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La storia della “Numero 6” e la fine della privacy

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Nel tempo abbiamo avuto molti autori che hanno portato avanti le loro riflessioni filosofiche basandosi sull’idea di una forma di totalitarismo che controlla ciascun individuo. Il Panopticon di Jeremy Bentham, il filosofo britannico del Diciottesimo secolo, che dopo aver visitato il fratello a San Pietroburgo era tornato a Londra e aveva immaginato il progetto di una prigione nella quale non ci si potesse nascondere perché un solo guardiano poteva vedere tutti i prigionieri.

Oppure il Grande Fratello (che poi sarebbe la traduzione sbagliata di “Big Brother”, cioè “fratello maggiore”), che nel 1948, subito dopo la guerra, mostrava il timore più grande di George Orwell: la dittatura del popolo secondo il modello sovietico portato alle estreme conseguenze in 1984.

O magari “Person of Interest”, una delle più geniali serie televisive degli ultimi venti anni. La serie di Jonathan Nolan è stata trasmessa negli Usa da Cbs dal 2011 al 2016 e poi in italia su diverse reti e pure su Amazon Prime. La trama è semplice: un gruppo di vigilanti, coadiuvato da un’intelligenza artificiale senziente, è impegnato quotidianamente a sventare reati e cospirazioni perpetrati da delinquenti comuni e potenti organizzazioni criminali. Come fa? Prevede sulla base delle osservazioni di tutto quel che succede chi sta maturando l’intenzione di commettere un crimine prima ancora che lo abbia capito lui o lei stessa.

Ma ci mancava un approccio più fenomenologico e pragmatico alla realtà della nostra relazione con la tecnologia di rete e all’effetto che ha su di noi. Ce lo porta tuttavia il caso della “Numero 6” che dimostra molto semplicemente una cosa: ormai non è più possibile scappare. Se ti vogliono trovare, sulla Terra non c’è un posto dove nascondersi. Se ci riescono un gruppo di appassionati dilettanti, figuriamoci governi e organizzazioni che dedicano miliardi e controllano gli snodi chiave della tecnologia.

Il caso della “Numero 6”

La storia è semplice, nella sua drammatica attualità. La misteriosa “Celebrità Numero 6” è il personaggio di un intero subreddit, un canale del social Reddit, dedicato alla ricerca del volto di una celebrity, cioè una celebrità, comparso su un tessuto stampato con i volti di varie altre persone famose e che nessuno era riuscito a identificare.

Una “caccia al volto” iniziata più di quindici anni fa e a cui hanno partecipato 50mila persone. Tanti sono gli iscritti di reddit che hanno più o meno attivamente preso parte a questa specie di gioco-caccia: divertente se non siete voi la persona. E l’hanno trovata.

Si chiama Leticia Sardá e non sapeva che così tante persone la stessero cercando da così tanto tempo. Lei viva una vita tranquilla di madre separata sulla sua isola natale di Tenerife, un lavoro in una caffetteria e uno stile da ragazza di spiaggia, con tatuaggi e jeans tagliati. “Non mi metto un paio di tacchi da almeno dieci anni”, ha detto dopo essere stata “ritrovata” (anche se lei, in effetti, non si era mai persa). Ma andiamo con ordine.

 

La storia secondo Leticia

Da ragazza la giovane Sardá è molto carina e decide di provare a fare quello che molte sue coetanee all’epoca aspirano: la modella. Nata nel 1980, alla fine del XX secolo comincia a fare la modella e a girare le capitali della moda: New York, Parigi, Londra, Milano.

Non diventa mai una superstar (o una supermodel) ma comunque è una professionista abbastanza affermata nella fase calante di un mercato che negli anni Ottanta-Novanta ha visto il suo massimo picco. Nel 2009 però la Sardá decide di ritirarsi: sua nonna si è ammalata e lei torna nella natia Santa Cruz de Tenerife.

Da qui la sua vita si normalizza: un compagno, due figli, poi la separazione, lavori normali di una vita normale in una isola delle Canarie, un po’ ai margini del mondo. O forse molto: a 210 chilometri dalle coste dell’Africa occidentale e 1.300 dalla Spagna continentale, la vita segue i ritmi di una località turistica: molto lavoro con la stagione della villeggiatura, tempi morti per il resto dell’anno.

Qualche volta Leticia naviga su Facebook o su Instagram, ma molto relativamente. Invece, non ha mai toccato né Reddit né LinkedIn (beata lei, viene da aggiungere) e non sa che intanto si è scatenata la sua ricerca. Sino a che non la trovano.

Come fu trovata Leticia

Tutto comincia con una di quelle forme di gamificazione della nostra esistenza che la rete ha ampliato in maniera folle. Il 27 gennaio 2020 l’utente finlandese di Reddit “u/TontsaH” posta sul subreddit r/TipOfMyTongue una richiesta di aiuto per identificare una serie di celebrità stampate su un telo che dice di aver acquistato in un negozio locale nel “forse nel 2008”.

