Una breve introduzione: l’Unione europea è un’unione economica e politica, unica nel suo genere, tra 27 paesi europei. Affonda le sue radici in diversi trattati firmati all’indomani della Seconda guerra mondiale. Nel tempo è cresciuta sino a formare un enorme mercato unico (detto anche «mercato interno»), che continua a svilupparsi per realizzare appieno le sue potenzialità. Quella che era nata come un’unione puramente economica è diventata nel tempo un’organizzazione attiva in numerosi settori diversi, fra i quali clima, ambiente, salute, relazioni esterne e sicurezza, giustizia e immigrazione.
L’Unione europea ha garantito più di mezzo secolo di pace, stabilità e prosperità, ha contribuito ad innalzare il tenore di vita e ha introdotto una moneta unica europea, l’euro. Oltre 340 milioni di cittadini dell’Unione in 19 paesi attualmente lo usano come valuta e ne traggono benefici.
Grazie all’abolizione dei controlli alle frontiere tra la maggior parte dei paesi dell’Unione europea, le persone possono circolare liberamente in quasi tutto il continente. È diventato inoltre molto più facile vivere e lavorare in un altro paese europeo. Tutti i cittadini dell’Unione hanno il diritto di scegliere liberamente in quale paese dell’Unione studiare, lavorare o trascorrere gli anni della pensione. Per quanto riguarda il lavoro, la sicurezza sociale e la tassazione, ciascuno Stato membro deve trattare i cittadini dell’Unione alla stessa stregua dei propri cittadini.
Insomma, l’Unione europea è una figata pazzesca della quale dovremmo tutti essere estremamente orgogliosi. Qui di seguito una lista di quelli che secondo noi sono i migliori libri per capire cos’è, da dove viene, dove sta andando e come funziona. Buona lettura
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
A che ci serve l’Europa
Un libro semplice, chiaro e assolutamente da non perdere. Scritto da Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli. Ci serve davvero l’Europa? Non staremo perdendo tempo ed energie dietro a un’idea ormai superata? Quella di oggi è la terra dei diritti immaginata a Ventotene?
Mentre l’Unione è sotto attacco da più parti, accusata di essere una matrigna distante dai problemi reali dei cittadini, Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli, protagonisti indiscussi del progetto europeista, scelgono di intraprendere un viaggio nella memoria personale e collettiva che ci riguarda tutti da vicino. Ripercorrono lotte e progressi, sconfitte e conquiste, recuperano le tracce delle esistenze e delle aspirazioni di tante donne e tanti uomini che si sono battuti per costruire e difendere questo ideale. Invitano a prendere coscienza di quanto ancora resta da fare, senza però commettere l’errore di dimenticare, o peggio di gettare via, l’enorme lavoro svolto finora.
Il risultato è un dialogo serrato e coinvolgente, stimolato dalle ricostruzioni di Luca Cambi, in cui si dà conto delle innumerevoli tappe di questo processo, si ravviva il dibattito sulle nuove sfide che ci attendono, e si offre il ritratto appassionato e avvincente di Altiero Spinelli, vero padre fondatore capace di intuire e ispirare con lungimiranza, in un continente lacerato dalla guerra, quei principi di fratellanza, pace e libertà a cui ancora oggi dobbiamo tendere.
Ritorno alle origini
Un libro con le voci di chi l’Europa l’ha voluta e l’ha fatta. Introdotto da Ferruccio de Bortoli, raccoglie testi di tutti i personaggi più importanti per l’Europa: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Edgardo Monroe, Winston Churchill, Luigi Einaudi, Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Konrad Adenauer.
È un libro straordinariamente chiaro e facile da leggere. E parla di quello che non fu solo un sogno. Fu la visione lucida e profetica di un gruppo di politici e di intellettuali che colsero l’urgenza di un nuovo inizio mentre ancora imperversava la carneficina della Seconda guerra mondiale. Proporre oggi questa raccolta significa tornare lì dove tutto è cominciato, rileggere le parole di chi lanciò la sfida rivoluzionaria degli Stati Uniti d’Europa per rispondere alla tragedia generata dai nazionalismi, dalla logica di dominio, dalla guerra.
Ora che il progetto europeo non sembra più capace di accendere l’immaginazione politica, e quasi nessuna forma di entusiasmo, prima di constatarne l’irreparabile fallimento, è importante tornare alle origini. È determinante rileggere le parole scritte e pronunciate da alcuni dei principali protagonisti. Ritrovare le idee, le ambizioni, le visioni di chi si è battuto per costruire un mondo finalmente libero dal desiderio egemonico di sopraffazione.
