I rimedi che vengono proposti dagli Stati per impedire a Microsoft di esercitare il suo potere di monopolio avrebbero potuto impedire alla stessa Microsoft di forzare Apple sulla vicenda Office.
Ad ammetterlo è stato lo stesso Bill Gates per il quale ieri è stata la seconda giornata in tribunale.
Il fondatore di Microsoft, interrogato dagli avvocati degli Stati che si oppongono alla mediazione con il DOJ, è stato più volte messo all’angolo finendo per ammettere in alcune occasioni che i provvedimenti che vengono suggeriti non sarebbero così distruttivi come la società di Redmond cerca di far credere alla corte.
Un esempio portato alla luce è stato proprio quello legato al porting di Office per Mac. In occasione della decisione da parte di Apple di scegliere un browser di default, come noto, Microsoft minacciò la società della mela di cessare definitivamente lo sviluppo di Office per Mac se il browser non fosse stato IE. ‘Questo sarebbe stato possibile ‘ ha chiesto uno degli avvocati degli Stati ‘ se fossero state in vigore le restrizioni proposte?’.
Gates, un po’ riluttante, ha risposto che, no, non sarebbe stato possibile, una dichiarazione che è apparsa ai più il momento in cui con maggior evidenza le tesi di Microsoft hanno mostrato la corda.
Ricordiamo che Microsoft afferma che i provvedimenti richiesti sono inutilmente oppressivi e potenzialmente distruttivi per la società .
Gates, ha poi ammesso nel corso del processo che sia Netscape che Java rappresentavano un pericolo oggettivo per Microsoft, apparentemente contraddicendo o se non altro modificando quanto dichiarato nella relazione scritta dove si diceva che questi prodotti rappresentavano solo un pericolo potenziale.