“Challenge accepted”, rispondono un numero crescente di utenti di Reddit. E comincia la caccia ai volti. Alcuni sono facili da identificare, altri meno. Delle otto facce presenti sette vengono subito “capiti”: Josh Holloway, Jessica Alba, Travis Fimmel, Ian Somerhalder, Orlando Bloom e Adriana Lima, che è presente ben due volte. Non è una foto di gruppo ma un collage.

Ne manca una però: la Celebrity Numero 6, per l’appunto. Che non si capisce chi sia. Reddit scopre che le foto sono state scattate fra il 2003 e il 2007 per altri scopi e riusate nella stampa del telo. La Numero 6 si dimostra difficile: non si capisce bene dalla qualità della stampa e dal tipo fisico neanche se è veramente una donna o un uomo. Le teorie si moltiplicano. Nascono almeno quindici subreddit che la cercano.

Alla fine, il mistero si semplifica dopo che sono state seguite piste diverse. Viene tentata anche una ricerca a tappeto su tutte le foto di Getty Images tra il 1998 e il 2007, usando anche software per il riconoscimento dei volti. Ma niente. Troppa roba, non si riesce con così pochi dati.

Altre tracce da seguire

Intanto, viene scoperto che il telo è stato prodotto dal grande magazzino finlandese Anttila ed è presente nel catalogo estivo del 2009. È stato prodotto dal fornitore ceco Látky Mráz che però non è stato mai in grado di fornire il nome del designer. La ricerca diretta con le immagini non porta a buoni risultati.

Ma una elaborazione avanzata fatta a mano (cioè senza AI) e poi l’uso del software PimEyes per il riconoscimento facciale permette finalmente a un utente reddit, u/StefanMorse, di localizzare la modella spagnola. Un altro utente, u/IndigoRoom, trova la foto originale sulla copertina della rivista spagnola “Woman” del 2006. La stampa sul telo però è stat fatta senza permesso.

L’8 settembre del 2024, pochi giorni fa, la donna dunque è stata identificata. Ma è completamente “fuori dal grid”, sconnessa dalla rete sociale e digitale. Non ha profili. Ci vogliono però solo 24 ore per trovarla e contattarla. Lei conferma stupita mentre su reddit c’è una specie di guerra civile con moderatori e utenti che si insultano per i più futili motivi, convinti che ci siano trucchi, i risultati non siano genuini e siano in corso manovre scorrette, nella migliore tradizione di molti forum online.

La fine dell’anonimato

Aver fatto la modella in una vita passata e poi essere diventata madre e cameriera che lavora su un’isola relativamente sperduta rispetto all’Europa, in un Paese non madrelingua inglese (cosa che filtra ulteriormente l’università della presenza online di una persona) non basta per scomparire. Ci vuole evidentemente di più.

Perché la rete è stata in grado di ritrovare la donna così come sarebbe in grado di ritrovare chiunque tra noi, a meno che non sia dotato di grandi capitali e di una organizzazione ce lo aiuti a far perdere le proprie tracce.

Addio Jus Solitudinis

All’inizio di questo articolo citavamo apposta alcuni autori (Bentham, Orwell) per prepararci a richiamarne un altro. Mentre l’articolo 12 della dichiarazione universale dei diritti umani stabilisce che “Nessuno può essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza, né ad attacchi al suo onore e alla sua reputazione”, altro e molto più dicono i filosofi.

E due avvocati bostoniani in un articolo pubblicato sulla Harvard Law Review nel 1890 ispirato dal fastidio della presenza di paparazzi al matrimonio di uno dei due scrivono che le persone hanno il diritto di “essere lasciate stare” (e coniano en passant il termine giuridico di “Privacy”) bisogna andare avanti ancora per capire cosa sia lo “jus solitudinis”, il diritto a essere lasciati soli, per godere in pace della propria vita.

Bisogna arrivare al grande filosofo americano Ralph Waldo Emerson e al suo concetto del 1870 di “Society and Solitude” in cui si fa campione dell’individualismo e critico preveggente delle pressioni al conformismo che la società esercita sulle persone. L’idea, per lui, è che dovremmo essere liberi, che abbiamo cioè il diritto, di scegliere di essere anticonformisti e praticare, se lo vogliamo, la solitudine. Non nel senso di vivere da soli in mezzo a un bosco, ma di vivere la propria vita senza essere conosciuti e riconosciuti da persone che non conosciamo e non riconosciamo.

Proprio quella solitudine che, come dimostra la storia della Celebrità Numero 6, oggi è diventata completamente impossibile per via della rete.

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