Sta per cominciare la battaglia dei prezzi nel campo delle memorie flash. Una ipotesi in questo senso si può dedurre dalle notizie di alcuni osservatori che hanno notato un taglio dei costi dei chip che vengono impiegati per questo tipo di supporti d’archiviazione, particolarmente popolari nel campo della fotografia e della musica digitale e in tutti i dispositivi da tasca in genere.
A ridurre in maniera sensibile i costi sono stati Samsung e Toshiba, di fatto il numero uno e il numero due nell’ambito dei chip per memorie flash che insieme detengono il 90% del mercato. In seguito al taglio dei costi il prezzo di un chip per flash da 512 MB è sceso da 21,50$ del mese di ottobre ai 9 dollari di oggi che si traduce in una riduzione di costi ancora più consistente per i consumatori che sul mercato USA possono ora reperire a meno di 100$ schede che costavano fino a qualche settimana fa più di 200$.
Secondo gli osservatori la decisione di ridurre i costi della RAM sarebbe determinata dalla volontà di Samsung e Toshiba di continuare a dominare il mercato. Detenendo il pieno controllo delle tecnologie e dei canali distribuitivi i due colossi asiatici con una simile politica dei prezzi possono tenere distanti ancora per un certo tempo i concorrenti che cercano d’affacciarsi a questo segmento massimizzando per un certo periodo i profitti. D’altra parte l’incremento delle vendite che ne conseguirà , unito ai margini che le due società sono sempre riuscite a spuntare, potrebbe comunque continuare a garantire dei profitti nonostante la riduzione di prezzo molto sensibile. Basti pensare che Samsung aveva un profitto netto pari al 70% sulle memorie flash e nonostante il calo dei prezzi prevede di aumentare il profitto operativo del doppio e portarlo entro fine anno a 1,9 miliardi di dollari.
Secondo Joseph Unsworth un analista di Gartner, il calo dei prezzi delle memorie flash dovrebbe essere a fine 2004 del 32% rispetto all’anno precedente e nel corso del 2005 del 42% rispetto all’anno in corso.
