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Dischi rigidi del 2009? Potrebbero essere in… scadenza

Avete un disco rigido del 2009? Potrebbe presto passare a miglior vita. Anche se l’aspettativa di vita di un HD non è facilmente calcolabile, si tratta infatti di è un parametro che dipende da molti fattori: intensità di utilizzo, densità di memorizzazione, shock, scariche elettrostatiche subite, smagnetizzazione, calore o umidità superiori rispetto alle specifiche del prodotto, Backblaze, società che offre servizi a pagamento per l’archiviazione su cloud, ha provato a calcolare la sua media di vita, fissandola a 4 anni.

Per rispondere alla domanda ha usato dati statistici riferiti a circa 25.000 dischi (pari a 75 petabyte di dati), basandosi sulla teoria dei sistemi definita bathtub, curva a vasca da bagno; questa mostra una diminuzione iniziale del numero di fallimenti nel tempo, un periodo di fallimenti costante nel tempo e infine un aumento del numero di fallimenti nell’unità di tempo. Senza complicare troppo le cose diciamo che la società ha le prove che bisogna particolarmente stare attenti agli HD utilizzati per più di tre anni. Nei primi diciotto mesi di messa in servizio, il tasso di guasto nei dischi usati da Backblaze è stato del 5,1% l’anno; difetti o errate regolazioni di parametri operativi in fase di produzione hanno causato il fallimento precoce di alcuni dispositivi. Gli HD giunti al secondo anno sono rivelati più affidabili, nei diciotto mesi successivi, il tasso di guasto è sceso all’1.4% l’anno. Il terzo anno il tasso di guasti è stato del 18%, colpa del progressivo invecchiamento/usura degli HD. Quattro quinti degli HD non funzionano dal quarto anno in poi anche se i tecnici del servizio di backup stimano ad ogni modo la vita media di un HD moderno in sei anni.

Un precedente studio di Google ha dimostrato una correlazione precisa tra l’età, i modelli, le marche e l’affidabilità dei dispositivi.  Un mito sfatato è quello dell’affidabilità della tecnologia Self-Monitoring, Analysis, and Reporting Technology (SMART), integrata moderni HD per monitorare in tempo reale alcuni parametri di funzionamento della periferica e che dovrebbe permettere di prevedere crash o fallimenti improvvisi: non sempre questa è affidabile e un disco che il giorno prima non presenta alcun problema, il giorno dopo può improvvisamente rompersi senza tanti preamboli.

I consigli sono quelli di sempre: non fate affidamento a un solo disco, è fondamentale fare spesso copie dei dati più importanti su dischi diversi da quello principale. Il backup è l’unico sistema che permette di metterci a riparo da corruzione dei dati, problemi dell’hardware o problemi di elettricità. È banale ma ricordiamo che “Backup” significa avere i dati archiviati in almeno due differenti posizioni. Lo spostamento dei dati dal disco di sistema in un disco rigido esterno non è una copia di backup, a meno sia già presente un duplicato del file in un’unità diversa.

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