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Il cuoco di sushi che ha fatto aspettare Steve Jobs per 30 minuti

Steve Jobs era sempre impegnato, spesso impaziente ma almeno in una occasione aspettò 30 minuti per poter gustare il suo sushi preferito. Accadde nel piccolo ristorante Kaygetsu in Menlo Park che Steve Jobs ha frequentato con cadenza settimanale per oltre 25 anni, un quarto di secolo di tempo che hanno cementato l’amicizia tra il leggendario co-fondatore di Apple e Toshio Sakuma, cuoco, gestore e proprietario del locale.

Spesso Jobs si recava da solo al Kaygetsu per assaporare l’amato sushi in pausa pranzo, ma spesso il ristorante giapponese preferito era scelto anche per un pranzo con gli amici, in particolare con Jony Ive. Non solo: in più di una occasione Jobs si è recato nel piccolo ristorante giapponese accompagnato da buona parte del consiglio di amministrazione di Apple, inclusi numerosi personaggi di primo piano in USA nell’economia e non solo: Al Gore, Bill Campbell, Mickey Drexler, Arthur D. Levinson ed Eric Shmidt. In un paio di occasioni Jobs ha anche organizzato cene a sorpresa per festeggiare il compleanno della moglie Laurene Powell.

L’episodio dell’attesa di Steve Jobs per 30 minuti pur di poter gustare il proprio sushi preferito non è passato inosservato al cuoco: Toshio Sakuma pensò bene di sfruttare l’aneddoto realmente accaduto per avvisare amichevolmente i propri clienti. Un cartello posto a fianco dell’ingresso del ristorante invitava ad attendere prima di poter ottenere un tavolo. Questo breve messaggio era seguito da una breve FAQ, l’elenco delle domande frequenti che gli utenti di computer e Internet conoscono bene. Alla domanda “Se Steve Jobs arriva senza aver prenotato deve aspettare?”. La risposta non lasciava scampo: “Si, per le prime volte che è venuto senza prenotare, ha firmato la lista di attesa ed ha aspettato per circa 30 minuti. Ora egli chiama per prenotare. Chiedeteglielo”. Con una FAQ di questo tipo e considerando l’importanza e anche l’impazienza di Jobs, siamo certi che nessun cliente abbia mai azzardato un reclamo con il gestore.

Quando la malattia e le condizioni di Steve Jobs sono peggiorate le visite al ristorante e all’amico Toshio si sono diradate, ma in più di una occasione Jobs inviò la sorella per acquistare sushi e dolcetti giapponesi. Alla sua ultima visita, pochi mesi prima della scomparsa, Jobs era al corrente delle intenzioni di Toshio di vendere il ristorante per un lavoro più tranquillo. In assenza di compratori in vista Jobs propose un dei suoi celebri accordi: assunse Toshio come cuoco al Mac Cafe, la caffetteria al piano terra del quartier generale di Apple, dove ancora oggi il cuoco preferito di Jobs prepara ottimi sushi per i dipendenti della multinazionale della Mela.

La storia di Steve Jobs, della sua amicizia con il cuoco Toshio, la passione non solo per il Sushi ma anche per il Giappone, sono raccontati nel libro intitolato Il cuoco di Steve Jobs, pubblicato lo scorso autunno purtroppo solo nel Paese del Sol Levante.

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