Apple brilla nell’ultimo report Greenpeace sull’impegno ambientale ed ecosostenibilità di 17 colossi dell’elettronica di consumo, questa volta però c’è anche una nota dolente. Apple fa meglio di tutti su praticamente tutti i fronti, ma registra una bocciatura secca per quanto riguarda la riparabilità dei propri dispositivi oltre che per l’opposizione in USA alle proposte di legge sul diritto di riparabilità.


Come anticipato Greenpeace assegna voti insufficienti ad Apple in un’unica sezione, quella che riguarda la possibilità di riparare ed espandere i dispositivi. Il report evidenzia l’impiego di parti proprietarie, l’assenza o la scarsità di possibilità di upgrade ed espansione per gran parte dei dispositivi di Cupertino, scelte di progettazione e design che nel settore viene indicata come obsolescenza programmata. Non potendo prolungare la vita utile dei dispositivi gli utenti sono costretti a sostituire i dispositivi con modelli nuovi, incrementando così l’uso di materiali, sprechi, rifiuti a danno dell’ambiente. Infine Greenpeace boccia il sostegno di Apple contro il diritto alle riparazioni fai date, una proposta di legge che sta circolando in diversi stati USA che, se approvata, obbligherebbe Apple e molte altre multinazionali a fornire parti e manuali per rendere possibili le riparazioni da parte di centri non autorizzati e fai da te degli utenti.
Occorre comunque rilevare che, con l’unica eccezione di Fairphone, piccola società che ha l’obiettivo di realizzare smartphone ecosostenibili con solo due modelli a listino, Apple è e rimane il colosso di elettronica con il punteggio Greenpeace più alto, davanti a Dell, HP Microsoft, Lenovo e a tutti i nomi più importanti della tecnologia consumer. Il report completo di Greenpeace Guide to Greener Electronics è disponibile a partire da questa pagina.












