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Motorola Solutions compra Psion

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Motorola Solutions vuole comprare Psion e ha offerto alla società inglese 200 milioni di dollari, “un’opportunità per rafforzare il portafoglio di offerta nell’era del mobile computing con dispositivi palmari robusti e terminali a uso veicolare” ha dichiarato Greg Brown, CEO di Motorola Solutions.

Palm ha una lunga e interessante storia alle spalle: cominciò a muovere i primi passi negli anni ’80 come partner di Sinclair Research, sviluppando software per lo ZX81, lo Spectrum e il Sinclair QL, alcuni tra i più noti “home computer” all’epoca. Nel 1984, quando Apple presentò il primo Mac, Psion commercializzò l’Organiser, considerato il primo palmare al mondo e qualche anno dopo l’interessante Organiser II, comprensivo di un indovinato sistema operativo proprietario e linguaggio per la gestione di database (“OPL”) che consentì di dominare indisturbata un mercato del tutto nuovo. Nel 1987 arriva SIB, famiglia di dispositivi con un nuovo sistema operativo multitasking denominato EPOC e dal 1993 al 1998 la famiglia di personal digital assistant Psion serie 3 prima e la Psion serie 5 dopo. Il declino di Psion cominciò con l’arrivo sul mercato di dispositivi economici concorrenti con Windows CE e altri con funzionalità limitate ma interessanti per altri ambiti come il Palm Pilot.

Il sistema operativo EPOC permise nel giugno del 1998 la nascita di Symbian in partneship con Nokia, Ericsson e Motorola; anni dopo Nokia comprò Symbian e Psion nel 2004 vendette le sue quote, ritenendo non più interessante e fondamentale il sistema per la sua strategia. Psion al momento produce computer palmari per il settore industriale e computer veicolari, apprezzati da molti clienti per il grado di personalizzazione.

Psion

Nel 2007 Psion tornò alla ribalta per una querelle sull’uso del termine “Netbook”. Psion inviò ad alcuni produttori di PC, commercianti e blogger una lettera con la quale si invitavano questi soggetti a usare appropriatamente il termine essendo un marchio registrato e di loro proprietà dalla fine degli anni ’90; l’USPO (United States Patent and Trademark Office) nel 2009 parlò di “rischi di confusione” e invitò Psion a rinunciare ai suoi diritti.

[A cura di Mauro Notarianni]

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