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Newton e Hypercard: uno sguardo ai “vecchi progetti” di Apple

“Paliamo delle nuove tecnologie” è stata la domanda che c|net ha rivolto a John Sculley, ex CEO di Apple negli anni dell’allontanamento di Jobs da Cupertino, e per tutta risposta il manager rispolvera HyperCard e Newton!

“HyperCard è stato per me un sistema non sufficientemente sviluppato quando ero alla Apple e me ne dispiaccio, non ci siamo suffientemente accorti che Hypercard poteva essere la base di HTML e HTTP sviluppati anni dopo così bene da Tim Berners-Lee (su sistema Next, n.d.r.)
Apple poteva cogliere quella opportunità  e portare su Internet tutta la cultura della sua interfaccia” è quanto dichiara Sculley sul rimpianto (ancora oggi da non pochi utenti Mac della “vecchia guardia”) Hypercard.

HyperCard è nato nel 1987 per conto del primo programmatore software di Apple, Bill Atkinson.

“Newton avrebbe potuto essere il miglior investimento di Apple, pochi sanno che allora si spesero 100 milioni di dollari in quello sviluppo, si sarebbero potuti rivendere diritti sull’hardware (processore ARM) e software e molti partner avevano già  firmato i contratti ma, mentre l’hardware ebbe un successo travolgente (ripagando anche molti investimenti), il sistema di riconoscimento della scrittura non funzionò bene e ci fece fare brutte figure” dice Sculley ancora riguardo ai passati anni alla Apple, per poi concludere descrivendo la sua attuale posizione: “ora sono un quasi pensionato”.

Sempre nella giornata di ieri è comparsa un’altra intervista, questa volta su Macworld UK, con i manager di PalmSource: Albert Chu e Gabi Schindler, entrambi ex Apple.

Molti personaggi che hanno fatto la storia di Palm provenivano dal progetto Newton MessagePad di Apple, terminato a inizio 1998.

Chu e Schindler sintetizzano in quattro punti vincenti quanto hanno imparato da quella primordiale esperienza: standard aperti, interfaccia utente, partnership forte e differenziazione.

Fattori negativi di Newton, secondo i due manager, erano: il riconoscimento della scrittura inefficace e la poca connettività  con altri prodotti elettronici; questi due importanti aspetti facevano del Newton un prodotto troppo a sè, ovvero solo un altro organizer, tra tanti.

Palm, che lavora a stretto contatto con Apple, vorrebbe però vedere allargate un po’ di più le maglie della sicurezza e segretezza di Apple riguardo al sistema operativo e sviluppo delle applicazioni: “tutti questi segreti non ci aiutano molto nello sviluppo del software per Palm, potremmo offrire subito ai nostri clienti le soluzioni più aggiornate invece conosciamo le novità  solo all’ultimo momento, in queste situazioni non ci resta che essere proattivi invece che reattivi, rispetto agli eventi che Apple propone… fortunatamente ci aiutano molto le nostre terze parti e una specie di compromesso temporale è stato quindi raggiunto per fornire velocemente le risposte, non è certo il massimo ma la realtà “.

Il Newton è ancora un oggetto usato da molti “irriducibili” che si appassionarono subito oppure ne ricercano oggi prodotti ancora invenduti o usati… vedere su Macity Market, per credere.

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