Gli scritti e i discorsi raccolti in questo libro, che coprono un arco temporale che va dal 1944 al 1957, sono qui riproposti non solo e non tanto per il loro valore archeologico ma per la forza che sanno restituire a un progetto politico che oggi forse più che mai ha raggiunto il suo minimo storico in termini di capacità di coinvolgimento e d’identificazione dei cittadini. Non stiamo parlando dell’ambizione di un gruppo di anime belle: in queste pagine c’è l’antidoto a un mondo altrimenti condannato a distruggere quei valori fondanti della civiltà occidentale che sono la libertà e l’uguaglianza. Un mondo che purtroppo vediamo terribilmente sempre più vicino.
Storia dell’idea d’Europa
Un libro eccezionale di Federico Chabod. Risponde alle domande che tutti ci siamo sempre posti: come e quando i nostri avi hanno acquistato coscienza di essere europei?
Lui è uno dei più grandi storici italiani e ripercorre la storia di questa consapevolezza quale si è venuta svolgendo all’interno di una tradizione di pensiero che parte dai Greci per arrivare alla fine dell’Ottocento. Un libro nato “dalla fede in alcuni valori supremi, morali e spirituali, che sono creazione della nostra civiltà europea”. Un libro imperdibile.
Molto più di un mercato. Viaggio nella nuova Europa
Il libro di Enrico Letta, politico, ex Presidente del Consiglio ma soprattutto studioso e ricercatore, è fondamentale nel mettere in chiaro alcuni passaggi chiave. Lo dice fin da subito: siamo stati fortunati a nascere in Europa nel secolo giusto e dobbiamo fare di tutto per non sprecare il destino che abbiamo ricevuto in eredità. Questo libro è un inno all’Europa e una chiamata all’azione per essere degni della sua grandezza.
Otto mesi di viaggio nei 27 paesi europei, 65 città e 400 incontri. Incaricato dal Consiglio UE e dalla Commissione di preparare il piano di rilancio dell’integrazione economica, Enrico Letta ha attraversato l’Europa incontrando rappresentanti dei governi nazionali, delle istituzioni, della società civile, delle università, dei think tank.
Questo libro è un lungo viaggio da Tallinn a Bilbao, da Liegi ad Atene volto non solo a costruire il «Rapporto sul futuro del Mercato Unico Europeo» – riportato in sintesi in queste pagine – ma anche a raccontare le idee al cuore dell’integrazione. Proposte operative per gestire con efficacia gli snodi cruciali di questo passaggio d’epoca: dalla transizione verde alla minaccia alla democrazia europea e alla pace. Fino al potenziale rivoluzionario quinta libertà, quella dell’innovazione e della conoscenza. Un racconto arricchito di storie e foto di viaggio per conoscere bene l’Europa di oggi e costruire meglio quella di domani.
Storia e politica dell’Unione Europea (1926-2005)
Le basi per capire l’Europa sono studiate nelle università. Il libro forse più utile e ricorrente è questo scritto di Giuseppe Mammarella e Paolo Cacace.
L’unità politica del Continente, che alle origini del processo unitario è stata la molla principale dell’europeismo, è ancora l’obiettivo dei popoli e dei governi europei? E se non è così, c’è un progetto alternativo a quello delle origini? E quali saranno gli sviluppi della moneta comune, quali le convenienze per l’Italia e per l’Europa? Quali gli scenari di domani, oggi più che mai in seguito ai problemi legati alla ratifica della Costituzione europea? Sono alcuni degli interrogativi che fanno da sfondo a questa scrupolosa e puntuale ricostruzione storica del lungo e accidentato percorso di integrazione dell’Europa, che arriva fino agli ultimi recenti avvenimenti riguardanti l’unità politica del Continente e la sua crisi.
Unione Europea. Trattati
Cos’è e cosa fa l’Unione europea? Lo spiega Bruno Nascimbene con questo manuale compatto. La nuova edizione post Brexit si rende necessaria per dare conto degli atti più significativi adottati in conseguenza del recesso del Regno Unito, avvenuto in applicazione dell’art. 50 del TUE, il 31 gennaio 2020 e dell’avvio, il 1° febbraio 2020, di un periodo di transizione, concordato nel quadro dell’Accordo di recesso che avrà durata fino al 31 dicembre 2020 e durante il quale l’Unione europea e il Regno Unito negozieranno le relazioni future.
L’Accordo è stato preceduto dall’adozione di altri atti, resi necessari dalle conseguenze del recesso sugli aspetti istituzionali dell’Unione: sono state apportate, nei testi interessati, le conseguenti modifiche. Gli atti relativi al recesso vengono pubblicati in appendice al Codice, mentre i documenti adottati durante il periodo di transizione, ritenuti significativi per l’Unione europea sul piano giuridico, politico ed economico, saranno via via pubblicati on-line in una sezione dedicata agli “Aggiornamenti”.
