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PeopleSoft certifica Safari per le sue applicazioni

Se lavorate o avete mai lavorato in una grande azienda, prima o poi qualcuno vi avrà  spiegato che i Mac sono bellissimi, non vanno mai in crash, però non sono adatti per la rete locale. Non è per una questione di prezzi (spesso le aziende comprano desktop a prezzi nettamente più alti di quelli per il mercato consumer) o per la mancanza di personale IT in grado di effettuare le installazioni o il mantenimento. Il problema, dicono, è che mancano le versioni Mac di applicativi specifici sviluppati per le singole aziende.

Software per il Crm (gestione delle relazioni con la clientela), per l’Erp (pianificazione delle risorse d’impresa), gestione della catena dei fornitori, Business intelligence; aziende come SAP, Oracle, SAS, PeopleSoft, Siebel sono nomi noti agli addetti ai lavori (oltre che giganti che fatturano ogni anno miliardi di dollari) e forniscono il software (lato server e lato client) a grandi compagnie: banche, assicurazioni, compagnie telefoniche e altro. Ma, di solito, solo per Pc.

Se i Call center di Tim o Vodafone sono basati su Pc, per esempio, è perché il software in grado di abilitare ogni postazione all’interrogazione dei dati sui server è sviluppato in modo da funzionare solo con Windows. Idem per i software utilizzati, ad esempio, dagli uffici postali in tutta Italia.

Adesso, PeopleSoft “apre” al mondo di Mac Os X, ad oggi la prima tra le grandi, annunciando per la fine dell’anno la certificazione di Safari come compatibile per le proprie applicazioni. Il motivo sta, da un lato, nella presenza di un cuore Unix/Linux nei computer di Apple, ma anche nella sempre maggior diffusione dei Web services, che permettono di gestire attraverso un normale browser compiti difficili una volta delegati a singole applicazioni.

Con i Web services per interrogare i server e le applicazioni sviluppate dalle principali aziende è sufficiente, infatti, utilizzare il browser (tipicamente, Microsoft Internet Explorer) che attiva a distanza applicazioni e processi gestiti sul server, visualizzandoli senza bisogno di installare alcuna applicazione sulla macchina client. La certificazione di Safari rientra in una politica di “alleggerimento” verso Microsoft che sta silenziosamente avendo luogo all’interno di molte aziende.

La domanda che sempre più responsabili aziendali dell’IT si pongono suona più o meno così: perché limitarsi a IE (che è, oltretutto, abbastanza fragile da un punti di vista della sicurezza) quando è possibile avere alternative come Netscape Navigator, Mozilla, Opera e altri browser che rendono compatibili praticamente tutti i tipi di sistemi, anche quelli della Apple, oltre a Linux?

La risposta sta arrivando: una rivoluzione silenziosa che nel medio periodo potrebbe portare solo benefici alla casa di Cupertino, tra l’altro sempre più presente nel settore enterprise con la sua linea di Xserve.

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