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OpenAI potrebbe avere problemi a registrare il marchio GPT

ThreatGPT, MedicalGPT, DateGPT e DirtyGPT: sono solo alcuni esempi di nomi per i quali negli ultimi mesi sono state richieste registrazioni presso l’United States Patent and Trademark Office (USPTO).

Lo riferisce il sito TechCrunch facendo notare che OpenAI – l’organizzazione che ha creato quello che è attualmente il più noto chatbot specializzato nella conversazione con un utente umano – potrebbe avere problemi nella registrazione del marchio GPT.

A dicembre dello scorso anno, OpenAI ha presentato domanda per registrare il marchio GPT, acronimo che sta per “Generative Pre-trained Transformer”; lo scorso mese OpenAI ha chiesto all’USPTO di accelerare la domanda di marchio citando “miriadi di infrazioni e app contraffate”, con servizi e app che si spacciano come legate a OpenAI, aggiungendo a nomi di app e servizi l’indicazione “GPT. Sfortunatamente per OpenAI, la richiesta di accelerare la procedura di registrazione è stata respinta e questo vuol dire che potrebbe essere necessario attendere ancora mesi prima che l’USPTO dia il consenso alla richiesta di registrazione del marchio.

Oltretutto non basta l’approvazione dell’USPTO ma dopo l’accoglimento della domanda, altri operatori sul mercato hanno alcuni mesi di tempo per opporsi alla richiesta fatta all’ufficio brevetti e marchi. Potenziali competitor potrebbero obiettare che “GPT” è ormai un acronimo percepit dal pubblico, come qualcosa di genericamente legato alle tecniche di apprendimento automatico.

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Non è chiaro perché OpenAI non abbiia pensato prima di registrare e proteggere la denominazione “GPT”. Jefferson Scher, specialista di un gruppo che si occupa della registrazione dei marchi, ipotizza che l’azienda sia stata presa alla sprovvista dal successo della sua creatura. Altra possibilità è che ritenga la notorietà elevata, sicura che le persone sapranno riconoscere suoi servizi rispetto ad altri. Intanto su internet proliferano app e servizi (anche a pagamento e anche app malevole) che millantano di essere ufficiali, con ovvii potenziali danni per gli utenti.

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