I diritti dei cittadini europei
Quali diritti abbiamo in Europa? L’obiettivo di questo libro di Claudia Morviducci è proprio questo: spiegare, nel modo più piano possibile, l’istituzione e l’evoluzione della cittadinanza europea e i diritti che ne conseguono. A partire dal Trattato di Maastricht del 1992, infatti, si sono succedute in materia norme primarie e derivate, che hanno reso di non agevole lettura la disciplina di un istituto che, pure, appare centrale nello sviluppo dell’Unione europea.
L’Europa più grande. Allargare l’Unione europea dai Balcani occidentali all’Ucraina
Che Europa sarà quella del futuro? Più profondamente integrata o più grande, dai confini allargati e sempre più estesi?
Se il tema dell’allargamento UE non è nuovo, diverso è lo scenario internazionale in cui oggi se ne parla. Con l’aggressione russa a Kiev, l’allargamento a Balcani occidentali e Trio orientale (Ucraina, Moldova e Georgia) vive un inaspettato rilancio e si pone come tassello di una nuova architettura di sicurezza politica ed economica europea. L’allargamento è diventato scelta di civiltà, scrivono Luca Gori e Nicola Pontara.
La nuova spinta all’integrazione e alla convergenza economica con la UE pone però un delicato dilemma tra le ragioni della geopolitica, che sollecitano un allargamento rapido, e quelle della trasformazione democratica dei candidati, che implicano tempi lunghi. L’Europa sarà più grande solo se riuscirà a trovare un punto di equilibrio sostenibile tra queste due esigenze.
Nazione Europa. Perché la ricetta sovranista è destinata alla sconfitta
Claudio Tito è uno dei più attenti giornalisti italiani ai fatti europei e il suo libro è un viaggio in quello che sta succedendo oggi nel nostro continente e nelle sue istituzioni.
«L’Europa sarà forgiata nelle crisi», diceva Jean Monnet, e in effetti le ultime crisi sembrano aver dato una svolta decisiva all’Unione, che per affrontare la pandemia, le gravi difficoltà economiche e poi la guerra in Ucraina ha rovesciato alcuni dei dogmi che la frenavano da decenni. L’UE, forse più per necessità che per scelta, ha accettato la formazione di debito comune con il Recovery fund, ha agito coesa in ambito sanitario con gli acquisti collettivi dei vaccini, ha inserito elementi sovranazionali di organizzazione della Difesa soprattutto con la condivisione degli aiuti militari all’Ucraina. Questi sviluppi segnano una strada senza ritorno.
I burrascosi anni del Covid hanno piantato nella terra del Vecchio Continente il seme della sovranità europea, della Nazione Europa. Un seme che ha ora bisogno di crescere e diventare un albero robusto, per un’Unione che abbandoni progressivamente gli accordi e i veti tra gli stati trasferendo poteri verso le istituzioni condivise; e che ripensi la governance della moneta unica dotandosi di un bilancio comune.
Il rischio di un ritorno agli steccati nazionali è ancora forte, anche in vista delle Elezioni europee di giugno 2024. Ma se da un lato la retorica sovranista è un efficace strumento di propaganda per le destre, dall’altro le sue ricette si rivelano impraticabili al governo. Perché alla fine tutti devono fare i conti con l’irreversibilità del processo comunitario. Con una prefazione di Paolo Gentiloni.
Un’idea diversa dell’Europa. Otto saggi sull’identità transnazionale europea. Ediz. italiana e inglese
Dove va e cosa potrebbe essere l’Unione europea? Forse bisogna capire prima qual è la sua identità. Nella bibliografia imponente e variegata di Remo Ceserani, uno dei maggiori critici e teorici della letteratura italiani – e non soltanto italiani – dell’ultimo secolo, si può agevolmente isolare un filone di studi che ruotano intorno alla questione dell’identità transnazionale europea.
Questo, che potremmo chiamare il “tema europeo” dell’opera ceseraniana, compare prestissimo, per accenni appena abbozzati ma profetici, fin da quando il giovane critico non ancora trentenne recensisce, sul «Mondo» di Pannunzio, un numero speciale del «Times Literary Supplement» dedicato agli scambi letterari europei (Erodoto in Europa, 6 febbraio 1962); e affiora poi negli anni, in filigrana, in recensioni e segnalazioni dedicate a “enciclopedie europee” e opere sulla dimensione europea di questo o quello scrittore, e in accurate analisi degli scambi culturali fra gli intellettuali europei e americani.
Il cuore dell’Europa
Non è ancora un fuori sacco, caratteristico delle liste dei migliori libri di Macity, perché è troppo importante e attuale, anche se è stato scritto molto tempo fa tuttavia da uno degli autori più importanti del nostro tempo.
