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Telefono azzurro: adolescenti sempre più connessi e a rischio

Adolescenti che vivono in case hi-tech, che fanno ampio consumo di prodotti digitali, sempre connessi e mai pienamente consapevoli dei rischi che ci sono dietro a profili di Facebook pubblici, selfie e identità rubate e presenza di cyberbulli. Questo è il ritratto degli adolescenti 2.0 che ha dato Telefono Azzurro presentando il 18 novembre i risultati di “Osservatorio adolescenti: pensieri, emozioni e comportamenti dei ragazzi di oggi”, una ricerca condotta con Doxa Kids sul mondo degli adolescenti. Si trattata di ragazzi, i nativi digitali dell’inizio del secondo millennio, che come zombie si aggirano per le strade e nei centri commerciali, che abitano in camerette dove accanto ai poster e alle mensole con i libri di scuola ci sono tv, stereo, iPod, computer portatili, smartphone, tablet e una consolle per videogiochi.

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La ricerca, frutto dell’analisi di oltre 1500 questionari (naturalmente questionari online) somministrati ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, selezionate su tutto il territorio nazionale, che ha indagato le aree fondamentali della vita personale, relazionale e sociale dei ragazzi: famiglia e scuola, comportamenti violenti e a rischio, alimentazione e sport, media e nuove tecnologie. Tra gli aspetti più interessanti evidenziati da Telefono Azzurro c’è quello degli adolescenti oggi c’è il profilo degli adolescenti 2.0. “Gli adolescenti sono abituati a utilizzare le nuove tecnologie fin da bambini per giocare, comunicare, tenersi aggiornati, imparare, fare acquisti. Se alcuni autori sono convinti che Internet influenzi negativamente apprendimento, memoria e attenzione modificando l’uso del linguaggio, altri sottolineano invece come l’interazione con i contenuti digitali migliori l’efficienza della memoria di lavoro, potenzi la capacità di gestire precisamente e velocemente una grande quantità di input e incrementi l’apprendimento”, si legge nella ricerca presentata da Telefono Azzurro.

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Di fatto gli adolescenti intervistati sono sempre connessi, “always on” per ascoltare musica o radio (61%), per fare ricerche per la scuola e compiti (58,3%), per curiosare e navigare (57,3%), per fare acquisti (22%, con acquisti soprattutto di videogiochi, accessori di moda, libri on la propria carta di credito prepagata o con quella dei genitori). L’essere sempre connessi è legato al “rimanere in contatto”: internet nella vita dei ragazzi è soprattutto social media. L’89,7% degli intervistati è sempre connesso sui social tramite lo smartphone e quando non è connesso teme di non essere informato o di perdersi le news dal mondo. Come si comunica? Bhè, neanche a dirlo: Whatsapp (il 57,4 % manda più di 50 messaggi al giorno), Facebook (82 %), seguiti da Skype, Instagram e Google+. L’essere sempre connessi porta i ragazzi a fenomeni come l’insonnia derivante dall’iperconnessione, ma sottopone gli adolescenti 2.0 ad alti rischi legati al web. “Se molti adolescenti appaiono informati e consapevoli dei rischi online – e sembrano sapere come difendersi dai pericoli della rete – altri dati mostrano adolescenti non sempre attenti a come proteggersi online, incapaci di prevedere le conseguenze delle proprie azioni”. 1 su 2 teme che i propri dati posano essere raccolti dai social e usati per altri scopi, l’83 % ha sentito parlare di cyberbullismo, 2 su 3 conoscono qualcuno che è stato vittima di cyberbulli, al 15 % degli intervistati è stata rubata l’identità online. La proposta di Doxa Kids e Telefono Azzurro è “Aiutare i ragazzi ad essere consapevoli dei propri gesti, in particolare online, e a sviluppare senso critico per prevenire comportamenti aggressivi e prevaricatori”.

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