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Recensione Yi M1: la Micro Quattro Terzi che stupisce (prevalentemente) per il prezzo

Yi Technologies , inizialmente parte della grande famiglia Xiaomi ora azienda del tutto indipendente, si è costruita un eccellente nome nel campo dei dispositivi per la ripresa di immagini. Brilla in particolare nel settore delle action cam, dove i sui dispositivi sono tecnologicamente in grado di competere con quelli dei più grandi nome del settore. Più recentemente ha fatto il salto nell’ambito delle fotocamere mirrorless, uno dei più promettenti segmenti degli ultimi anni con Yi M1, basata sulla piattaforma Micro Quattro Terzi (MFT).

La scelta è strategica: il formato MFT è quello che ad oggi può vantare il maggior numero di obiettivi disponibili sul mercato mirrorless, grazie all’impegno di un brand storico del settore delle fotocamere come Olympus e al supporto di un colosso dell’elettronica come Panasonic. Di conseguenza la Yi M1 può beneficiare del nutrito e completo parco ottiche MFT, dando agli utenti un’ampia scelta nel caso non solo volessero provare per la prima volta questo formato, ma anche nel caso in cui siano già utenti MFT e vogliano testare la fotocamera cinese.

Il principale asso nelle manica di questa è però il prezzo Yi M1: è possibile acquistare su Amazon la Yi Mi con l’obiettivo kit base a meno di 350 euro, prezzo senza precedenti per qualunque fotocamera MFT entry level che si sia mai vista sul mercato. Questo ovviamente ha però un “costo” in termini di funzionalità e prestazioni, che vedremo in seguito.

Controlli ed ergonomia

Dal punto di vista tecnico la Yi M1 può vantare specifiche di medio livello: è dotata di un sensore CMOS IMX269 prodotto da Sony (formato MFT) da 20 MP (che possono arrivare a 50 MP via interpolazione), capace di riprendere video ad una risoluzione fino a 4K a 30 FPS. Sul sensore, dal puro punto di vista della componente, è difficile discutere. È in sostanza lo stesso sensore utilizzato ad esempio dalla Panasonic GX8 e dalla Olympus Pen F, ma anche dalla Olympus OM-D M1 Mark II, considerata la più evoluta fotocamera Micro 4/3 oggi disponibile sul mercato.

Sensore a parte, la Yi M1 offre autofocus a rilevamento di contrasto a 81 punti, schermo LCD da 3 pollici e 1.04MP, ampiezza ISO da 100 fino a 25.600 e otturatori meccanico ed elettronico, che può raggiungere tempi di esposizione che vanno da 60 secondi fino a 1/4000 di secondo.

Come evidente si tratta di specifiche oggi abbastanza modeste, per una fotocamera che fin da subito non punta il tutto per tutto sulle prestazioni ma sull’equilibrio e il rapporto qualità prezzo.

Le dimensioni del corpo macchina sono decisamente ridotte, diremmo tascabili, molto vicine a quelle di una semplice compatta; l’ingombro complessivo aumenta nettamente non appena vi si aggancia l’obiettivo YI 12-40mm F3.5-5.6 incluso nel modello che abbiamo testato, che rende la fotocamera tutto fuorché che tascabile.

Esteticamente la Yi M1 riprende ampiamente lo stile e la filosofia che caratterizza l’originale Leica T, con uno chassis pulito e minimale (realizzato con un mix di metallo e plastica), pochi pulsanti fisici e buona parte dei controlli affidati al touch screen da 3 pollici.

Oltre al bollino rosso del marchio Yi (anche questo evidente omaggio all’iconico pallino rosso di Leica), sul fronte la fotocamera è totalmente priva di pulsanti (a parte il tasto di espulsione delle ottiche) e presenta il classico rigonfiamento dell’impugnatura, realizzato in un materiale plastico e ruvido, per assicurare la presa.

Sul retro sono presenti solo due pulsanti, un pulsante per la riproduzione ed un tasto multi-funzione; sulla placca posteriore il pulsante di scatto, la slitta a caldo, una leva per l’accensione e spegnimento e due ghiere, una dedicata alla selezione della modalità di scatto e l’altra dedicata a diverse funzionalità a seconda delle modalità di scatto e alle impostazioni selezionate.

