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Recensione Parallels Desktop 15: tutto il mondo Windows (e non solo) su Mac

Puntuale come l’autunno, anche quest’anno è arrivato l’upgrade di Parallels Desktop 15, che va a migliore la già ottima versione 14 con novità soprattutto sotto il cofano e un ottimo sodalizio con l’entrante macOS Catalina.

È stato un anno fiscale molto intenso per Parallels, che alla fine del 2018 si è vista acquistata dalla canadese Corel (famosa per il prodotto CorelDraw, tornato recentemente su Mac), che a sua volta è stata acquistata dalla KKR: una sorta di scatola cinese che però non ha sortito effetto alcuno sulle dinamiche di un prodotto che da più di 10 anni è oramai uno standard nel mondo Mac.

Recensione Parallels Desktop 15: tutto il mondo Windows (e non solo) su Mac
Viva la contemporaneità: su un Mac mini 2018 gira allegramente una copia di WIndows 10 Pro, Linux Mint e macOS Mojave, Windows 7 IE, tutto sopra macOS Mojave

Parallels Desktop 15, la recensione

Automatico si, ma con qualche attenzione

Il nuovo Parallels Desktop 15 richiede per funzionare un Mac con processore Intel Core 2 Duo, 4 GB di RAM, 500 MB di spazio su disco (molto, ma molto meglio se si tratta di una SSD) e macOS Sierra 10.12 o successivi.

Sostanzialmente niente di così radicale, ma ovviamente il software funziona meglio se trova hardware adatto allo scopo, come una scheda video discreta (AMD Radeon Pro) e una unità SSD dove è depositata l’immagine disco del sistema virtualizzato (che potrebbe essere il disco di avvio oppure un disco esterno, come questo ad esempio).

Il software è sostanzialmente formato da due parti: una arriva direttamente da Parallels ed è una App che virtualizza sistemi operativi ospiti, l’altra sono appunto gli OS, da Windows a Linux sino a macOS, della cui provenienza si può occupare sempre Parallels in automatico (con qualche attenzione, come vedremo), oppure l’utente in completa autonomia per soluzioni più verticali.

Recensione Parallels Desktop 15, tutto il mondo Windows (e non solo) su MacTra le novità della versione 15 c’è appunto il miglioramento della fase di download, che appare adesso più trasparente: un clic provvede a scaricare l’immagine disco (tra quelle disponibili) e ad avviare l’installazione, tanto che l’utente ignaro parte da Parallels e finisce su Windows (ad esempio) senza fare granché, gran bel vantaggio per chi non è avvezzo alla questione.

Come nelle versioni passate però rimane il problema di Windows 10: la versione scaricata in automatico è infatti Windows 10 N, non Windows 10 Pro oppure Home, come ci sarebbe da aspettarsi, il che non è un vero e proprio “problema” dal punto di vista dell’usabilità ma lo potrebbe diventare da quello della licenza (specie se avete già una product key), molto meglio secondo noi partire da immagini ISO ufficiali.

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Una copia di Windows 10, installata automaticamente da Parallels Desktop. Come si vede dalle specifiche, si tratta di Windows 10 Home N, una versione leggermente diversa di Windows 10 Home (sostanzialmente priva delle App multimediali)

Il resto del mondo

Per il resto abbiamo a disposizione anche soluzioni come Linux nelle distro Ubuntu, Fedora, CentOS, Debian e l’ottimo Mint oltre anche ad una versione particolare di Android, la cui reale usabilità è però ridotta rispetto ad una macchina vera e propria.

Chi scrive però trova molto interessante la possibilità di virtualizzate macOS, nella stessa versione che lo ospita, dato che l’installer prende spunto dalla versione di recupero già presenta nel Mac (per cui Sierra, High Sierra, Mojave e, a breve, anche Catalina). Virtualizzare macOS sopra macOS è una gran comodità per chi sviluppa, dato che Xcode, ad esempio, offre un virtualizzatore integrato per iPhone e iPad, mentre per macOS toccherebbe arrangiarsi e una piattaforma pulita e isolata offre grandi spunti per le prove tecniche.

Senza necessariamente essere tecnici, virtualizzare macOS permette anche di provare Catalina prima dell’installazione vera e propria, fattore da non sottovalutare dato che c’è l’abbandono delle App a 32 bit.

In tutte le copie di sistemi virtualizzati c’è la possibilità, tramite i Parallels Tools, una suite di driver appositamente studiati da Parallels per integrarsi con i sistemi ospiti, di ottenere una parziale o quasi totale integrazione con macOS sia per le funzioni sia per il passaggio dei dati e lo scambio dell’hardware accessorio, così come l’adattamento dinamico della risoluzione e, per quanto riguarda Windows, anche una modalità Coherence che in pratica integra le App di Windows all’interno di macOS lanciandole in finestre dedicate.

