apple II né Lisa, né il Macintosh, ma è stato lui che ha reso possibile, con la capacità  di prevedere in maniera lucida l’evoluzione dell’informatica e il suo desiderio di essere imprenditore in questo settore, quali prodotti portare al mercato e come portarli.

Non sempre ha azzeccato, però. Il mouse con un solo bottone, per esempio, è l’apoteosi della caparbia di Steve Jobs, e il Cubo è il convitato di pietra di molte sue notti, viene da pensare. Ma altre cose, che Steve Jobs ha intuito, accettato quando i suoi collaboratori venivano a proporgliele, affinato con la sua proverbiale pignoleria, veicolato verso il mercato, sono risultate dei successi prodigiosi.

La prima generazione di iMac, MacOsX, iPod e iTunes (Music Store), i negozi monomarca AppleStore, lo stesso modello di store online. Si potrebbero aggiungere altri successi minori, ma basta questo a raccontare l’uomo che nella Silicon Valley è morto e risorto, segnando non una, non due ma almeno tre innovazioni epocali (per fare un paragone, Bill Gates ancora nuota nei soldi della prima e unica intuizione che ha avuto: si può vendere il software senza bisogno dell’hardware).

L’ultimo Macworld è stato visto come una sorta di transizione da molti. Parecchi siti e testate attente al cammino di Apple hanno segnato un punto di passaggio per quanto Steve Jobs ha raccontato nella sala del Moscone Center di San Francisco pochi giorni addietro. E’ vero da tanti punti di vista, perché si sono viste novità  più quantitative che non dal punto di vista della qualità  (lo stesso iPod shuffle, iWork, il nuovo iLife, i prodotti dedicati al video e alla musica). Ma un punto che è stato colto in maniera contraddittoria dagli analisti è il Mac mini.

Cos’ha fatto Steve Jobs presentando il piccolo computer da 499 dollari, a parte segnare – senza neanche bisogno di attualizzare i prezzi al tasso di inflazione della trentennale storia di Apple – subito il costo più basso di sempre nell’acquistare un Mac?

Alcuni sostengono che abbia aperto la via al settore degli “small form factor” computer, i computer con dimensioni appunto “mini”. Sogno già  percorso da alcuni anni nell’informatica: Hp si è svenata cercando di proporli. Molti li hanno fatti con un approccio ambiguo, perché cercavano contemporaneamente di creare macchine piccole ma di copiare il concetto dell’iMac, che non è certo una macchina “mini”. Nessuno ha portato a casa il risultato.

Arriva Apple e subito detta lo standard: il computer mini si può vendere ed è fatto così, esattamente come il Mac mini. Ma non basta. Parecchi hanno anche pensato a strane manovre con l’abbassarsi dell’altro giorno dei prezzi delle componenti “build to order” sull’AppleStore. Dietrologia, dato che Apple sconta e rifonde anche i precursori che hanno subito comprato il mini con pezzi custom a prezzo pieno.

Sono le economie di scala che stanno sommergendo i magazzini e i backlog di Apple a dettare la possibilità  di un abbassamento dei prezzi. Così immediato e repentino da suonare come benzina buttata sull’incendio delle vendite del mini, almeno secondo le indiscrezioni che parlano di carovane di terzisti impegnate nelle consegne dall’Estremo Oriente e di siti web intasati di richieste.

Ma altri hanno intelligentemente guardato il keynote di Steve Jobs a San Francisco con spirito critico e mente aperta, cogliendo la presenza sul palco non solo del primo uomo di Sony (evento inusitato, i giapponesi partecipano solo quando ci sono motivi politici e di sostanza, non per motivi di sola educazione) ma anche all’annuncio di Jobs: “Questo sarà  l’anno del video ad alta definizione”. L’anno del codec H.264, inserito nel cuore pulsante di QuickTime, motore di tutte le capacità  video di MacOsX e delle applicazioni di Apple.

