Famiglie nel panico per quello che viene considerato l’ultimo trend sui social: un intruso in casa creato con l’AI.
Che l’Intelligenza Artificiale avrebbe generato problemi era un rischio che sapevamo di poter correre, purtroppo non ci è voluto molto affinché quelli che si prospettavano come incubi veri e propri diventassero realtà.
Questo non vuol dire, ovviamente, pensare che qualsiasi impatto dell’Ai possa essere necessariamente negativo. Come sempre, il problema è nelle intenzioni. Uno strumento di facile accesso, con potenzialità enormi, se sfruttato per sostenere l’operato umano si traduce in un grande impatto, con determinazioni che vanno ben oltre l’immaginario, diversamente, con un’applicazione negativa, può tradursi in una grande problematica da gestire.
Un intruso in casa ma è solo l’Intelligenza Artificiale
Si chiama, più o meno, “C’è un intruso in casa” e, senza ombra di dubbio, è una delle mode più assurde e potenzialmente pericolose che si siano viste negli ultimi mesi. L’ingrediente principale? L’intelligenza artificiale, usata questa volta non per creare contenuti spettacolari o campagne pubblicitarie, ma per terrorizzare genitori e famiglie ignare usando gli strumenti di Snapchat.
Per capire come funziona questo fenomeno, serve prima ricordare cos’è Snapchat e perché le sue applicazioni, in questo senso, possono avere un impatto di questa portata. In primo luogo è giusto ricordare che non si tratta di una semplice app di messaggistica. Nata nel 2011, è diventata popolare tra gli adolescenti grazie ai messaggi che si autodistruggono e ai filtri AR, cioè di realtà aumentata.
Negli ultimi tempi, però, l’app ha introdotto anche strumenti di intelligenza artificiale capaci di generare immagini realistiche e scenari creati al momento, a partire da una semplice richiesta scritta. Ed è proprio da qui che nasce lo “scherzo dell’intruso”.

Il meccanismo è tanto semplice quanto disturbante. Gli adolescenti usano l’AI integrata di Snapchat per creare una foto ultra-realistica del proprio salotto o di uno spazio domestico, ma con un’aggiunta inquietante: un uomo sporco, trasandato, con lo sguardo perso e i vestiti logori, piazzato strategicamente dietro il divano o vicino alla porta.
L’immagine, a un primo sguardo, sembra autentica. Poi la inviano ai genitori accompagnandola da un messaggio del tipo: “L’ho fatto entrare per fargli usare il bagno, sembrava in difficoltà.” Quindi se la ridono, pensando che lo scherzo sia divertente.
Il risultato è prevedibile: panico. Genitori che si mettono a urlare, altri che chiamano subito la polizia, e qualcuno che addirittura corre a casa per “affrontare” l’intruso inesistente. Tutto questo, ovviamente, viene ripreso e pubblicato su TikTok, dove i video raggiungono milioni di visualizzazioni in poche ore. La risata di qualcuno si trasforma, però, nel terrore reale di chi crede che la propria casa sia stata violata.
Il problema è che non tutti riescono a capire che si tratta di un’immagine generata dall’AI. Alcuni genitori, completamente nel panico, contattano immediatamente le Forze dell’ordine. E qui il gioco smette di essere tale. Le chiamate per sospetta violazione di domicilio, soprattutto se coinvolgono minori, vengono trattate con la massima priorità.
Gli agenti, non sapendo che si tratta di uno scherzo, intervengono armati e pronti a reagire a una possibile minaccia. Il dipartimento di polizia di Salem, nel Massachusetts, ha definito la situazione con parole molto chiare: “Questo scherzo disumanizza i senzatetto, provoca panico nelle vittime e spreca risorse preziose. Gli agenti non sanno che si tratta di una burla e trattano la chiamata come un vero furto in corso, mettendo tutti in pericolo.”
In effetti, basta poco perché un “gioco” del genere degeneri. Un genitore spaventato, un poliziotto sull’attenti e un fraintendimento possono trasformarsi in tragedia.
Come difendersi le famiglie: attenzione ai dettagli
Per questo, la raccomandazione è semplice: i genitori devono parlare con i figli e spiegare che non tutto ciò che fa ridere online è innocuo. È importante riconoscere i limiti dell’uso dell’intelligenza artificiale, specialmente quando coinvolge la paura o la sicurezza delle persone.

Riconoscere un’immagine generata dall’intelligenza artificiale non è sempre facile, soprattutto perché gli strumenti più recenti — come quelli integrati in Snapchat, Midjourney o DALL·E — riescono a creare foto estremamente realistiche. Tuttavia, ci sono diversi indizi e strategie pratiche che possono aiutarti a capire se un’immagine è reale o sintetica, e quindi proteggerti da scherzi o truffe come quello “dell’intruso in casa”.
Le AI generano immagini che a prima vista sembrano perfette, ma basta uno sguardo attento per notare stranezze. Guarda le mani (spesso con dita in più o posizioni innaturali), gli occhi (a volte disallineati o con riflessi sbagliati), e le ombre, che possono sembrare troppo nette o direzionate in modo incoerente rispetto alla luce. Anche gli oggetti ripetuti – come piastrelle, libri, quadri o texture di divani – possono presentare schemi deformati o duplicati irregolari.
Esistono siti e software gratuiti che aiutano a capire se un’immagine è stata generata dall’AI. Alcuni esempi sono AI or Not, Hugging Face Image Detector o Deepware Scanner. Carichi la foto e il sistema analizza pixel, metadati e pattern di generazione. Non sono infallibili, ma possono dare un buon indizio.
In fondo, l’AI non è né buona né cattiva. È uno strumento. Ma quando finisce nelle mani sbagliate, può trasformarsi in un’arma capace di colpire dove fa più male: la fiducia e la tranquillità di casa propria.