Come detto buona parte delle impostazioni e delle funzioni vengono controllate attraverso l’interfaccia touch screen dello schermo. Proprio come accaduto nel caso della Leica T, questa scelta inserisce la Yi M1 in una fascia di mercato più “moderna” e allineata a molti gadget di recente produzione, dove il touch screen ha sostituito buona parte dei tradizionali pulsanti fisici. Ovviamente questo potrebbe non essere considerato da chi, come i fotografi più evoluti, preferiscono i controlli fisici. In macchine fotografiche Micro 4/3 anche di fascia entry level ci sono molti più tasti di quanti ne troviamo nella M1 di Yi.

Il menù touch è certamente semplice e di facile navigazione e va dato a Xiaomi il merito di aver semplificato il più possibile le voci del menù e di aver reso la logica di navigazione semplice e intuitiva (visto anche il ridotto numero di funzioni configurabili) rispetto ai menù di fotocamere analoghe, ad esempio i confusi ed intricati menù di Olympus, dove molte funzioni interessanti sono seppellite sotto montagne di sotto menù e sotto sezioni.

L’obiettivo di realizzare una fotocamere semplice da usare e configurare è probabilmente raggiunto, ma chi scrive però continua a pensare che sulle fotocamere la presenza di comodi tasti fisici sia ancora importante e particolarmente utile: dover continuamente interagire con i menù e sottomenù del touch screen rende lunghe e macchinose alcune semplici operazioni che invece su altre fotocamere sono a portata di poche pressioni del pollice.

Come nel caso della Leica T, la decisione di rincorrere il touch ad ogni costo risulta alla fine controproducente e limita la comodità di chi ricerca in una fotocamera anche una rapida e comoda accessibilità alle funzioni più basilari.

Infine la mancanza di un mirino elettronico si fa sentire in quanto il touch screen non sembra essere particolarmente luminoso e ci ha creato non poche difficoltà durante le sessioni fotografiche in piena luce.

Performance e qualità d’immagine

Lato performance con la Yi M1 è possibile ottenere risultati discreti, anche se non abbiamo trovato nulla capace di suscitare entusiasmo; il sensore da 20 MP di Sony, che conosciamo per le sue buone performance su altre fotocamere Olympus e Panasonic, non si discosta da quanto già visto, ma il processore di immagine del dispositivo si limita a fare il suo lavoro.

I colori ottenuti sono ben bilanciati – nonostante in alcuni casi il bilanciamento del bianco automatico sia ben poco preciso – e con l’obiettivo kit YI 12-40mm F3.5-5.6 è possibile ottenere risultati buoni in termini di nitidezza, senza particolari difetti di flare o aberrazione cromatica.

YI DIGITAL CAMERA

Niente da dire nemmeno sulle performance in scarsità di luce, che confermano pregi e, allo stesso tempo, i limiti della Yi M1: risultati buoni fino a 800 ISO, utilizzabili fino a 1600, per poi eccedere nel rumore oltre questa soglia.

YI DIGITAL CAMERA
Yim1 ISO 100
ISO 100
Yim1 ISO 200
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Yim1 iso 400
ISO 400
yim1 ISO 800
ISO 800
Yim1 ISO 1600
ISO 1600
Yim1 iso 3200
ISO 3200
Yim1 ISO 6400
ISO 6400
Yim1 ISO 12800
ISO 12800
Yim1 ISO 25600
ISO 25600

Il maggior difetto di questa fotocamera è però la mancanza di qualunque stabilizzazione ottica: né il corpo macchina né gli obiettivi YI disponibili sul mercato includono alcuna forma di stabilizzazione ottica. L’unica soluzione presente è una blanda forma di stabilizzazione digitale inclusa nella fotocamera. Per avere la stabilizzazione è necessario ricorrere alle lenti Panasonic che sono stabilizzate otticamente, ma questo farà crescere il prezzo di un set con corpo Yi.

L’assenza di uno stabilizzatore è legata al fattore prezzo, ma si tratta di una scelta decisamente controcorrente se consideriamo che buona parte delle fotocamere di oggi includono qualche forma si stabilizzazione ottica, se non nel corpo macchina almeno nelle ottiche base incluse.

