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Analista di UBS, Apple rischia di perdere il treno delle chatbot

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UBS, società di servizi finanziari che si occupa di gestione di patrimoni, suggerisce ad Apple di realizzare sue proposte nel campo delle “chatbot”, i sistemi automatizzati che, sfruttando meccanismi di intelligenza artificiale, consentono di interagire automaticamente con l’utente direttamente dalle app di messaggistica.

Facebook ha recentemente presentato le “chatbot” come algoritmi da integrare nel servizio Messaging e anche Microsoft ha presentato un “Bot Framework” per gli sviluppatori, campanelli di allarme, dice UBS, che dovrebbero spingere Apple a rispondere.

Sono molti a credere nel futuro dei “bot”, meccanismi che consentono di automizzare risposte e l’interazione con l’utente, fornendo l’impressione di stare conversando con un assistente reale. Nel corso dell’ultima F8 Conference, Facebook ha annunciato una piattaforma di sviluppo ad hoc per i bot su Messenger spiegando che questi potrebbero rappresentare un nuovo importante canale per il commercio, i media, l’assistenza clienti. Sarà ad esempio possibile ordinare fiori, prodotti vari e ottenere notizie personalizzate chiedendo all’interlocutore virtuale cosa vogliamo, rendendo superfluo usare app ad hoc, al punto che qualcuno già si chiede se gli sviluppatori di app tradizionali non debbano preoccuparsi e se in futuro il mondo della cosiddetta “app-economy” non sia a rischio.

“Perché dovrei scaricare e installare ogni sorta di app dall’App Store quando posso fare richieste direttamente ed efficacemente usando i bot” dice Bruce Wilcox, direttore natural language strategy presso Kore, una startup che sviluppa bot per piattaforme enterprise come Salesforce.com. “Gli iPhone offrivano il carisma di una migliore esperienza utente ma i Bot distruggeranno le distinzioni nell’interfaccia utente. Sull’App Store si venderanno poche cose. Le persone avranno meno ragioni per acquistare un iPhone e dunque: sì Apple, devi fare qualcosa”.

Nel report di UBS s’immagina che Apple possa ovviamente integrare Siri con i meccanismi di chatbotting, sulla falsariga di quanto sta facendo Amazon con lo sviluppo dell’assistente denominato “Alexa”. “Siri è un bot domanda/risposta” dice ancora Wilcox; “si fa una domanda, propone una risposta. Fine della discussione. Individua le risposte alle domande ma non offre controllo sul mondo. Le piattaforme di Bot provano a fare tutte e due le cose”. “Alexa è una sorta di piattaforma di bot; consente di indirizzare le proprie richieste ad alcuni bot specifici ed è dunque una piattaforma di bot. Facebook è in una buona posizione poiché ha una piattaforma di messaging dominante, usata da milioni di utenti: gli sviluppatori hanno molti interessi per portare da loro quella base di utenti”.

 

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