Dal ritorno di Steve Jobs e per circa trent’anni successivi la credibilità di Apple non è mai stata messa in discussione, ma ora l’esperto di tecnologia e osservatore storico di Apple John Gruber dichiara che quei giorni sono finiti in un articolo intitolato C’è del marcio nello Stato di Cupertino.
Mai avremmo immaginato di leggere un pezzo su Apple in cui appare il termine varpoware e anche “stronzata”, quest’ultimo ripetuto per ben quattro volte. I problemi sono iniziati alla WWDC 2024 quando è stata svelata Apple Intelligence, definizione di marketing che include funzioni AI base, mostrate in anteprima, poi rilasciate in beta e ora nelle mani degli utenti.
Ma in Apple Intelligence rientrano anche funzioni AI molto avanzate che Apple non hai mai mostrato né rilasciato in beta, inclusi il nuovo Siri con AI in grado di comprendere molto di più e fare molto di più, incluso sostituire l’utente in diverse operazioni.
Su Siri con AI e iPhone in grado di eseguire operazioni al posto dell’utente Apple ha mostrato video concettuali alla WWDC 2024 e più di recente persino uno spot pubblicitario, rimosso dopo il recente annuncio del posticipo.
Secondo Gruber non è un fiasco irrecuperabile se Apple è in ritardo in campo AI e nemmeno è un fiasco l’annuncio del posticipo, seppur imbarazzante. Il vero problema è che la società di tecnologia più ammirata e con più credibilità al mondo, questo almeno fino al 2024, ha deciso di proporre una cosa che non era vera.
Pur rimanendo la società più redditizia al mondo, la gestione di Siri con AI e delle altre funzionalità avanzate, di livello agentico, dimostra che ci sono problemi all’interno di Apple, anche e sopratutto a livello decisionale. La società di tecnologia più in vista del pianeta sembra priva di meta e in balia degli eventi.
Qualsiasi azienda deve affrontare problemi e i grandi CEO si distinguono anche in questo. Gruber ricorda una riunione lampo in cui Steve Jobs prese in mano la situazione per risolvere l’iniziale fiasco di MobileMe nei primissimi tempi di iPhone.
Da esperto e appassionato Apple Gruber si augura che Tim Cook prenda in mano la situazione e faccia lo stesso. Se questo non è già avvenuto, o non avverrà, l’immenso capitale di credibilità accumulato da Apple in quasi trent’anni rischia di andare perso.
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