Pochi giorni fa sembrava che Dell, l’azienda che vende più personal computer al mondo tramite il suo sito web, avesse vinto la partita. La posta in palio era molto più che non il già enorme numero di personal computer portatili da vendere alle scuole della contea di Cobb, in Georgia.
Infatti 63 mila computer sono un numero elevatissimo, infatti, ma quello che più preme, che più sta a cuore alle aziende impegnate a confrontarsi nel mercato “educational” dell’informatica è un’altra cosa: acquisire la leadership e la credibilità necessarie per convincere le scuole e acquisire i giovani studenti, futuri consumatori, da fidelizzare al proprio brand o – nel caso di Apple – al proprio mondo tecnologico.
Sembrava che vincesse Dell, sembrava che l’azienda più antitetica rispetto al modello Apple, sia per quanto riguarda la tipologia dei prodotti che per il posizionamento del brand potesse “sconfiggere” quella che una volta era la regina incontrastata del mercato educational. Ma all’ultimo, quando ormai i decisori della One-to-One Computer Learning Initiative stavano per firmare, la decisione è andata per la casa di Cupertino.
Si tratta in effetti di un contratto enorme: inizierà le consegne nel 2006, con l’obiettivo di fornire un iBook a ogni studente e a ogni docente dei quattro gradi di scuola superiore, divisi in tre tranches da 17 mila iBook la prima e a seguire quanti necessari per onorare il contratto.
Il valore dell’operazione è stato fissato nell’asta a 25 milioni di dollari, sconfiggendo le offerte più elevate o non tecnicamente all’altezza di Dell, soprattutto, ma anche di Ibm e Hp. Insieme ai computer Apple fornirà la versione di Microsoft Office per Mac preinstallata in ogni computer. Secondo alcuni dei responsabili della scelta, che per settimane hanno vagliato sia il lato economico che quello d’uso dei vari tipi di computer – passando giornate intere in scuole che utilizzano gli uni e gli altri modelli – una delle chiavi di volta è stata la presenza per Mac della suite di Office della Microsoft.