L’accordo raggiunto da Microsoft e Dipartimento di Giustizia non avrebbe impedito a Redmond di schiacciare, abusano del suo monopolio, Netscape. Questa l’opinione di James Barksdale ex CEO della società che produceva il browser un tempo dominante sul mercato.
Barksdale ha rilasciato la sua testimonianza nel contesto del procedimento in cui gli stati dissenzienti che chiedono sanzioni più severe per Microsoft rispetto a quelle che le verrebbero comminate se la mediazione con il DOJ andasse approvata.
‘Man mano che prendo conoscenza di quello che dispone la mediazione ‘ dice Barksdale in una testimonianza scritta ‘ mi rendo conto che non avrebbe aiutato Netscape negli atteggiamenti anti-competitivi di metà degli anni ‘90’. Nella sua testimonianza Barksdale ha sostenuto che, al contrario, le proposte avanzate dagli stati che di fatto chiedono un Windows ‘modulare’, e venduto anche in configurazioni prive di IE, avrebbe dato maggiori possibilità a Netscape di competere con Internet Explorer.
L’avvocato di Microsoft, John Warden, ha cercato di mettere in difficoltà Barksdale ricordandogli che alcuni produttori, come RealNetworks, pur rilasciando software che compete con quello di Microsoft sono comunque riusciti ad avere successo. La colpa, insomma, sarebbe stata delle incapacità di Netscape di competere e non di Microsoft che avrebbe operato illegalmente.
La stessa accusa è stata rivolta da Microsoft a Sun sul caso Java che ha occupato una parte della giornata. Secondo i legali di Redmond anche in questo caso il successo dei prodotti Microsoft sarebbe stato dato dalla loro maggior qualità rispetto ai prodotti di Sun come ammesso da un memo interno della stessa Sun dove si leggeva che il maggior problema di Java sarebbe stato nella sua velocità .
L’accordo con Microsoft non avrebbe salvato Netscape
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