Se si considera che la recente Olympus PEN E-PL9, potenziale concorrente della YI M1, include uno stabilizzatore a 3 assi nel corpo macchina ed eventualmente è possibile anche scegliere presenta anche una ottica kit con stabilizzatore incluso, ci si rende conto di quanto la scelta di Xiaomi possa ridurre notevolmente l’appetibilità del suo dispositivo in termini di performance.

L’assenza della stabilizzazione influisce negativamente anche sui risultati che si possono ottenere in scarsità di luce: tutto bene finché la YI M1 viene utilizzata con un cavalletto, ma negli scatti manuali, occasioni in cui gli stabilizzatori fanno la differenza per compensare l’effetto tremolio, è necessario mantenere la velocità dell’otturatore sempre abbastanza elevata, spesso non meno di 1/60 di secondo, per non incappare in scatti mossi.

YI DIGITAL CAMERA

Un discorso a parte merita l’autofocus. Nel corso della nostra prova abbiamo riscontrato una sostanziale inaffidabilità. Oltre ad essere tutt’altro che rapido, in molti casi non è stato in grado di agganciare correttamente il soggetto che avremmo voluto mettere a fuoco, nemmeno sfruttando la comoda funziona di tap-to-focus presente grazie al touch screen.

Dopo qualche giorno di test abbiamo però aggiornato il firmware della fotocamera alla versione 3.1 utilizzando la app per smartphone; dopo l’aggiornamento, le difficoltà di messa a fuoco sono del tutto cessate, benché il sistema non brilli certamente per velocità e rapidità. L’update ha dunque reso l’autofocus più affidabile, ma la sua rapidità ha continuano a lasciare a desiderare.

Conclusioni

Dopo qualche giorno di prova della YI M1 emerge come il vero punto di forza di questa fotocamera è proprio il prezzo. Come detto la YI M1 si può infatti acquistare a 349 euro con obiettivo kit YI 12-40mm F3.5-5.6. Si tratta al momento del prezzo più basso per poter mettere le mani su una fotocamera MFT nuova di zecca; la già citata Olympus PEN E-PL9 è venduta sempre su Amazon ad un prezzo praticamente doppio, un costo giustificato da prestazioni e vantaggi innegabili dal punto di vista tecnologico. Ma se il problema è il portafogli, la Yi vince a mani basse.

Yi Technologies, insomma, punta a tutta forza sul rapporto qualità/prezzo: ad oggi nessuna fotocamere MFT è in grado di offrire così tanto ad un prezzo così ridotto. Buona parte delle concorrenti entry level, vendute a prezzi più elevati, solitamente circa 500 euro o poco meno, includono un sensore da 16 MP, laddove la YI M1 può vantare lo stesso sensore da 20 MP visto nelle top di gamma Olympus e Panasonic.

Probabilmente se fosse venduta ad un prezzo più elevato, sarebbe difficile fingere che alcuni dei molti difetti elencati durante la nostra disamina, come la lentezza dell’autofocus, la mancanza di stabilizzazione o le scelte di design poco apprezzabili, non esistono.  Considerando però le performance in termini di pura qualità d’immagine e il prezzo davvero invitante, non possiamo che consiglia questa fotocamera a chiunque voglia avvicinarsi al formato MFT spendendo il meno possibile. Si può anche pensare di procurarsi qualche lente, magari non nuova, di Panasonic per avere la stabilizzazione oppure qualche lente Olympus-Zuiko per cominciare a farsi un corredo per poi magari in futuro passare ad altri prodotti e nello stesso tempo sperimentare il formato. In questo caso i 350 euro sono una opportunità che ancora una volta solo Yi Technologies è in grado di offrire.

Pro

  • Prezzo mai visto per una fotocamera mirrorless equivalente;
  • Sensore Sony di ultima generazione;
  • Design accattivante, compatto e moderno;
  • Menù intuitivo;

Contro

  • L’assenza di tasti fisici rende i controlli troppo confusi;
  • Mancanza di qualunque forma di stabilizzazione;
  • Autofocus lento;
  • Performance nella media;
  • Mancanza del mirino elettronico;
  • Scelte di design poco pratiche;

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