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La mia vita con Apple Tv

Per la nicchia nella nicchia, si commentava l’altra sera durante un sabato sera di relax a Montego Bay, la questione è semplice: la cracchiamo oppure no? La domanda non è banale, ma bisogna prima fare un salto indietro e capire di che cosa si sta parlando. Meglio ancora dei collezionisti di furgoncini Volkswagen anni Sessanta o di grammofoni a 78 giri, i possessori di Apple Tv sono una ristretta cerchia, neanche un milione in tutto il mondo. Eppure sono felici e l’unico dubbio che hanno è quello che gli amici mi sottoponevano di fronte a una pinta di quella chiara: craccare il piccolo computer-media-center-extender di Apple oppure usarlo così com’è, con i suoi limiti e le sue virtù?

La questione, se ci si sforza un attimo di vederla dalla prospettiva italiana anziché da quella californiana, è più sottile di quel che non sembri. Perché qui la “chiusa” Apple Tv ha funzionalità  e servizi che voi che vivete in Italia (e in quasi tutto il resto del mondo) non potete avere. E che potrebbero fare la differenza. Oppure no, come giudicherete alla fine di questa breve storia che potremmo intitolare “La mia vita con Apple Tv”.

Il gioiellino di Apple lo conoscete: è un apparecchio privo di sbocchi (se non le uscite video, Ethernet e una porta Usb “di servizio” ma molto utile in realtà ) che serve attaccato alla televisione. Un hobby, come l’ha definito lo stesso Steve Jobs, che non ha trovato una modalità  di business funzionante per supportare e alimentare l’Apple Tv, per il resto un piccolo Mac in tutto e per tutto, basato su MacOs X versione 10.4 e aggiornato (per fortuna) alla versione 2.1 che permette di usarla anche senza bisogno di un computer (Mac o Pc) come base di appoggio.

Il cuore è un processore Intel da 1 Ghz, e poi l’hardware è lo stesso per i due modelli in commercio, con l’unica differenza della capienza dell’hard disk (40 o 160 Gb in formato portatile, analogo a quello venduto sui Mac mini). E già  qui c’è una prima sovrapposizione: quanta gente ha comprato un Mac mini e lo usa per fare le stesse cose e molto di più (come ad esempio vedere i Dvd) che Apple Tv non riesce a fare? I costi sono solo leggermente superiori, i risultati più faticosi (anche se esiste Front Row per tutti i Mac e si può sempre far viaggiare la versione “craccata” di Front Row della Apple Tv anche sui Mac normali).

Però Apple Tv ha fondamentalmente due possibili vite. La prima è quella prevista da Apple, cioè di sincronizzazione con un Mac o Pc per condividere le foto, la musica, i video, i podcast e poi acquistare musica, film e telefilm (e scaricare podcast gratuiti) attraverso Internet. L’altra è di craccarla (ci sono almeno due soluzioni commerciali e numerose risorse software gratuite, tutte invalidanti la garanzia ma non c’è più bisogno di “aprire” la scatola di Apple Tv e smanettare come dannati, grazie al cielo) e usarla in maniera più ampia.

Ascoltiamo gli amici del partito “crack”, quelli che sono disposti ad uscire dalla linea dell’ortodossia dell’Apple Tv di Apple e rischiano di brikkarla. Ma si prendono certe soddisfazioni mica male. Ad esempio: la porta Usb di servizio (quella che viene usata per la patch via chiavetta di memoria) diventa l’entrata per collegare chiavette o dischi esterni dai quali pescare contenuti: film, telefilm, musica. I codec, grazie a Perian e ai suoi fratelli, diventano finalmente i vari Divx e Xvid. Anche Mkv (ma con risoluzione più limitata).

Ma questo è solo l’inizio: gli amici vogliono anche navigare su Internet (con una versione di browser da divano, per scorrere le pagine dei giornali online e dei feed rss), vogliono poter muoversi in maniera più libera attraverso i contenuti e probabilmente non hanno mai comprato canzoni, film o telefilm legalmente sull’iTunes store.

Invece, gli amici del “no-crack” vivono una vita solo leggermente più difficile. Le limitazioni dei codec di Apple Tv non impediscono infatti di farle “digerire” un quantitativo ingente di musica dal computer (ma poi, chi è che ascolta la musica sul televisore a grande schermo?) e sopratutto di riconvertire i video (film o telefilm che originariamente erano Divx) per passarli via iTunes sull’apparecchio. La capacità  di scaricarli o di eseguirli in streaming è fantastica e la qualità , usando una delle utility di conversione con i settaggi pre-impostati, non si perde più di tanto.

Inoltre, per quelli più pigri con qualche dollaro in tasca, funziona come un blockbuster. Si noleggiano o si comprano film e si comprano telefilm con grande facilità . Un dollaro, due per le versioni in alta definizione (la Apple Tv regge i 1080, ma la sua risoluzione “nativa” è 720i o 720p) e una buona conoscenza dell’inglese – perché quella è la lingua dei prodotti venduti in quell’area – e la felicità  è a portata di divano.

Già , tutto chiaro quindi: si può anche ammorbidire il rigido sistema di gestione previsto da Apple per il suo apparecchio, pur senza bisogno di craccarlo. Oppure, si può sfruttare il lavoro della rete (in un paio di casi anche a pagamento, come accadeva per l’iPhone degli esordi) e rendere questa sorda di iPod stazionario un mondo più aperto. Però, che cosa significa questa passione? Dopotutto, l’Apple Tv che è stata lanciata nel 2006 è ancora sostanzialmente tutto tranne che un successo. Oppure no?

C’è sempre qualcuno che si appassiona alla vita con le nuove tecnologie di Apple. Il caso della Apple Tv non fa eccezione: l’apparecchio a prima vista un po’ fa paura, perché appare lontano e strano. Ma poi, vince. Vince per la sua semplicità , flessibilità , compatibilità  con tutto il resto del mondo Mac (pur essendo anche compatibile con quello Windows quando si usa iTunes), bellezza ed eleganza minimalista. Non si sa quali saranno i piani di Steve Jobs per trasformare questo “hobby” in qualcosa che ci cambierà  la vita a tutti quanti. Alcuni sospettano che se ancora l’Apple Tv non è diventata mainstream, presto lo sarà . Il suo difetto più grande è la ridotta risoluzione (ma l’hd a 720 non è così malaccio, poi: meglio di Tv e Dvd comunque), la mancanza di una entrata per Dvd e Blu-ray (ma lo scopo è quello di distruggere i supporti fisici), la non compatibilità  nativa con codec come Divx e dintorni (e questa è la vera cavolata) e infine il non poter sintonizzare e registrare la televisione normale o digitale, facendo le scarpe al Tivo.

Nella logica della semplicità  che tutti amiamo di Apple, si tratta invece di quello che rende un punto di forza all’apparecchio, a parte il fatto che purtroppo non si possano nativamente ampliare i codec presenti sull’apparecchio. Chi ce l’ha, vive felice come i cultori della lacca e del vinile vivono bene con i loro Lp a 33 e 78 giri, come gli amanti della foto analogica vivono bene con i rullini a 35 millimetri, come i fautori del calcolo manuale vivono bene con i loro regoli calcolatori, algoritmi incisi senza bisogno di elettronica. A chi piace, l’Apple Tv ha davvero cambiato la vita. Gli amici a Montego Bay, affondando tra la birra chiara e i ricordi di una vita serena con il loro apparecchio preferito, su questo sono unanimi e concordi.

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