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Il futuro di Apple? In buone mani

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Al di là delle personalissime considerazioni per lo stato di salute di Steve Jobs che coinvolgono la sfera privata e su cui non è il caso di soffermarsi quello che interessa comprendere per noi utenti, cultori della filosofia Apple o semplicemente curiosi di questo universo per lungo tempo relegato ad una anomalia del mondo IT e negli ultimi anni assunto a guida idale di chi crede nello spirito di riscatto e soprattutto nella capacità innovativa, quel che ci interessa comprendere è quello che potrà essere il futuro di Apple senza Steve Jobs al comando. 

 La forte personalità, l’accentramento delle funzioni e dei ruoli ormai leggendarie, descritti in biografie più o meno benevole hanno in qualche modo nascosto tutto il lavoro di organizzazione interna e di preparazione all’evento del 24 Agosto che è maturato in questi anni dopo che dal 2004 si è avuta la consapevolezza che il mandato alla testa di Apple non si sarebbe concluso volontariamente, Jobs ha contributo a costruire in questi 7 anni non soltanto una serie di prodotti che hanno portato quella di Cupertino ad essere la prima società per valore effettivo nella borsa americana ma anche una struttura di gestione ed elaborazione dei progetti in grado di sopperire alle sue due precedenti e meno problematiche assenze dal comando dell’azienda. 

Ma ancor di più Jobs negli ultimi mesi ha impresso una accelerazione nella predisposizione di piani per il futuro di Apple: dall’immenso data center in North Carolina inaugurato in primavera alla nuova sede centrale che sarà costruita a Cupertino alle linee di prodotti che saranno presentate nei prossimi mesi e che rappresenteranno anche un con Jobs meno operativo sicuramente la sua visione innovativa  del mondo dell’informatica anche negli anni a venire. 

Anche la serie di dispute recenti con Samsung rappresentano l’ottima capacità di interpretare la realtà e il futuro che ha contraddistinto tutte le mosse di Apple in questi anni. Samsung è il vero grande competitor di Apple, l’unico che potrebbe impensierire la sua espansione nel mondo consumer e pure in quello IT grazie all’enorme capacità produttiva, di marketing e ai brevetti che possiede e che in parte sono frutto della collaborazione con Cupertino e dall’altra parte con un supporto a zero costo nei sistemi operativi che viene fornito da Google.

Nella sua maniacale ricerca della perfezione, della semplificazione che toglie e non aggiunge per rendere tutto più accessibile, Jobs non si è circondato di una schiera sterminata di collaboratori ma ha individuato in pochi fidati manager operativi e di prodotto, compreso il maestro di design Jonathan Ive la guida di una Apple che con il rodatissimo Tim Cook saranno in grado di portare a termine i progetti che Steve ha programmato almeno per i prossimi 5 anni.

Starà a loro perseguire l’obiettivo originale del grande innovatore, starà a loro portare avanti l’idea di una azienda che non si piega alle battaglie dei prezzi, che non aggiunge una presa in più per inseguire un nuovo standard, che sa prevedere, influenzare e persino anticipare e creare il gusto dell’utente finale con strumenti sofisticati ma che per il loro intrinseco spirito rendono facile quel che per gli altri è complicato.

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