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Il governo americano vuole obbligare Apple a sbloccare un iPhone

Apple insiste nell’affermare di non essere in grado ma anche di non ritenere opportuno operare per sbloccare un iPhone a fini legali, ma il Governo degli Stati Uniti respinge le argomentazioni e ora una corte federale potrebbe obbligare l’azienda d Cupertino a farlo.

La vicenda si sta svolgendo nel Eastern District di New York, dove viene giudicata una persona accusata di avere spacciato metanfetamina e nel cui telefono potrebbero trovarsi prove della sua colpevolezza. La polizia ha chiesto lo sblocco dell’iPhone, cosa che tecnicamente sarebbe possibile per Apple visto che il cellulare funziona con  iOS 7, una versione che aveva ancora le chiavi cifrate “on board”, al contrario di iOS 8 e successivi che sono del tutto inattaccabili anche da Apple stessa. Apple aveva replicato sostenendo che svolgere questa tale operazione avrebbe danneggiato la sua immagine, richiesto risorse e oberato di lavoro i suoi dipendenti.

Il Dipartimento di Giustizia ha respinto queste argomentazioni, giacché la Mela non avrebbe quantificato gli oneri o dimostrato che i mandati graverebbero cumulativamente in modo rilevante sul suo lavoro. “Al contrario, Apple ha dimostrato che il lavoro sarebbe minimo perché per sua stessa ammissione dovrebbe bypassare il codice blocco di solo il 10% dei dispositivi con installate precedenti versioni di iOS 8 e tale numero continuerà a diminuire man mano che nuovi dispositivi vengono aggiornati o rimpiazzati”. Per quanto riguarda i danni alla reputazione di Apple e alla sua relazione con i clienti, è stato spiegato,  anche in questo caso il governo respinge tali affermazioni, spiegando che Apple non ha offerto alcuna prova concreta che la reputazione costituisca ciò che dalla legge è definito “onere eccessivo”.

Secondo la nota, firmata da Robert Capers, nominato da Barack Obama, bisognerebbe imporre ad Apple lo sblocco dei dati cifrati in quanto il sistema operativo “è concesso in licenza e non venduto” agli utenti; questo è quanto sostenuto dal Dipartimento di Giustizia in una replica inviata alla Corte Distrettuale dell’Eastern District di New York. “Apple progetta, fabbrica e vende l’oggetto del mandato di perquisizione” (l’iPhone), ha spiegato il Dipartimento al Magistrato James Orenstein, “ma questo è solo l’inizio del rapporto di Apple con il telefono in questo ambito. Apple  è proprietaria del software eseguito sul telefono, e questo software ostacola l’esecuzione del mandato”. Insomma, visto che Apple resta, per licenza, la sola proprietaria del sistema operativo, è anche l’entità che è responsabile della sua gestione e negare l’accesso, significa impedire alla giustizia di fare il suo corso.

Andrew Crocker, avvocato dell’Electronic Frontier Foundation, ha presentato un rapporto con il quale si afferma che è irrazionale da parte della corte costringere Apple a fornire informazioni che non possiede.

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