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Recensione Ulysses III: innovazione o rivoluzione?

Con oltre dieci anni di esperienza alle spalle, il software Ulysses è stato uno dei primi editor di testo a voler offrire un’ambiente di lavoro abbastanza completo e funzionale per venire incontro alle esigenze di chi scrive molti articoli o testi elaborati come saggi e libri. Fin dalla prima versione i punti di forza sono stati la gestione delle fonti, delle risorse e degli appunti direttamente dall’interfaccia principale, tutte caratteristiche che sono poi state riprese da alcuni editor “full-feature” nati successivamente, tra cui l’ottimo Scrivener. Uscito nel 2009, Ulysses 2.0 ha rappresentato un grosso passo avanti in termini di funzioni, ma è solo con la nuova terza versione principale che The Soulmen ha rivoluzionato per intero l’esperienza di scrittura, riscrivendo il software da zero e proponendo una nuova interfaccia grafica.

Se negli ultimi anni Ulysses si è affermato come uno degli editor di testo più interessanti su Mac, con Ulysses III il team The Soulmen si è posto ambizioni enormi. Non solo si tratta del progetto più importante della compagnia tedesca, ma mira ad essere il software di riferimento per chi scrive per diletto o per lavoro, sia per blogger che per autori di saggi e romanzi. Sia chiaro, si parla di Ulysses III, non di Ulysses 3.0. Questo perché anziché limitarsi a realizzare un semplice aggiornamento, lo sviluppatore ha rivisto il software fin dalle fondamenta, cercando di mantenere i punti di forza e aggiungere nuove funzioni tra quelle più richieste o più apprezzate negli editor concorrenti. Ma soprattutto, l’obiettivo di The Soulmen è stato quello di semplificare il più possibile l’interfaccia, rendendola essenziale ma elegante, e da questo punto di vista è evidente come gli sviluppatori si siano ispirati a software come iAWriter e Byword. Abbiamo passato qualche giorno utilizzando a fondo Ulysses III, in ambiente lavorativo e non, per capire quanti passi avanti sono stati fatti rispetto alla versione precedente, ma soprattutto se il nuovo Ulysses III è in grado di superare alternative come Scrivener o iAWriter unendo la completezza del primo con l’ambiente rilassante e ‘inspiring’ del secondo.

La prima grossa novità si nota fin dall’avvio dell’applicazione. In Ulysses III non viene più chiesto di creare un file progetto, salvarlo e cercarlo successivamente, ma ogni parola, ogni virgola e ogni spazio digitato viene automaticamente salvato all’interno del software stesso, una funzione che si rifà evidentemente alle app per iOS. Per quanto riguarda l’interfaccia dell’ambiente di lavoro, il team di Marcus Fehn e Max Seeleman ha optato ancora una volta per una divisione in tre colonne, ma in questo caso utilizzando una formula ben diversa da quella di Ulysses 2.0, forse più simile a quella di un lettore di feed RSS sullo stile di Reeder for Mac. La prima colonna a sinistra mostra infatti una lista delle risorse, divisa tra gruppi, filtri e cartelle esterne (è infatti possibile modificare anche file già esistenti); nonostante sia possibile associare ad ognuno di questi un nome e un’icona, la gestione dei file non raggiunge il livello di completezza o intellegibilità di Scrivener. La seconda colonna presenta invece l’elenco dei fogli di lavoro, divisi in base ai filtri creati o all’ordine che più si desidera. Va notato che non è possibile assegnare subito un nome al foglio di lavoro (l’anteprima mostra le primissime parole del testo), e per riconoscerli è necessario impostare la titolatura o digitarla all’inizio del foglio con un codice Markdown (es. ## Titolo).

