Il CEO di Intel Paul Otellini in un incontro con investitori e analisti ha evidenziato come l’azienda continua a lavorare sui chip per dispositivi mobile con l’intenzione di attirare l’attenzione di clienti-chiave come Apple. “Abbiamo il compito di rendere il nostro silicio irresistibile per costruire sia Mac, sia iPad migliori, tanto da non poterci ignorare e prendere altre decisioni”. All’inizio di quest’anno Motorola Mobility e Lenovo hanno annunciato la costruzione di smartphone basati su CPU Intel ma altri produttori ancora si aggiungeranno presto, promette Otellini. Benché la casa di Santa Clara occupi una posizione modesta nel mondo dei processori per smartphone, Herman Eul, che co-gestisce con Mike Bell il mobile and communications group di Intel, ribadisce come Intel sia leader nel settore dei semiconduttori wireless, in particolare per quanto concerne i chip per la radio-frequenza (in seguito all’acquisizione della tedesca Infineon, Intel ha venduto 550 milioni di chipset wireless).
L’arma che utilizzerà Intel per la sua personale sfida nel settore degli smartphone è la stessa utilizzata nel mondo dei processori e che gli consente di dominare in settori che spaziano dai server ai personal computer: una capacità produttiva che nessun altro produttore al mondo può vantare. L’architettura dei processori Intel per il settore mobile è la stessa alla base dei processori X86 che in questo momento dominano il settore dei notebook. I particolari processi costruttivi consentono di creare un prodotto che offre “migliori prestazioni, maggiore potenza e che permette di sfruttare al meglio le dimensioni” afferma Bell; mentre i rivali lottano per sfornare processori a 28 nanometri, Intel avrà pronto per il prossimo anno l’XMM 7260 che già vanta il processo produttivo a 22 nanometri. Come se non bastasse la società sta nel frattempo completando la fase di sviluppo di un processo di produzione di nuova generazione che comporta un’altra riduzione dei circuiti a 14 nanometri (un miliardesimo di metro) e in futuro sono previste nuove generazione di CPU basate su transistor ancora più efficienti dal punto di vista energetico, ad alta densità e a elevate prestazioni.
I competitor nel frattempo realizzano i chip sfruttando produttori a contratto ma società come NVIDIA e altre non escludono la necessità di ricorrere all’alta capacità produttiva di Intel. L’azienda ha a disposizione tantissimi ingegneri software tanto da essere il secondo contributor al sistema operativo open source Linux. Le competenze di questi esperti potrebbero essere utilizzate per i chip mobile del futuro: 1200 ingegneri hanno aiutato Google con il sistema operativo mobile Android e aiutato anche Apple nella transizione del Mac da PowerPC a Intel. La casa di Santa Clara sarebbe indubbiamente felice di aiutare Apple a fare un cambiamento adottando nuove CPU per smartphone e tablet.
[A cura di Mauro Notarianni]
