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Il palmare che perse la Mela

Da molto tempo si parla di un palmare targato Apple, anche se le fonti ufficiali (soprattutto Steve Jobs) hanno sempre negato. Dai tempi del Newton, che per Apple alla fine è stato un insuccesso ma ha inventato in anticipo sui tempi l’idea stessa di palmare con il riconoscimento della grafia, gira la voce che Apple stia per riporvarci.

Molte fonti, infatti, sostengono che Jobs fin dal momento del suo reinsediamento ha pensato ad una “risurrezione” del palmare, secondo concetti più moderni, ma senza mai trovare la formula giusta. Ha prima tentato di acquistare Palm (quando questa era ancora una divisione di 3Com) e poi esaminato diversi progetti.

Adesso, secondo quanto riporta la versione online di Business 2.0, alcuni dettagli potrebbero aiutarci a capire meglio, soprattutto a chiarire gli sviluppi più recenti, quelli che si dipanano dal ritorno di Jobs a Cupertino e giungono fino ad oggi

L’idea c’era, era del capo della sezione dei PowerBook di Apple, Jory Bell, che nel 1999 lanciò l’idea di un palmare da 1,500 dollari con dentro tutto quello che c’è nei più potenti laptop.

Niente da fare, a Jobs l’idea non piacque, e così – nella migliore tradizione americana – Bell ha cercato dei finanziatori e ha lanciato la sua compagnia, OQO.

E adesso collabora con Ibm e sta per lanciare il suo palmare, costruito secondo una logica di tipo modulare per essere inserito in una docking station, che anzichè avere una mela argentata, funzionerà  con Windows Xp.

L’obiettivo di Jory Bell è ambizioso: un unico oggetto per rimpiazzare desktop, laptop e i palmari convenzionali.

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