Il Galaxy S III è certamente molto diverso da un iPhone 4S, il video che Samsung usa per la sua promozione, molto meno diverso da quello che Apple usò per introdurre lo scorso autunnali suo, allora, nuovo modello. La similitudine dei due video è facilmente verificabile dando un’occhiata al documento Youtube che pubblichiamo qui sotto.
Samung affida ad alcuni dei progettisti del suo smartphone il compito di spiegarne le funzioni, l’ispirazione, il design. Il concetto è molto famigliare a chi segue le presentazioni di Apple che da diversi anni usa i volti di personaggi come Ive, Fadell, Cue, Mansifield per lanciare i propri prodotti. Ma le similitudini non si fermano qui: sono del tutti simili il montaggio e il ritmo, l’accompagnamento della colonna sonora, persino lo stile della musica. Impressionante il senso di deja vue che si ha, soprattutto, sull’attacco: se si chiudessero gli occhi e si immaginasse che Apple ha una filiale in Corea, con ingegneri che parlano la lingua del paese asiatico, sarebbe facile pensare che stiamo parlando di spot della stessa azienda. Non bastano sicuramente a cancellare l’impressione che in questo caso Samsung ben difficilmente possa smentire di essersi “ispirata” (o di avere copiato, se si vuole un termine più diretto) alla rivale, il fatto che gli ingegneri di Seoul parlano non su uno sfondo bianco, ma su in ambienti d’ufficio e che più che spiegare le funzioni tecniche del telefono parlino della filosofia di design.
La ragione per cui Samsung o la sua agenzia di PR abbiano deciso una mossa di questo tipo è abbastanza sorprendente sopratutto in un contesto dove si sta confrontando in un’aula di tribunale con la rivale che la accusa, appunto, di avere copiato non solo tecnologie ma anche la filosofia costruttiva e di marketing. Evidentemente nella sede dell’azienda coreana si ritiene che la scelta non avrà ricadute sulle importanti vicende legali, ma ben difficilmente si può ritenere che non ne avrà sulla convinzione che, almeno da parte di qualche manager di Samsung, ci sia una certa ossessione di collocare immagine (e prodotti) dell’azienda in un canale sperimentato con successo da Cupertino.