Quindi, con Tiger, che arriva tra poco, molto poco, arriva anche la possibilità  di veicolare un video di qualità  superiore, usato per tutti i formati dei nuovi Dvd ad alta capacità . E Steve Jobs, presentando il Mac mini, ha lanciato una serie di sfide ed ipoteche sul futuro che, per tenere il passo di tutte, occorrerebbe un libro, non un solo, lungo articolo.

La prima, conquistare gli switcher. Cioè gli utenti Pc che sono spaventati dal Mac perché “costa tanto”, oppure perché “è diverso”, perché “in casa ho già  due computer, dove lo metto il terzo?”. La risposta è mini: piccolo, confortevole, economico. Avete comprato un iPod shuffle o un iPod photo? Volete un piccolo computer che si adatti a questa scelta? Ecco il mini.

E per gli utenti Mac da una vita, che però non hanno bisogno di cambiare? Per chi ha già  un Mac in casa? Ecco che arriva il secondo, il piccolo, il mini da piazzare in un angolino. Magari in campagna (al mare? al lago?) come la seconda macchina.

Inoltre, la terza, mettere un piede sul tappeto. Avvicinarsi al televisore, nella lotta per il controllo del soggiorno dove Microsoft sta combattendo al coltello con Sony e Nintendo. Videoregistratori, mediacenter, TiVo, Playstation, Xbox. C’è praticamente di tutto sul tappeto che sporge da sotto il televisore. Adesso c’è posto anche per un piccolo Mac.

jobs mac mini

In futuro cosa potrebbe arrivare? Steve Jobs ha aperto una serie di prospettive molto ampie. E’ riuscito anche, zitto zitto, a rifare il suo Cubo. Anzi, come ci diceva sorridendo un top-executive di Apple qualche giorno addietro, un sesto di un Cubo, dato che i buontemponi di Cupertino hanno preso l’involucro di plastica del vecchio G4 di Apple e hanno scoperto che ci stanno perfettamente, impilati uno sopra all’altro, ben sei Mac mini.

Vedremo come le sfrutterà . Ci saranno ulteriori annunci di sinergie con Sony? Si stanno preparando altri hardware da aggiungere sopra (o sotto) al mini, magari come docking station per stare più “comodo” sopra il televisore? iTunes Music Store, visto che l’applicazione iTunes ha appena acquistato la capacità  di gestire i video in formato QuickTime, sta per diventare iTunes Music&Movie Store?

Quando Steve Jobs è uscito da Apple, nel 1985, è come se avesse pigiato il tasto di “pausa” dell’azienda. Dopo quasi dodici anni è tornato ed ha ripreso da dove aveva lasciato, azzerando tutto quello che non c’entrava (Newton, Performa e via dicendo) con un vero e proprio bagno di sangue. Ci ha messo quasi altri nove anni, ma ha chiuso l’operazione di “rientro” proprio il giorno dopo il keynote di San Francisco, con l’annuncio dei risultati finanziari di Apple che sono stati i migliori della storia dell’azienda. Oggi il titolo viaggia oltre i livelli del 2000, che erano il record per la compagnia.

E’ sopravvissuto all’euforia di Internet, allo scoppio della bolla, all’11 settembre, e sembra stare superando una difficile malattia. Steve Jobs è sempre sul palcoscenico, sempre impegnato a disegnare il futuro dell’informatica personale. Il Mac mini, come l’Apple II, il primo Macintosh e poi l’iMac, è il computer di cui ci si può fidare. Questo è il messaggio, declinato in maniera costante attraverso il tempo. Un messaggio che, a quanto pare, permette di fare molte più cose di quante non se ne possano credere comunemente.

E voi che ne pensate? Utilizzate questa pagina del Forum di Macitynet per esprimere il vostro parere e leggere quello degli altri lettori.

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Top offerte Apple su Amazon

Sono arrivati gli iPhone 15 e 15 Pro, primo contatto

Minimo iPhone 15 Pro da 256 GB, solo 1169

Su Amazon iPhone 15 Pro scende al minimo storico nella versione da 256GB. Ribasso a 1169 €, risparmio di 200 €

Ultimi articoli

Pubblicità