Giungono segnali positivi per il mondo dei processori dalle dichiarazioni dei risultati fiscali. Intel, il maggior protagonista mondiale in questo campo e il cui andamento economico viene considerato un termometro attendibile della salute del comparto, pare avere orma superato la crisi degli anni scorsi ed avere ingranato la marcia più alta.
Secondo quanto si è appreso dal resoconto trimestrale il bilancio degli ultimi 90 giorni è stato superiore alle attese con un profitto di 1,7 miliardi di dollari, ovvero 27 centesimi per azione contro i 25 previsti dagli analisti. Il guadagno e il fatturato (7,8 miliardi di dollari) sono anche di molto superiori a quelli dello scorso anno quando per lo stesso periodo Intel postò profitti per 686 milioni di dollari (10 centesimi per azione) con un fatturato di 6,5 miliardi di dollari.
Il traguardo è stato reso possibile soprattutto dalle prestazioni della Intel Architecture Group, la divisione che si occupa di processori per computer e prodotti correlati. Secondo quanto Intel ha reso noto nel corso degli incontro con gli analisti il numero dei processori per portatili, il prodotto a maggior margine, hanno compiuto un balzo in avanti del 30% anno su anno.
Intel pare invece soffrire la concorrenza dei produttori del pacifico e del lontano oriente nel campo dei processori per sistemi wireless, cellulari e memorie flash. La divisione ha infatti postato ancora un trimestre in perdita, il che significa nessun profitto per tutto il 2003.
Secondo quanto comunicato nel corso dell’incontro, nonostante il lancio di Prescott (il processore di nuova generazione che seguirà a Pentium) sia stato differito e non potrà incidere sul bilancio che dai primi mesi del prossimo anno, il trimestre in corso dovrebbe essere nuovamente molto positivo per Intel. Il fatturato dovrebbe arrivare a 8,4 miliardi di dollari e il guadagno lordo al 60%. Se l’obbiettivo fosse concluso Intel tornerebbe ad avere un tasso di crescita simile a quello medio dei precedenti cinque anni.