Niente foto, niente immagini rubate, niente possibilità di interagire ufficialmente con i grandi capi giapponesi. Una semplice dimostrazione per i tanti sfortunati, come il vostro cronista, che non hanno avuto la possibilità di fare un giro a Los Angeles, alcune settimane fa, per vedere l’esordio ufficiale all’E3 di Wii, la nuova console di Nintendo che dovrà riprendere le fila del discorso esattamente da dove le aveva interrotte il SuperFamicon (da noi conosciuto come Snes o Super Nintendo Entertainment System, a 16 bit) dopo le non felici performance di Nintendo 64 e GameCube.
Le scelte le sappiamo e ne abbiamo parlato sia noi che tantissimi altri in varie occasioni: Wii sarà più standard delle altre console nel senso che userà dischi “normali” e non cartucce o dischetti studiati apposta dalla casa nipponica. In questo modo ci sarà sia compatiblità che possibilità di comprimere masse di dati significative che aumentino grafica e performance.
Come si presenta il Wii dal vivo? Come un piccolo scatolino bianco tagliato in diagonale, con una luce blu e la base di metallo. Veramente piccolo e gustoso, un oggetto da poter utilizzare senza problemi e senza timori in casa: tranquillizzante sia verso il pubblico più giovane che verso i genitori apprensivi oppure quel potenziale mondo di videogiocatori nuovi (donne, anziani) verso il quale Nintendo sta aprendo in maniera eclatante.
Padrona di casa, Francesca Prandoni, responsabile delle Pr, e Simona Portigliotti, product manager di Nintendo: la festa per la presentazione all’Italia dell’umile macchina da guerra si è svolta all’ippodromo del trotto dal primo pomeriggio sino a tarda sera, con un turn-over di giornalisti, curiosi, persone del mondo della comunicazione e del videogioco che si sono date il cambio per ore, a giocare, vedere e toccare la piccola meraviglia bianca.
Una decina di schermi al plasma sulle pareti della sala a vetri che dà sull’ippodromo hanno consentito di provare con calma alcuni dei giochi che Nintendo farà convergere dentro il futuro titolo “tutto sportivo” Wii-Sports. Tennis, Golf, Baseball, con in più il direttore d’orchestra (altro gioco.demo di tutto rilievo). L’innovativo comando di Nintendo, a parte il tennis era sempre dotato di un provvisorio filo. La versione definitiva sarà come sappiamo wireless, e anche se non si è potuto provare con le aggiunte (i vari componenti che si attaccano al “telecomando” principale) un’idea di prima mano ce la siamo decisamente fatta.
Prima sensazione, nonostante i magnificenti schermi la grafica dei giochi è parecchio semplice. Alla Nintendo 64, seppur più ricca e approfondita, ovviamente. Di certo la casa nipponica non vuole andare a combattere sul fronte dell’alta definizione o sul numero spasmodicamente e iperrealisticamente alto di poligoni che vengono mossi da quei due autentici mostri della Gpu che sono Xbox 360 e Playstation3. Poco male, perché come sia il Nintendo 64 che il GameCube (e il Nintendo Ds) insegnano, alle volte per vivere bene bastano pochi titoli ben azzeccati anziché tanti muscoli e un pulviscolo di titoli farlocchi.
Vediamo i quattro giochi in campo: demo versione E3, ovviamente, ma pur sempre funzionanti. Iniziamo con il più strano: il direttore d’orchestra. Due brani da dirigere (uno è la versione polifonica del tema musicale di Zelda) muovendo la bacchetta. All’inizio un po’ di perplessità , come si farà , non ci si riesce a coordinare tenendo in mano quello che è un vero e proprio telecomando dotato di fibbietta di sicurezza (che si rivela utilissima) ma poi si prende la mano e… si comanda davvero l’orchestra. Il sensore percepisce il movimento, il ritmo, la cadenza, e insomma, se ci si mette un po’ d’impegno anche a mimare i gesti come si conviene, ci si trasforma davvero in un direttore d’orchestra. Basta che lo schermo sia abbastanza grande.
Stessa scena per il tennis, forse il più divertente tra i tre giochi sportivi: i bamboccetti corrono per il campo da soli, sta a noi dare lo smash con tanto di spin per far partire la racchettata e rimandare la pallina dall’altra parte del campo. Due pericoli: sudare come matti dopo i primi minuti (si consiglia un boccione d’integratore se si gioca con la canicola estiva di questi giorni) e di far allontanare passanti e spettatori, perché il rischio di dargli una manata in faccia mentre si esegue una volée un po’ estrema è davvero forte. Grafica minimalista, divertimento, soprattutto se l’avversario è umano, assicurato.
Il Golf, che poi è il gioco che convince meno perché coordinare i movimenti non è semplice: si gioca mimando perfettamente il colpo con la mazza, ma c’è sempre quella maledetta sbarra di “potenza” che indica quanto viene forte il colpo che rende psicologicamente più difficile e meno fluido il colpo. Forse perché ci siamo meno distinti in questo gioco la sensazione è che sia il meno coinvolgente. Tuttavia, la grafica del campo da golf è di tutto rispetto: tridimensionale e bucolica come ci si aspetta da questo tipo di sport.
Infine, il Baseball. Allenamento tra due signori, uno pelato e l’altro biondino, tutto sommato molto mal disegnati, nella prospettiva del battitore. Si impugna il telecomando di Nintendo come una mazza e poi si sferra il colpo all’ultimo secondo (altrimenti la palla non la prendiamo) cercando di agolare con la rotazione del polso e l’inclinazione verso l’alto e verso il fuori per spedire la pallina fuori campo. Difficile ma gratificante, soprattutto per chi ha sempre coltivato il segreto sogno di poter un giorno calcare un vero stadio del baseball.
Considerazioni finali: bella festa, buffet nutriente, location pittoresca, caldo mite, giochi di tutto rispetto. Nintendo Wii non deve far illudere: non sarà mai una macchina che ti conquista al primo colpo d’occhio, per via della grafica un po’ cartonesca. Ma al primo colpo d’interazione si capisce che sta in un altro mondo rispetto alle console tradizionali, alle quali al massimo il joypad può un po’ vibrare. Tutta un’altra cosa…