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iMac, gallina vecchia fa buon brodo?

Era predetto, invocato, acclamato, ma non ha fatto la sua comparsa che sui siti dediti alle indiscrezioni. Il nuovo iMac é stato il convitato di pietra del MacWorld di New York. Non era presente ma la sua presenza si percepiva palpabile e scomoda un po’ ovunque tra gli stand. Girando tra quelli di Apple, dove i “vecchi-nuovi” iMac erano relegati in disparte al ruolo di comprimari, e quelli delle terze parti che non esponevano che pochissimi iMac, si capiva che la macchina un tempo leader é ormai considerato una sorta di pezzo d’antiquariato in attesa solo della dismissione.
Il fantasma del nuovo iMac aleggiava anche nelle discussioni tra i giornalisti presenti in sala stampa, in gran parte impegnati a spiegare ai loro lettori i risvolti e i retroscena di questo “no show” che tutti, fino a qualche giorno prima dell’evento ritenevano probabile. Alcuni di essi non hanno mancato di sottolineare con parole dirette ed inequivocabili le colpe di Cupertino, accusata di immobilismo e di errori di valutazione.
In realtà , superata la delusione che è di tutti, e ragionando a mente fredda ci pare difficile crocifiggere Apple per la decisione di non presentare il nuovo iMac. Motivi di marketing, tecnologico, di calcolo di opportunità , a ben guardare, potrebbero essere alla base di questa scelta.
In primo luogo il momento per una rivoluzione dell’all in one non appare ancora maturato. Non tanto per la validità  del design dell’attuale modello, che è indubitabilmente vicino all’obsolescenza sotto molti profili, ma perchè il trend di sviluppo del mondo dell’IT non è ancora giunto al punto critico al culmine del quale sarebbe possibile proporre qualche cosa di tanto rivoluzionario come lo fu il primo iMac.
Ad esempio tutti credono che un monitor LCD debba caratterizzare il prodotto della prossima generazione. Purtroppo al momento attuale, salvo alcune rare eccezioni, un prodotto ad alto contenuto tecnologico non può proporre uno schermo a cristalli liquidi che possa scendere sensibilmente al di sotto dei 3.5 milioni di lire, un target di prezzo troppo distante da quello di riferimento dell’iMac. Anche la scheda madre dovrebbe essere rinnovata, proponendo un bus da almeno 133 MHz, memoria Ram ad alta velocità , schede video ad alte prestazioni. Tutto questo non è, sempre in questa fase, collocabile in una macchina che deve proporre in un tempo design evoluto e prezzi d’ingresso bassi. I rischi che Apple avrebbe corso nel lanciare una macchina di questo tipo al prezzo sbagliato sono gli stessi che ha corso il Cubo, che ha terminato la sua esistenza anticipatamente anche per il prezzo inadeguato al segmento di mercato in cui era stato collocato.
In secondo luogo la crisi del mondo dell’IT che attanaglia il continente americano e che si è ormai estesa anche all’Europa rende fosche le prospettive di vendita di qualunque prodotto, anche il più rivoluzionario e accattivante, ciò in vista del rallentamento delle vendite sul mercato Giapponese che potrebbe subire uno stop entro l’inizio del prossimo anno. Con due mercati praticamente fermi e un terzo avvolto dall’incertezza il rischio che Apple avrebbe corso sarebbe stato quello di non riuscire a recuperare i costi di ricerca e sviluppo, prevedibilmente altissimi, e quelli di lancio sul mercato.
A queste due considerazioni si aggiunge un altro aspetto. E’ vero che il mercato dell’iMac è ormai distante mille miglia dai numeri leggendari che ha conseguito nel corso degli anni passati, ma è altrettanto vero che nel corso dell’ultimo trimestre l’all in one ha fatto segnare un progresso rispetto al trimestre precedente anche se quasi impercettibile (+2%). Al contrario tutto il resto della gamma (iBook escluso) ha fatto passi indietro.
Insomma, alla luce di tutto ciò probabilmente la scelta più giusta era proprio quella di ritoccare leggeramente le vecchie macchine e tentare la fortuna per un altro trimestre fiscale. Con investimenti pari a zero per implementare le modifiche, un ritocco dei prezzi (all’insù), una spruzzata di promozioni e bundle il vecchio desktop di fascia bassa potrebbe dare ancora una mano nel bilancio di Apple.
Per essere certi bisognerà  attendere il resoconto di metà  ottobre. Quando, guarda caso, terminano le promozioni lanciate nei giorni scorsi su Apple Store USA e quando potrebbero esserci sorprese nel settore consumer.

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