Nel mondo della musica in streaming i numeri contano più di qualsiasi altra cosa, soprattutto quando di tratta di abbonati. Dopo che Apple ha svelato la base di utenza attiva, pari a 14 milioni di sottoscrittori, Spotify spara la sua cartuccia, annunciando per bocca del CEO Daniel Ek tramite Twitter la sua base di utenza pagante, pari attualmente a 40 milioni di abbonati.
Il salto nel numero degli abbonati di Spotify è piuttosto significativo, dato che l’ultimo rilevamento, nel marzo scorso, era di 30 milioni di utenti paganti in tutto il mondo. Questa base utenti, ovviamente, si riferisce soltanto agli abbonati, cioè a coloro che utilizzano Spotify con account premium a pagamento, mentre gli utilizzatori del servizio, compresi coloro con account gratuiti, potrebbe ammontare a circa 100 milioni di persone, anche se il dato esatto non è stato confermato in via ufficiale.
Il record positivo di utenti paganti è stato certamente spinto dalla decisione di Spotify di estendere a 6 membri la possibilità di fruire degli account familiari, tagliando il prezzo di questa tipologia di abbonamenti a 15 dollari, che in Italia si traduce in 14,99 euro. Inoltre, l’acquisto di account premium può essere anche spinto dal fatto che Spotify, a differenza di Apple Music, offre anche account gratuiti, supportati dalla pubblicità: nel tempo, gli utenti affezionati e soddisfatti, potrebbero decidere di effettuare il passaggio da account free a premium, restando ovviamente fedeli al servizio.
Naturalmente, al di là dei numeri degli utenti paganti, non è dato effettivamente sapere quanto redditizio sia il mercato della musica in streaming, in passato tacciato di non essere un buon affare né per i musicisti, né per le piattaforme che erogano il servizio.