A proposito di Catalina

L’arrivo di Catalina, che nel mentre che sono scritte queste righe non è ancora disponibile, porterà importanti benefici con Parallels Desktop 15: è pienamente supportata ad esempio la funzione Sidecar, che trasforma un iPad in un secondo display, laddove ad esempio mettere un sistema operativo attivo, mentre l’ambiente macOS resta sul display principale.

Ma la novità più grande è il supporto alla tecnologia DirectX 11, funzione che è più di una evoluzione rispetto al passato: nella versione precedente, ad esempio, erano supportate le DirectX 9 e 10 sopra OpenGL, mentre in questa versione le DirectX sono supportate in versione 9, 10 e 11 tramite Metal, promossa da Apple da oramai due anni e che è ottimizzata su tutti i Mac recenti.

Questo significa che se prima l’uso di alcune App che chiedevano specificatamente DirectX 11 (poche e molto esose, ma pur sempre presenti) offrivano una finestra di errore su Windows perché non le API non ricevevano una risposta corretta, adesso non hanno più ostacoli.

Parallels inoltre afferma che questa tecnologia, così come molte parti di Parallels Desktop 15 sono ottimizzate per macOS Catalina e che funzioneranno meglio sul nuovo sistema operativo di Apple.

Chi scrive può confermare che Windows 10 Pro (1903) funziona molto, ma molto bene sul nuovo Mac mini (con macOS Mojave), la cui velocità della SSD interna (2.800 MB/s nei nostri test) favorisce moltissimo il carico di lavoro, risultando nelle operazioni di gestione di documenti e cartelle, nell’uso di Office e di qualche utility di contorno estremamente efficace quanto un PC reale di fascia premium, con riattivazioni dalla fase di congelamento non più lunghe di un paio di secondi.

Non abbiamo avuto modo di provarlo, ma siamo del tutto propensi a pensare che sui nuovi MacBook Pro e iMac, Parallels possa offrire prestazioni ancora migliori e offrire una piattaforma ideale anche per App complesse e giochi esosi, sfruttando appieno le caratteristiche delle schede video discrete (assenti sul Mac mini).

Recensione Parallels Desktop 15, tutto il mondo Windows (e non solo) su Mac
Qualche schermata di Parallels Access, servizio aggiuntivo incluso nelle versioni di Parallels Desktop Pro e Business, per il controllo remoto di un Mac o PC

Considerazioni

Inutile girarci intorno, gli utenti che per qualche motivo necessitano di utilizzare Applicazioni Windows o Linux trovano nella soluzione Parallels un alleato formidabile, in tutto e per tutto migliore di BootCamp, tecnologia integrata in macOS e gratuita, ma che richiede un (quantomeno noioso) riavvio per ogni sistema scelto, laddove Parallels è in grado di attivare diverse macchine virtuali anche contemporaneamente.

Il costo della soluzione, dai 79,99 Euro (una tantum) per l’edizione perpetua sino ai 99,99 Euro (all’anno) per la versione Pro secondo noi non sono tanti, sia per le novità di questa versione ma soprattutto per la ricercatezza del prodotto in generale, che vede la sua fama più che meritata.

Ricordiamo che nelle versioni in abbonamento (Parallels Desktop Pro Edition e Parallels Desktop Business Edition) sono inclusi anche Parallels Access (per il controllo remoto di Mac e PC) e Parallels Toolbox (suite di piccole utility per Mac e PC), prodotti altrimenti venduti a 19,99 Euro l’uno (quando acquistati da soli) più ovviamente tutti gli update e upgrade dell’App Parallels Desktop che arrivano durante il periodo di sottoscrizione.

Recensione Parallels Desktop 15, tutto il mondo Windows (e non solo) su Mac
Una delle novità minori della versione 15 è il supporto alla modalità scura

Pro:

• Integrazione perfetta con macOS
• Ottimizzato per macOS Catalina
• L’installazione di diversi OS è quasi automatica

Contro:

• L’installazione automatica di Windows 10 è solo in versione N

Prezzo:

Parallels Desktop Full (per uso privato) 79,99 Euro (edizione perpetua)
Parallels Desktop Update da 13 o 14 (per uso privato) 49,99 Euro (edizione perpetua)
Parallels Desktop Pro Edition 99,99 Euro (all’anno)
Parallels Desktop Business Edition 99,99 Euro (all’anno)

Gli utenti possono provvede all’acquisto di Parallels Desktop 15 direttamente dal sito ufficiale oppure, per la sola versione perpetua, anche tramite le pagine di Amazon.it. Ricordiamo che Parallels Desktop non include la licenza di Windows, che va acquistata a parte, mentre per la sola virtualizzazione di macOS e le varie distro di Linux e Android è inclusa.

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