Se fosse stata vera, poteva essere la notizia dell’anno. Invece, dopo attente verifiche e un minimo di attesa, abbiamo potuto verificare che le cose non stanno come alcuni (peraltro insistenti) rumors suggerivano. E cioè che Google stesse per lanciare la sua distribuzione di Linux basata su Ubuntu, la più utilizzata in ambito desktop e realizzata in SudAfrica.
La voce era girata, insieme a quella di un possibile acquisto di Napster, forse anche con un po’ di malizia per controbilanciare i risultati finanziari dell’ultimo quarto che – per la prima volta dalla quotazione del 2004 – sono stati inferiori alle aspettative degli analisti, seppur di gran lunga positivi (si vedano i relativi articoli).
Soprattutto, quel che poteva supportare l’ipotesi di una distribuzione Linux basata su Ubuntu e realizzata da Google erano due considerazioni di carattere logico. La prima è l’acuirsi del contrasto con Microsoft, il gigante dell’informatica consumer “vecchio stile” e l’altro la presentazione da parte di Google al CES di Las Vegas all’inizio di gennaio di un Google Pack che mette insieme non solo le applicazioni di Google (Google Earth, Picasa, Google Searchbar etc) ma anche alcuni popolari software open source con Trillian (multi-chat) e altri.
Forse un sogno, forse una fantasia spinta troppo in avanti dagli aficionados del motore di ricerca (e non solo) di Mountain View. Fatto sta che la voce di “Goobuntu” si è rivelata priva di fondamento e stasera, almeno, Bill Gates e Steve Ballmer possono addormentarsi tra quattro guanciali…