In questo appassionato pamphlet che ha visto la luce alla fine della Prima Guerra mondiale, Stefan Zweig, drammaticamente figlio della Vecchia Europa, descrive il disastro della guerra attraverso quell’isola di pace che è stata la Croce Rossa di Ginevra, nella sua sede di Place Neuve, “[…] cuore dell’Europa. Ogni giorno un’invisibile mareggiata trascina qui la paura, la preoccupazione, la richiesta d’aiuto, le grida di terrore di milioni di persone. Ogni giorno un’invisibile risacca trascina via da qui speranza, conforto, consigli e notizie depositandoli ai piedi di quei milioni di persone. Fuori, da un capo all’altro del mondo, sanguina da innumerevoli ferite il corpo crocifisso dell’Europa. Qui però il suo cuore batte ancora. Perché qui, alla sofferenza davvero disumana del nostro tempo, risponde ancora un sentimento eterno: l’umana compassione”.
Questo breve scritto di Zweig fino a oggi inedito in Italia ci spinge a riflettere, come scrive Beda Romano nella prefazione, su quanto siamo prigionieri delle nostre convinzioni e dei nostri paradigmi, delle nostre speranze e delle nostre illusioni: «Mentre il continente europeo è in preda a nuovi preoccupanti scossoni e le democrazie nazionali appaiono drammaticamente in bilico, Das Hertz Europas è un monito rivolto a tutti noi.”
L’invention de l’Europe
Non sarebbe una lista dei migliori libri di Macity senza un paio di fuori sacco. In questo primo caso, il libro è lingua: in francese e, per quanto non recente, è un libro fondamentale per capire un elemento dello sviluppo dell’idea di Europa: il ruolo della famiglia. Anzi, dei quattro tipi di famiglia: nucleare assoluta, nucleare ugualitaria, comunitaria e autoritaria.
Queste strutture variano geograficamente e storicamente, creando un mosaico culturale attraverso il continente. Todd sostiene che queste strutture familiari sono radicate profondamente nella storia e persistono nel tempo, influenzando lo sviluppo sociale.
Secondo Todd, infatti, la comprensione di queste strutture è fondamentale per capire le differenze culturali e politiche tra le regioni europee. Le strutture familiari, secondo Todd, hanno plasmato le ideologie politiche e i sistemi di governo in diverse parti d’Europa: collega queste tendenze a movimenti politici specifici, come il comunismo, il liberalismo e il conservatorismo, tracciando connessioni tra la struttura familiare e l’orientamento politico.
È un libro “vecchio”, degli anni Novanta, ma ancora valido e considerato un riferimento per uno studio dell’idea di Europa alternativo a quello economico e politico classico.
La macchina del vento
Secondo fuori sacco questa volta letterario per la lista dei migliori di Macity. Il romanzo di Wu Ming 1 è un inno critico all’Europa. Ci riporta nella temperie della fine della seconda guerra mondiale, quando l’idea di un’altra Europa nasce. È un’opera di fantasia, ma non solo: un oggetto letterario non identificato.
«La guerra non la pagherà solo il regime: la pagherà l’Italia, e noi erediteremo le macerie. Però noi vediamo l’occasione di ricostruire! Invece là, – puntò il bastone in direzione del continente, la maggior parte della gente ancora sonnecchia, intorpidita dal fascismo. Qui a Ventotene vediamo il futuro, mentre nel resto d’Italia non ne hanno la minima idea! E allora chi sono gli isolati? Chi sono i veri prigionieri del loro tempo?»
Siamo sull’Isola di Ventotene, colonia di confino degli antifascisti, 1939. Erminio è un giovane socialista, ex studente di Lettere a Bologna. Voleva fare la tesi sui mari d’Italia nei miti greci e adesso, ironia della sorte, è segregato su uno scoglio nel Tirreno, di fronte alla dimora della maga Circe, dove rischia di impazzire. Per non cedere, Erminio guarda all’esempio di un compagno più anziano, un uomo carismatico e tenace, da dieci anni prigioniero del regime.
Si chiama Sandro Pertini. Una mattina d’autunno, dal piroscafo Regina Elena sbarca in catene Giacomo, un nuovo confinato. È un fisico romano e ha un segreto. Anzi, più di uno. Mentre l’Italia entra in guerra e la guerra travolge l’Italia, le stranezze di Giacomo e i misteri sul suo conto influenzano Erminio, innescando una reazione a catena e trasformando l’isola in un crocevia di epoche e mondi. Perché a Ventotene ci sono anarchici, utopisti, futuri partigiani, costituenti, pionieri dell’Europa unita. Ma c’è chi sogna ancor più in grande di loro.
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