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E proprio per chi ama sintassi di formattazione come Markdown e Textile che è stato pensato l’editor vero e proprio. La terza colonna, la più grande, è infatti tutta dedicata alla scrittura del testo, ma stavolta è ripulita da qualsiasi elemento di distrazione. L’unica eredità da Ulysses 2 è la numeratura dei paragrafi, posizionata stavolta in maniera più discreta accanto alla barra di scorrimento. Chi è abituato a utilizzare editor tradizionali noterà subito la completa assenza di strumenti e pulsanti per la formattazione: il testo può essere tranquillamente sistemato poco prima dell’esportazione oppure, per i più avezzi al Markdown, mentre si scrive, utilizzando un comodo sistema di asterischi e cancelletti. Ulysses III utilizza infatti un sistema chiamato “Plain Text Enhanced”, ma per chi non è pratico di scrittura in formato plain-text è possibile far comparire un’ulteriore colonna contenente una completa legenda. In fase di esportazione, è possibile poi scegliere tra i formati PDF, RTF, TXT, Word, HTML e Markdown. Originale e apprezzata è la possibilità di scegliere un software esterno con cui aprire al volo il file, ma nel complesso Scrivener mette a disposizione qualche strumento in più per personalizzare il risultato finale, e allo stato attuale manca il supporto al formato ePub, presente in Ulysses 2 e che sarà aggiunto nella nuova versione soltanto successivamente.

Non manca ovviamente la possibilità di scrivere a schermo intero e in modalità notturna per una maggiore immersione e concentrazione anche quando si lavora nelle ore più tarde della giornata, e da questo punto di vista è più che evidente come The Soulmen abbia studiato a fondo i software distraction-free che sono stati pubblicati negli ultimi anni. Elencare tutte le minuzie, le migliorie e le piccole aggiunte richiederebbe tantissimo tempo, ma in chiusura ci limitiamo a segnalare quella che è l’altra importante innovazione di Ulysses III. Non solo è possibile sincronizzare in tempo reale il proprio lavoro con Dropbox, ma attraverso iCloud si possono condividere i fogli di lavoro su Daedalus Touch, l’editor di testo che lo sviluppatore tedesco ha sviluppato per i dispositivi iOS. In questo modo è possibile cominciare a scrivere un testo dal desktop di casa, e continuare dal proprio iPad riprendendo dal punto esatto in cui ci si era interrotti. Eppure non sono mancati alcuni problemi di instabilità, con alcuni crash che in un caso particolare hanno causato l’irrimediabile perdita del testo, a dimostrazione di come The Soulmen debba raccogliere i feedback degli utenti per pubblicare al più presto una versione più affidabile. Stabilità a parte, Ulysses III si è dimostrato un ottimo editor di testo, forse non rivoluzionario come speravano gli autori, ma comunque in grado di unire in un solo software la completezza di app professionali all’approccio senza fronzoli tipico degli editor distraction-free, rispondendo alle esigenze di chi cerca una via di mezzo tra Scrivener e iA Writer.


Conclusioni
In definitiva a chi è indirizzato Ulysses III? Romanzieri, saggisti e freelancer che hanno bisogno di un editor completo e che permetta una gestione totale di appunti, note, bozze e fogli multipli probabilmente continuerà a preferire Scrivener e la sua interfaccia meno elegante ma più funzionale; allo stesso modo, chi cerca un software che si limiti esclusivamente a una fantastica esperienza di scrittura, senza bisogno di funzioni aggiuntive, può tranquillamente limitarsi a iA Writer e ByWord. Ulysses III è per chi vuole un po’ dell’uno e un po’ dell’altro, chi vuole un buon numero di funzioni in un ambiente di lavoro rilassante e pulito, ma anche a chi ama il formato plain-text e la formattazione attraverso sintassi Markdown.

Pro
Interfaccia elegante e semplice da utilizzare
La completezza di un editor “full feature” con la filosofia distraction-free
Sincronizzazione con Daedalus Touch

Contro
Problemi di stabilità
Mancano ancora alcune funzioni

Ulysses III è proposto in offerta per un periodo di tempo limitato a 17,99 euro su Mac App Store
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