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Cina: la censura degli sms diventa automatica

La diffusione di telefoni cellulari in Cina, l’economia mondiale che sta crescendo ai più alti tassi e che se fosse inserita nel computo dei grandi paesi avrebbe superato Italia, Francia, Gran Bretagna e Giappone assestandosi dietro a Germania e Stati Uniti, è diventata enorme.

Molto più degli accessi a Internet, vista la scarsa diffusione dei personal computer e anche il relativo grado di alfabetizzazione informatica e in inglese (l’esperando della rete) dei cinesi. Quindi, cosa meglio per il governo di Pechino che non la censura degli sms, veicolo altrimenti incontrollabile di informazioni sovversive, piuttosto che la semplice chiusura degli Internet Caffè o la schermatura dei siti di informazione occidentali?

Dai tempi della Sars Pechino aveva avviato una politica di stretta osservazione dei messaggi che venivano lanciati nelle varie reti locali di gestione della telefonia mobile. Un controllo reso anche abbastanza semplice dalle infrastrutture dei servizi Gsm, lo standard fino a questo momento più diffuso nel Paese. Ma adesso agli oltre tremila centri di ascolto si sono aggiunte anche delle centrali automatiche in grado di filtrare per parole chiave i contenuti degli sms, individuando testi potenzialmente sovversivi e impedendo quindi che la popolazione possa esprimersi con libertà .

Dal 2003 ad oggi risultano almeno 100 gli arresti nel Paese che – per inciso – guida la classifica delle condanne a morte.

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