Chi pensava che l’iPod nano, con il suo prezzo aggressivo e la qualità costruttiva unite ad un’alta capacità , potesse produrre effetti a catena sui costi dei player flash, sembra avere avuto ragione. Di ieri è infatti la notizia secondo cui i produttori taiwanesi hanno già cominciato a tagliare i costi dei loro lettori.
Il giornale DigiTimes, che ha sede proprio nella Cina nazionalista, scrive che i prezzi dei modelli da 512 MB sono stati tagliati dal 10 al 20% e che quelli da 1 GB perdono dal 20 al 35%. Gli assemblatori locali avrebbero operato d’anticipo, in vista del lancio nei paesi asiatici dell’iPod nano, per evitare di trovarsi i magazzini pieni di prodotti che, anche a fronte di un taglio dei costi, nessuno vuole.
Il taglio dei prezzi di listino dei lettori di musica digitale a Taiwan sembra andare nella direzione temuta dai costruttori della Corea, un altro paese dove la produzione di questo tipo di gadget è particolarmente importante. Al momento del lancio dell’iPod nano alcuni significativi protagonisti del mercato dei player avevano avanzato il sospetto che il nuovo lettore di Apple fosse lo strumento di una sorta di complotto tra Cupertino e Samsung per estromettere dal mercato i pesci piccoli, messi di fronte all’alternativa di applicare prezzi competitivi con quelli praticati da Apple e tagliare i profitti al punto di rischiare la bancarotta o abbandonare la produzione di dispositivi flash.
Che l’aggressività di Apple possa avere qualche effetto nel senso temuto da coreani pare confermato ancora da quel che sta accadendo in Cina e riportato ancora dal DigiTimes: in conseguenza della competitività del mercato dei player e dei margini sempre più ridotti, circa 200 piccoli e medi costruttori di player flash della provincia di Guangdong hanno chiuso i battenti.