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Drm, Warner dice ancora no a Steve Jobs

L’interoperabilità  dell’audio digitale non va confusa con l’eliminazione dei Drm, una è una buona cosa, la seconda no. Questo quello che pensa Edgar Bronfman, amministratore delegato di Warner Music.

Bronfman, una delle figure più influenti nel campo della musica (non solo digitale), è stato intervistato sull’argomento nel corso del 3GSM, la principale rassegna mondiale dedicata alla telefonia cellulare. Pur senza mai citare Jobs e l’arcinota lettera con cui il Ceo di Cupertino chiedeva la revisione dell’attuale politica sui Drm e la loro eliminazione, i riferimenti di Bronfman ad essa sono stati chiarissimi come chiara è l’opposizione di Warner all’idea avanzata da Jobs.

“Sistema per la tutela dei diritti digitali e interoperabilità  – ha detto il capo di Warner – non sono la stessa cosa. Noi crediamo nell’interoperabilità , i clienti la vogliono e pensiamo che abbiano il diritto di averla. Ma questo non significa eliminare ogni sistema di tutela dalla copia. Tutte le proprietà  intellettuali hanno diritto allo stesso grado di protezione” Per questo Warner si batterà  per avere “nella maniera più facile possibile la possibilità  di scambiare file digitali tra varie piattaforme”. Ma nello stesso tempo continuerà  a sostenere l’uso dei Drm.

L’opinione di Bronfman è del tutto identica a quella già  espressa durante la presentazione dei risultati fiscali di Warner. In quell’occasione Bronfman aveva definito la presa di posizione di Jobs senza logica, invitando l’amministratore di Apple al confronto invece che limitarsi a fare dei proclami.

Nel corso del 3GSM Bronfman ha però ammesso che l’attuale assetto di implementazione dei Drm non è certo l’ideale: “Non possiamo puntare sulla protezione – dice il Ceo di Warner – a scapito della facilità  d’utilizzo. Dobbiamo trovare un miglior bilanciamento”

Bronfman ha poi fatto cenno ad Apple quando si è trattato di parlare di musica in vendita via cellulare. Secondo il Ceo di Warner i carrier di telefonia dovrebbero imparare da Cupertino quanto si tratta di agevolare l’acquisto di suonerie e canzoni. In commercio ci sono milioni di telefoni che sono in grado di scaricare musica, ma solo l’8,8% dei clienti ha fatto acquisti. Perché? Semplice, secondo Bronfman: “Ci vogliono anche 20 click prima di arrivare al dunque e poi canzoni, suonerie, video, copertine, sono venduti in diversi negozi. Infine i costi sono troppo alti. C’è da stupirsi che siamo riusciti a spuntare così tanti soldi. Bisogna imparare da Apple, in caso contrario c’è il rischio di perdere quote di mercato quando sarà  lanciato iPhone”

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