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Intel, via la pubblicità dal sito Gamasutra

Intel ha sospeso la pubblicità da Gamasura (un sito web dedicato al gaming) dopo aver ricevuto messaggi di protesta e lamentela da giocatori disturbati dalla rappresentazione di genere nei sii che si occupano di videogiochi (il diverso modo di rappresentare sesso maschile e femminile).

Il gigante produttore di chip ha rimosso l’annuncio in seguito a una campagna denominata Operation Disrespectful Nod (“operazione accenni irrispettosi”), orchestrata dai supporter (“guerrieri della giustizia sociale”) con l’hashtag #GamerGate per inveire contro scrittori, giornalisti e sviluppatori coinvolti.

La campagna esorta le persone a mettersi in contatto con i siti web che si occupano di videogame come Gamasutra e Kotaku per lamentarsi contro alcuni specifici articoli apparsi sui rispettivi siti nei quali si suggerisce un concetto di “gamer” che secondo i supporter della campagna, non è corretto.

La campagna di sensibilizzazione, in questo caso, ha avuto successo e Intel ha rimosso la pubblicità da Gamasutra. Parlando con Recode, un portavoce del produttore di chip ha detto che la società “prende molto sul serio i clienti, soprattutto quando si tratta di contenuti e posizionamenti pertinenti”.

Uno degli articoli contestati è scritto da Leigh Alexander e in questo si sostiene che l’industria dei giochi è diventata talmente grande da aver dimenticato le sue origini di nicchia, tanto da rendere il “gamer” un concetto del passato. Alexander ammette che non è facile cambiare, soprattutto per coloro identificati come giocatori “la cui identità è un segnale dell’invecchiamento culturale in rapida evoluzione, sempre più ampio e complesso”, un pezzo visto da alcuni come un attacco alla loro identità. L’articolo ha fatto dibattere in rete, arrivando a polemizzare del trattamento delle donne, dell’etica dei giornalisti che si occupano di giochi e di campagne contro le molestie sessuali.  A complicare la faccenda, l’hashtag dell’attore Adam Baldwin con riferimenti alla sviluppatrice di giochi, Zoe Quin, la cui vita sessuale è stata messa in piazza dal suo ex boyfriend, riportata con enfasi dl giornalista videoludico Nathan Grayson, firma di punta di Kotaku e altri siti. La sviluppatrice è stata al centro di vessazioni: una brutta storia senza fine per gettare gratuitamente fango su una persona che forse ha la sola colpa di essere donna e sviluppatrice.

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